Tutte le barche del collezionista della storia dello yachting: Patrizio Bertelli
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Di bellissime storie di magnati che sono grandi collezionisti di quadri, sculture, gioielli, auto d’epoca, oggetti preziosi è pieno il mondo. C’è chi intesta musei a suo nome come la mitica Peggy Guggenheim. C’è chi esagera, come il Sultano del Brunei che ha la più grande collezione di auto con 7.000 esemplari.
Addirittura si creano fondazioni che fanno mecenatismo ad artisti sconosciuti, come a Parigi la Fondazione Louis Vuitton, di uno degli uomini più ricchi del mondo, Bernard Arnault, o a Milano la Fondazione Prada di Miuccia e Patrizio Bertelli.
Ma, stranamente, nel mondo dello yachting i collezionisti di barche iconiche latitano. Neppure Gianni Agnelli, che aveva una passione smisurata per il mare e le barche, è diventato un collezionisti di opere d’arte che navigano. Più che altro le comprava e poi le rivendeva. O le regalava.
Per fortuna che c’è un signore italiano, unico al mondo oggi che si può fregiare del titolo di collezionista di barche a vela iconiche.
Raduna, con passione filologica ed estetica, barche che sono capisaldi della gloriosa storia dello Yachting, che si fa risalire al 1660 quando Carlo d’Inghilterra commissionò 24 yacht reali per il puro piacere di navigare.
L’italiano di cui vi parliamo lo abbiamo già citato. Si chiama Patrizio Bertelli, è il maggiore collezionista di barche a vela, oltre ad essere l’amministratore delegato della multinazionale del lusso Prada (circa 3 miliardi di ricavi) e il grande capo del Team Luna Rossa, che per sei volte dal 2000 ha partecipato alla regata più prestigiosa e antica del mondo, la Coppa America.
Ma a noi, questa volta, non interessa parlare delle gesta di Luna Rossa. Vi vogliamo raccontare la storia della straordinaria collezione “famiglia Prada”, delle sue otto barche iconiche. Dal piccolo 7 metri Tuscany Vispa, con cui ha vinto nel 1975 un campionato italiano, ai vecchi Coppa America Nyala e Kookaburra, passando per i suoi gioielli di inizio ’900 Linnet e Scud. Senza dimenticare Vanessa, progettato dal genio italiano Carcano nel 1975 e le più “normali” barche con cui va in vacanza, i due Ulisse, un classico Sangermani e il bellissimo 105 pedi di Frers del 2000.
Otto barche eccezionali del più grande collezionista di opere d’arte dello yachting. Ecco le loro meravigliose storie.
Le barche eccezionali di Patrizio Bertelli
Scud
(1903, Nat Herreshoff)
Una delle due opere d’arte della scuderia di Bertelli disegnate dal Leonardo Da Vinci della progettazione velica, lo statunitense Nathanael Greene Herreshoff (1848-1938).
In una collezione di barche/opere d’arte non può mancare un disegno di Herreshoff, chiamato il mago di Bristol, che fu il vero inventore delle barche moderne. Basta ricordare che inventò la pinna con la zavorra posta il più in basso possibile. Di fatto rivoluzionò la stabilità sotto vela, ideò anche il primo sistema di compenso che permette a barche di diverse dimensioni di competere per la vittoria finale indipendentemente dalle misure. Scud è uno dei gioielli più significativi e di successo disegnati da Herreshoff.
E’ il dodicesimo yacht varato dal cantiere dello stesso Herreshoff nel 1904 di una serie di tredici barche identiche della classe “Bar Harbor 31-footers”, lungo fuoritutto 14,80 m, al galleggiamento 9,60 e largo fuoritutto 3,20 m. Questa classe era nel 1903 la più piccola barca da crociera in grado anche di partecipare a regate di club. Scud è uno dei più recenti acquisti di Bertelli che ha affidato il restauro filologico a Federico Nardi dell Cantiere Navale dell’Argentario. Scud ha vinto a fine settembre 2021 nella sua categoria Les Voiles de Saint Tropez, al timone il fuoriclasse brasiliano Torben Grael.
Linnet
(1905, Nat Herreshoff)
La seconda barca della collezione Bertelli disegnata e costruita dal Mago di Bristol Nat Herreshoff. Linnet è il decimo dei diciotto esemplari della classe New York 30, la prima classe One Design (barche tutte identiche) della storia, disegnata da Herreshoff utilizzando il suo sistema di calcolo “Universal Rule” che ipotizza le prestazioni teoriche di qualsiasi barca a vela.
Linnet – lungo fuoritutto 13,26 m, al galleggiamento 9,10 m e largo 2,67 m – nacque come barca per i soci del prestigioso New York Yacht Club con sede a mare a Newport (Rhode Island), famosa per essere stata per decine d’anni il teatro delle sfide di Coppa America. Sono solo 10 gli esemplari di New York 30 oggi naviganti, Linnet, restaurato dal Cantiere Navale dell’Argentario è uno degli esemplari meglio conservati. E’ di Bertelli dal 1998 e ha un ricco palmares di vittorie nei raduni di barche d’epoca, come la Copa del Rey a Maiorca del 2017.
Nyala
(1938, Olin Stephens)
E’ la barca che ha dato il via alla collezione. Bertelli la acquistò all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso e poco dopo, nel 1997, lanciò la prima sfida alla Coppa America di Luna Rossa. La sua storia è curiosa. Pur essendo un 12 M SI, la classe con cui si corse la Coppa America dal 1958 al 1987, non partecipò mai alla Coppa, ma ebbe solo la funzone di fare da sparring partner delle barche stunitensi nel 1958, 1962, 1964.
Nyala era bellissima e veloce, progettata da Olin Stephens, altro designer imprescindibile in una collezione di scafi iconici. Stephens è stato il mago dei 12 m SI (lunghi 21 metri e larghi 3,60 m). Nyala ebbe la sfortuna di nascere nel 1938 per l’edizione 1941 della Coppa America, che non si svolse mai a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale. Dopo gli anni ‘60 venne abbandonata dopo essere andata a scogli e subì un incendio. Rinacque grazie a Bertelli che la portò a Livorno dove poi fu restaurata dal fido cantiere dell’Argentario nel 1996.
Nyala è stata la barca che ha fatto conoscere Max Sirena a Patrizio Bertelli. Ecco cosa racconta Sirena: “Nel 1993 fui chiamato per fare un allenamento sul suo Nyala all’Argentario, io conoscevo il nome di Bertelli ma non l’avevo mai incontrato, non sapevo che faccia avesse. Al rientro in porto sentivo questa voce ad alto volume in banchina, e dissi a questo signore: ma cosa urli? Lui mi disse: tu chi sei? Risposi, sono Max Sirena. Lui replicò: sono Patrizio Bertelli, dammi cinque minuti per capire se ti mando a quel paese subito o se ci rivedremo”.
Grazie a Nyala il loro sodalizio dura da allora. Nyala è statasottovalutata, rivitalizzata da Bertelli ha vinto i mondiali della classe 12 M SI del 2014 e 2019 con al timone Mauro Pelaschier.
Ulisse
(1972, Sparkman&Stephens)
Il nome Ulisse contraddistingue le due barche con cui Patrizio Bertelli si rilassa, usandole per le sue vacanze in barca. Il primo Ulisse è stato costruito dal Cantiere Sangermani di Lavagna, nome storico, su progetto di Olin Stephens, lo stesso designer di Nyala che, oltre alle competizioni, era anche il più apprezzato disegnatore di barche eleganti, comode e veloci per andare in crociera e partecipare anche a regate.
Bertelli ha eletto il primo Ulisse (lungo 19,90 m e largo 4,98 m) per anni come sua barca per le vacanze, prevalentemente girando le isole Eolie, dove ha una casa a Panarea.
Vanessa
(1975, Giulio Cesare Carcano)
Una vera “chicca” della collezione Bertelli. Vanessa è una particolarissima barca progettata da un altro genio, questa volta italiano. Giulio Cesare Carcano è il progettista delle mitiche Moto Guzzi Falcone e V7 e vive a Mandello Lario sul lago di Como. Ovvio che gli piacciamo anche le barche a vela. Dopo aver “truccato” barche esistenti, capisce che c’è qualcosa che non va nelle barche da regata del periodo. sembrano tutte uguali, sono pesanti e lente.
E ha ragione! Si inventa barche rivoluzionarie che sono più leggere, larghe a poppa e con un piano velico che simula quelli delle classi olimpiche. Il risultato è che le sue barche in condizioni di vento sostenutoi bolian e alle portanti, vanno il doppio dei suoi concorrenti di pari lunghezza.
Ecco perché Bertelli, vero conoscitore, si innamora di Carcano e recupera negli anni 2000 Vanessa che versa in condizioni pietose. Vanessa (lungo 15 metri) in regata nel 2019 si è ben comportato alla classica della Giraglia e alle Regates Royale di Cannes.
Tuscany Vispa
(1975, Aldo Renai/Vasco Donnini)
Sicuramente è la barca del cuore di Bertelli. La storia è questa: Nel 1975 Vasco Donnini, noto “truccatore” di barche di Castiglione della Pescaia recupera per pochi soldi una barca da crociera di 7.50 dal nome del cantiere costruttore, CBS 7.50 progettato da Aldo Renai. Prende la sega gli taglia la poppa e la allunga di un metro abbondante. Per risparmiare peso non la chiude, la lascia aperta sul pozzetto.
Gli cambia anche l’albero e l’armo velico. Si dice che abbia preso l’albero di un Soling e gli abbia allungato il fiocco. Morale, Tuscany Vispa vince, nel 1975 il Campionato italiano della classe VI IOR. Dire che è bella è una bugia, ma è velocissima. A bordo c’è il 30enne Patrizio Bertelli. Da allora Tuscany Vispa è sua. Ogni tanto ci regata ancora.
Kookaburra II
(1987, Ian Murray con Scott Kaufman)
Uno sconosciuto imprenditore australiano raggiunge la finale di Coppa America del 1987 come difensore del titolo. Costruisce tre barche con poche differenze tra loro. Sfida gli americani Kookaburra III, ma a detta di tutti la più veloce era la II. Quella che Bertelli ha acquistato nel 1995. Bellissima.
Ulisse
(2000, German Frers)
Nel 2019 Bertelli ha attraversato l’Atlantico con i suoi amici, per giungere a Santa Lucia ai Caraibi con questo meraviglioso yacht da crociera veloce di 32 metri costruito dal cantiere Green Marine nel 2000. Il progetto di Ulisse è, guarda caso, di German Frers, l’archistar, che progettò Luna Rossa che arrivò in finale di Coppa America, sempre nel 2000.
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