Cosa sono i medicane, gli uragani del Mediterraneo
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Si è tanto parlato, in questi giorni, del medicane “Apollo” che ha messo in ginocchio la Sicilia (e nello specifico le province di Messina, Catania, Siracusa e Ragusa). Lo abbiamo capito tutti ormai, anche il Mediterraneo ha i suoi uragani, pericolosi non solo per chi sta a terra, ma soprattutto per chi naviga.
Cosa sono i medicane
Ma, entrando nel dettaglio, sapete che cosa sia un medicane? Ve lo abbiamo raccontato qualche tempo fa con l’aiuto degli esperti meteorologi di Meteomed.
Come i cicloni tropicali
Forse non lo sapete, ma anche il Mare Nostrum ha i suoi uragani: con il termine medicane (crasi di Mediterranean Hurricane) viene indicato un sistema di bassa pressione caratterizzato da forti precipitazioni e venti intensi in cui è possibile riconoscere un piccolo e ben delineato “occhio” (un altro nome che viene dato a questi pseudo cicloni è TLC, ‘tropical like cyclone’).
“Vortici di questo tipo non sono rari nel nostro bacino, uno degli ultimi in termini temporali, ‘Vega’, risale al 7 Novembre del 2014 e interessò il braccio di mare compreso tra Malta e Lampedusa. Il più forte fu invece ‘Zeo’ che nel Dicembre del 2005 fece moltissimi danni e anche delle vittime in Sicilia”, raccontano gli esperti di Meteomed. “Pur non raggiungendo la forza e la dimensione degli uragani tropicali, la loro somiglianza nella forma ha dell’incredibile.
Medicane, tanti casi documentati
Da quando sono disponibili le osservazioni satellitari, molti sono i casi documentati. Anche tra il 4 ed il 9 Ottobre del 1996 due cicloni mediterranei coinvolsero il Sud Italia. Il più forte, Cornelia, dopo aver attraversato il Tirreno raggiunse la Sicilia e la Calabria portando intense precipitazioni e causando ingenti danni. Particolarmente coinvolte le Isole Eolie dove i venti raggiunsero raffiche di 140 km/h; molte barche e yacht affondarono mentre intense mareggiate coinvolsero le coste della Sicilia”.
Anatomia di un medicane
“I medicane sembrano evolvere proprio come i normali uragani e traggono energia dal mare caldo e rappresentano il gradino più alto dei (già citati) TLC”, ci spiegano. “Tali vortici si formano in genere con l’inserimento sui mari meridionali di un vortice in quota. Una volta che il vortice si forma, aumenta il processo di estrazione dei flussi energetici marini a causa del rinforzo dei venti, richiamati nel centro depressionario.
Costituitosi il vortice, l’energia principale a questo punto deriva proprio dal flusso di calore e di umidità fornito dal mare. Evolvono infatti sulla superficie marina ma poi tendono ad attenuarsi una volta raggiunta la terraferma. A causa dell’elevato numero di abitanti che popolano la costa, i medicane hanno un potenziale molto pericoloso per cui una migliore conoscenza di questi vortici è necessaria per poter ridurre gli impatti sociali”.
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