INTERVISTA Cossutti Yacht Design, dietro le quinte dello studio di progettazione “sulla cresta dell’onda”

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cossutti yacht design
Maurizio Cossutti, 63 anni, fondatore del Cossutti Yacht Design con Alessandro Ganz, 36, l’altra anima dello studio nonché socio dal 2013 di quello che è diventato il “Cossutti Yacht Design – Cossutti & Ganz Partners”.

Con Maurizio Cossutti e Alessandro Ganz scopriamo i segreti di quello che è lo studio di progettazione sulla cresta dell’onda in Italia e all’estero

Cossutti Yacht Design, la nuova era

Il Cossutti Yacht Design è uno degli studi di progettazione italiani sulla cresta dell’onda. Bavaria, Italia Yachts, i lavori per Nautor Swan, i nuovi progetti di barche a motore: la realtà dello studio di Udine è cambiata e cresciuta in modo radicale negli ultimi anni. Un tempo, veniva considerato come lo studio di rogettazione delle barche da regata e del “mago” delle ottimizzazioni, Maurizio Cossutti, assegnandogli una dimensione forse un po’ di “nicchia”.

Oggi non è più così. Il Cossutti Yacht Design non è più una realtà “One man band” ma un vero e proprio team, che conta diversi collaboratori interni ed esterni, con Alessandro Ganz, talentuoso e giovane ingegnere, ad affiancare alla guida dello Studio il “maestro” Cossutti.

E di progetti il Cossutti Yacht Design ne ha sul fuoco tanti, anche in virtù dell’espansione avvenuta con le collaborazioni con i cantieri di grande serie, che ha rappresentato un vero cambio di marcia. Attualmente lo studio offre una gamma molto ampia di servizi, che vedono nello yacht design la parte fondamentale, a cui si aggiungono le applicazioni legate al disegno di carene, linee d’acqua, oltre che l’ingegnerizzazione.

Alessandro Ganz (a sinistra) e Maurizio Cossutti con il team dello studio.

Ponendosi così come un interlocutore perfetto anche per i grandi cantieri, che lavorano come se fossero delle vere industrie, ai quali offrire un servizio a 360 gradi. Uno svilluppo che non ha portato a rinnegare il DNA dello studio, che resta incentrato sulla ricerca del buon design, della leggerezza, delle performance finalizzate alla creazione di imbarcazioni che navighino bene, siano esse da regata o da crociera.

Come si sono incontrati Maurizio Cossutti e Alessandro Ganz?

Cossutti: la cosa è stata abbastanza casuale. La prima volta che ci siamo conosciuti è stato in occasione della stazza del Grand Soleil 40 della sua famiglia, a inizio anni 2000; c’era l’ingegnere Ganz senior, accompagnato da Alessandro, allora ragazzo, che ci ha dato una mano.

Ganz: la mia idea era di andare a studiare yacht design a Southampton. Per questioni burocratiche mi sono iscritto a Ingegneria Navale a Trieste dove mi sono laureato per poi completare il ciclo di studi in UK con il Master. Correva l’anno 2009 e tornato a casa iniziai a mandare curriculum, senza ricevere molte risposte.

Nel frattempo pensai di frequentare anche un Master del Politecnico di Milano che offriva un periodo di lavoro in azienda. Proprio in quel periodo andai a trovare Maurizio in ufficio: volevo imparare il mestiere e fare pratica. Erano gli anni della crisi della nautica e non era facile trovare spazio. Dopo qualche tempo ricevetti la chiamata del Politecnico: ero entrato al Master e lo stesso giorno, un paio d’ore dopo, ricevetti quella di Maurizio che mi offriva di andare da lui ad aiutarlo! A quel punto dovevo scegliere. Ho ringraziato il Politecnico e ho deciso che la mia strada era questa. 

Cossutti: con Alessandro abbiamo “ingranato” subito bene. Quello che è stato costruito da allora in avanti lo abbiamo fatto insieme, è sempre stato un rapporto paritario. Se vogliamo credere nel destino… beh era destino! Abbiamo dato vita ad un’attività che oggi si configura non più come un piccolo studio, guidato da un singolo progettista, ma come uno studio di ingegneria e di design.

Il Bavaria C38 è l’ultimo degli scafi disegnati dallo Studio Cossutti per il colosso tedesco.

Cosa fa Maurizio e cosa Alessandro all’interno dello studio?

Cossutti: il lavoro di team in studio è una realtà consolidata. Se vogliamo individuare delle specializzazioni, alle volte io curo di più la parte di architettura navale e Alessandro si occupa invece prevalentemente del design esterno delle barche; inoltre la parte di sviluppo 3D con i software moderni che abbiamo a disposizione è coordinata da Alessandro e dagli altri giovani ingegneri dello Studio.

Ganz: Maurizio cura con particolare attenzione le carene, anche se ne ho fatte anch’io. Poi dipende molto dal carico di lavoro dello studio, da quante commesse abbiamo in piedi. Spesso abbiamo parecchi progetti contemporaneamente, a diversi stadi di sviluppo, e questo ci obbliga a suddividere e coordinare il lavoro. In ogni caso, io e Maurizio siamo abbastanza complementari.

Oggi lo Studio Cossutti è più italiano o internazionale?

Cossutti: guardando alle percentuali di lavoro siamo circa 60-40 a favore dell’estero già da diversi anni. Il primo fu Salona, per cui sviluppammo prima delle versioni speciali delle loro barche, poi il nuovo 380. Subito dopo iniziò la collaborazione con More Yachts, con il 55 piedi, il 40 e il nuovo 50 che è in arrivo. Poi è arrivata Bavaria Yachts, con lo sviluppo dei 5 modelli della nuova linea “C” e altre collaborazioni come il cantiere Ridas in Estonia o i lavori curati per Nautor Swan in Finlandia. In Italia oggi il cliente principale è Italia Yachts con cui siamo ripartiti in maniera decisa dal 14.98 in avanti. 

Il Bavaria C42 progettato dal CYD ha vinto nel 2021 il premio European Yacht of the Year nella categoria Family Cruisers.

Come è cambiato lo studio iniziando a collaborare con cantieri di grande serie?

Cossutti: quando mi recai in Germania da Bavaria, per la presa di contatto  con la loro realtà, fu uno shock. Per la prima volta ci veniva affidato un progetto di grande serie, una barca da crociera dove trasferire il nostro DNA legato al design di stile italiano e alle performance. Questo incarico segnò un cambio fondamentale nella visione del nostro lavoro, permettendo di interfacciarci con grandi realtà e metodologie di processo differenti rispetto alle nostre. Abbiamo capito che dovevamo fare un lavoro integrato, considerando tutti gli aspetti della barca. Era il salto di qualità di cui avevamo bisogno, che ci ha portato a sviluppare in modo significativo l’integrazione design – architettura navale con parti più ingegneristiche.

In qualche modo fummo costretti a completare la visione romantica dell’architetto navale che la notte si sveglia con un’idea in testa e “butta giù” uno schizzo a matita, assecondando l’esigenza di essere interfacciati e collaborare con tutti i reparti interni, dai project manager, al commerciale, al marketing, alla produzione. Questo approccio oramai è diventato prassi. Partendo con un nuovo disegno lavoriamo fin dal principio su pesi, strutture e layout interni, investendo del tempo per lavorare subito sul progetto integrato nelle sue varie parti.

Ganz: abbiamo aumentato la nostra professionalità. Confrontandoci con la produzione industriale avevamo bisogno di una metodologia che ci portasse a essere credibili e affidabili. Gioco forza è stato un adattamento e un investimento, uno sforzo per posizionarsi e andare avanti in quella direzione. Ma, ad esempio, non dimentichiamo il lavoro di ottimizzazione che svolgiamo per diversi clienti privati, attività che per noi è ancora importante. Lavorare per cantieri come Bavaria, Nautor Swan, Italia Yachts, presuppone una metodologia di lavoro, una professionalità, diversa e più specifica.  Ciò significa avere al proprio interno una divisione dei ruoli ottimizzata ad una puntuale gestione delle commesse. Il coordinamento avviene grazie ad una attento lavoro di project management, che consente di ottimizzare il lavoro del team interno, attualmente composto da 7 persone, così come dei collaboratori esterni. Abbiamo infatti sviluppato un network di professionisti di alto livello che collaborano con noi, tra i quali Andrea Canciani, uno degli ingegneri strutturisti di Luna Rossa.

Lo schizzp dell’Italia Yachts 14.98
L’Italia Yachts 14.98 in navigazione

Qualcuno “provocandovi” direbbe che vi siete un po’ ammorbiditi e ormai vi piacciono le barche da crociera…

Cossutti: Fa parte del nostro DNA progettare barche marine e dalle buone prestazioni e questo non cambierà mai. Questo approccio viene trasferito a tutti i nostri progetti, più o meno sportivi o più croceristici. Per fare un esempio, il nuovo IY 12.98 sarà una barca che nella versione “Fuoriserie” vuole competere ai massimi livelli. Ma la stessa barca, nella versione “Bellissima” sarà caratterizzata dall’utilizzo in crociera veloce e al massimo comfort di navigazione. Al tempo stesso, una delle qualità che ha fatto risaltare il Bavaria C42 rispetto ai concorrenti durante i test in navigazione, sono state proprio le brillanti qualità veliche, che gli hanno poi permesso di vincere vari premi oltre che l’European Yacht of the Year all’inizio di quest’anno. Quindi nel corso del tempo abbiamo ampliato la nostra visione, alla ricerca di standard di elevata qualità sia per imbarcazioni da crociera che da regata.

Ganz: siamo amanti delle barche e del buon design. Siano da regata, da crociera o a motore, progettare e disegnare è la summa di quello che abbiamo costruito in questi anni.

Il nuovo More 50, uno dei performance cruisers più recenti disegnati dallo Studio Cossutti.

Dentro lo Studio Cossutti però non si fanno più solo disegni e linee d’acqua…

Cossutti: come detto, nel corso degli anni abbiamo progressivamente ampliato la gamma di servizi offerti e sviluppato il know-how interno. Attualmente possiamo controllare per intero la fase progettuale, partendo dal design degli esterni fino alla fine del progetto. Questa visione allargata ci consente una progettazione multidisciplinare, in cui le varie parti si fondono e rafforzano. Per esempio, definire le strutture delle nostre barche si collega al design del layout delle manovre, che per essere efficienti devono essere sostenute dalla parte strutturale, in modo elegante ed a sua volta integrate nel design. Questo approccio è stato apprezzato anche da Nautor, che ci ha affidato l’ingegnerizzazione degli Swan 48, 58 e 55.

Ganz: in studio ci occupiamo di (quasi) tutto. Per fare un esempio, nel lavorare su una coperta partiamo dal design, curando poi la sistemazione di manovre, attrezzature di coperta, rinforzi, aperture, ma tenendo al tempo stesso presenti le problematiche di costruzione e scomposizione dello stampo. Alle volte alcune parti di progetto si vedono poco a barca finita, ma sono essenziali per far si che la barca funzioni bene e in definitiva sia anche bella. La fase creativa legata al design degli esterni è comunque una delle parti del lavoro che abbiamo sviluppato di più negli ultimi anni ed è anche l’espressione più riconoscibile, per la firma dello Studio.

L’NM38S, progetto del 2011, è stata la prima barca progettata insieme da Maurizio Cossutti
e Alessandro Ganz. Il 38 ha vinto numerosi titoli italiani e mondiali.

E da un po’ di tempo avete aperto anche alle barche a motore.

Ganz: si, abbiamo collaborato con cantieri e progettisti di barche a motore, sviluppando varie parti di progetto. Una nuova opportunità è arrivata recentemente nell’ambito del progetto sviluppato assieme al cantiere di Venezia Venmar e Yamaha Marine. Chi conosce Venezia sa anche quale sia il problema del moto ondoso sollevato dalle piccole imbarcazioni nei canali. Il cantiere voleva quindi creare un motoscafo a propulsione ibrida che sollevasse poca onda. Analizzando le tipiche imbarcazioni veneziane, abbiamo pensato di sviluppare delle carene dislocanti o/ semi dislocanti che generassero poco moto ondoso. A progetto avviato si è inserita Yamaha che cercava una imbarcazione su cui montare un nuovo rivoluzionario motore elettrico.Si è concretizzato ed è nata “Respiro”, la prima imbarcazione al mondo a montare il nuovo motore “Harmo” di Yamaha, recentemente presentata al Salone di Genova.

Cossutti: anche in questo caso abbiamo chiesto al cantiere un controllo minuzioso dei pesi, essendo la leggerezza uno dei punti essenziali per l’efficienza di un motoscafo a propulsione elettrica. Il risultato è stato esaltante. Anzi la barca è risultata più leggera delle caratteristiche di progetto.

Il Respiro, del cantiere Venmar, è il motoscafo disegnato dal Cossutti Yacht Design con motorizzazione elettrica Yamaha.

Qual è il progetto dei sogni o la vostra barca ideale?

Ganz: pur amando le barche veloci, devo confessare di avere sempre avuto un debole per la filosofia degli Hallberg Rassy. La mia “barca dei sogni” deve poter navigare in sicurezza e ovunque, ma con un “pò di cavalli” in carena e un buon piano velico. Quindi mi immagino una barca che parta da quel concetto ma attualizzata nel nostro stile, in pratica un blue water in “Cossutti Style”.

Cossutti: mi piacerebbe ricominciare a regatare. Avessi tempo prenderei una vecchia barca IOR, di quelle che vincevano le “Ton Cup” negli anni ‘80, e la rimetterei a posto per utilizzarla oggi. La barca ideale invece la vedo più tra i progetti che abbiamo sul tavolo. La recente esperienza del motoscafo elettrico mi ha affascinato molto. Ricordo quando l’abbiamo provata a Venezia: da velista, quale ritengo di essere, navigare con questa barca che non muove onda nel completo silenzio mi ha fatto pensare… La barca ideale del Maurizio velista potrebbe allora essere, (sorride n.d.r.), una barca a motore come questa.

Mauro Giuffrè

 


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