Quale di questi due gruppi si comprerà Perini Navi?

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perini naviStretta finale per il futuro di Perini Navi e sopratutto per quello delle sue maestranze. E parlare di stretta non è un modo di dire perché nel giro di poche ore due aspiranti a rilevare, marchio, asset, impegni con maestranze e armatori e tutto quanto del cantiere fondato da Fabio Perini nel 1983 e che è stato per decenni il simbolo del made in Italy in fatto di grandi yacht a vela, hanno calato le loro carte.

Perini Navi, chi se lo compra?

Anzi, le loro “offerte irrevocabili” che hanno inviato al curatore fallimentare della Perini Navi. Ma facciamo un passo indietro. Dopo un lungo periodo di successo nel 2017 Perini Navi mostra i primi segni di difficoltà che non vengono risolti dall’ingresso della famiglia Tabacchi che nel 2018 acquisisce la maggioranza societaria. La nuova gestione non riesce a risollevare il Cantiere. E la crisi si aggrava e l’esposizione debitoria sfiora i 100 milioni.

Per tentare il salvataggio, nel maggio 2020, la proprietà presenta un piano di ristrutturazione del debito. Piano che però è ritenuto non idoneo dal Tribunale di Lucca che il 28 gennaio 2021 dichiara il fallimento della Perini Navi. Il cantiere Perini in Turchia trova subito un compratore, un gruppo siderurgico turco, che lo acquista per 30,6 milioni di euro. Resta da vendere il “pacchetto” italiano con brand, i cantieri di La Spezia e Viareggio, un terreno a Pisa, Perini Navi Usa, lo scafo dello yacht di Larry Ellison e garantire il lavoro di 75 maestranze.

Restart SpA vs Italian Sea Group

A mostrare segni di interesse la joint venture paritetica Restart S.p.A formata da Sanlorenzo e Ferretti Group, The Italian Sea Group di Giovanni Costantino, Palumbo Yachts e, parrebbe, anche dei fondi di investimento. Il curatore fallimentare fissa la prima asta a luglio con una base di 62,5 milioni di euro. L’asta però va deserta. Nuovo tentativo, sempre a 62,5 milioni a settembre. Ma ancora una volta nessuno si presenta.

Davanti a questo risultato il curatore assicura i sindacati, estremamente preoccupati della situazione, che verrà indetta una nuova asta da tenersi entro l’anno. La base d’asta ipotizzata potrebbe essere, si dice, di 50 milioni. Tutto questo fino a ieri, 26 ottobre, quando, nel giro di poche ore, due contenderti hanno calato le loro carte.

47 milioni contro “X”

Da una parte The Italian Sea Group, quotata in Borsa dallo scorso giugno e che vede tra i soci anche Giorgio Armani che presenta una “offerta irrevocabile” di 47 milioni di euro. Dall’altra la Restart S.p.A. di Sanlorenzo e Ferretti Group con la loro “offerta irrevocabile” dove però non appare, nero su bianco, la cifra che viene offerta. Insomma, sul tavolo ci sono due carte e toccherà al curatore fallimentare girare quella coperta e dire chi ha aggiunto alla sua flotta anche quella di Perini Navi.

Emilio Martinelli


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