Come si faceva un tempo, a fare andare più veloce una barca? Si procedeva per tentativi. Provavi e riprovavi l’andatura, segnandoti i tuoi gradi rispetto al vento, la velocità del vento e della barca, per capire fin dove potevi spingerla. Se avevi un po’ di soldi, poi, potevi chiamare a bordo un professionista (o addirittura il progettista della barca) per il “tuning” di fino.
Ma poi, in regata, erano cavoli tuoi. Sentivi che la barca non era “in target”? Allora intervenivi sulle vele, sull’albero, sull’assetto dell’equipaggio, sul modo di timonare, finché non trovavi la tanto agognata quadra. Successivamente sono arrivate le polari (ovvero i diagrammi con la massima velocità teorica raggiungibile dalla barca nelle varie andature in funzione dell’intensità del vento) a semplificare la vita (ma di poco: mica facile interpretarle!).
Shard, la barca intelligente
Ora stiamo entrando nella fase 3.0. Quella della “barca intelligente”. Dove è un computer a dirti se stai portando la barca al massimo delle sue potenzialità. Esiste una barca, o meglio una piccola deriva sportiva (uno skiff di 4,6 x 1,97 m), che ben incarna questo nuovo modo di navigare.

Si chiama Shard ed è stata progettata e realizzata da due studenti del Politecnico di Milano, Davide Papapicco e Alberto Brioschi con un unico obiettivo. Rendere alla portata di tutti la navigazione su una barca veloce ed “acrobatica” come appunto sono gli skiff.
Il tuo allenatore virtuale a bordo
I due, in collaborazione con Garmin, hanno studiato un sistema intelligente, una sorta di “virtual coach”: una black box installata a bordo (in un case impermeabile IP68) che raccoglie i dati di vento, velocità e inclinazione e, interfacciandoli con le polari della barca precaricate, fornisce un feedback in tempo reale sulle prestazioni, aiutando l’equipaggio a capire se la velocità è quella ottimale o se si può fare meglio, intervenendo su pesi, vele, inclinazione dello scafo. Il sogno di ogni velista, in pratica.
C’è un grosso display alla base dell’albero dove vengono visualizzati i dati e, se non bastasse, questi possono essere consultati direttamente “al polso” tramite smartwatch interfacciato con il sistema.
Le informazioni vengono ovviamente registrate per poter essere consultabili in una fase di debriefing per capire come sia andata complessivamente l’attività e quali siano stati eventuali errori.
Il tutto senza togliere il piacere della navigazione. Perché il “naso”, il “manico”, chiamatelo come volete, ci vuole sempre. Il vento salta, cambia di intensità, i dati vanno interpretati. Ma il sistema è un bell’aiuto. Una soluzione replicabile su larga scala e su barche più grosse.
Barca intelligente e pure “eco”
“Shard”, raccontano i ragazzi, “è stata costruita con il metodo “cuci e incolla”, partendo da pannelli piani di compensato marino okoumè, pre – tagliati al laser. I rinforzi longitudinali invece sono costituiti da listelli di Mogano massello. Sia scafo che coperta sono stati successivamente laminati esternamente con una pelle bidirezionale di fibra di vetro da 300 gr e resina epossidica. Il ponte e le appendici invece con fibra di basalto. E’ stato importante porre attenzione ai materiali utilizzati per rientrare nel regolamento di classe R3 e in particolare per far sì che il peso della barca fosse per il 70% costituito da materiali di origine naturale, o bio materiali, o riciclabili e riciclati”.
Questo ha consentito allo skiff di partecipare all’ultima edizione della 1001 Vela Cup, la regata che vede sfidarsi i migliori atenei su barche progettate dai loro studenti. Dove, tra l’altro, Papapicco e Brioschi hanno ricevuto un premio per l’innovazione. Bravi!
Gallery – Come è nata Shard, la barca intelligente
E.R.
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