Comprare la barca senza “cash”. Scordandosi del resto

IL REGALO PERFETTO!

Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.

yacht managementNella nautica come nelle auto, la barca non si compra più. La si possiede solo quando serve con lo yacht management. L’editoriale di Luca Oriani

Ho sempre invidiato quelli che vivono nelle città di mare. Soprattutto quando mi raccontano delle loro uscite a mare in pausa pranzo. “La scorsa settimana ho fatto due bordi con un venticello delizioso mentre in pozzzetto sbocconcellavo un panino”.

Questa è la frase tipica che raccontano, e non sanno che io muoio d’invidia. Amici di Genova, Napoli, Trieste, io vivo a Milano, il panino lo mangio al bar sotto la redazione, con curiosa vista su uno sfasciacarrozze. Che ha il suo fascino. Mi consolo con la vista di tutti quegli scheletri di auto e lavatrici accartocciate che sembrano un’inconsapevole installazione artistica di quelle che tanto vanno oggi di moda.

Come sopire l’invidia per i miei amici che vivono nelle città di mare, che mi strizza lo stomaco ogni volta che sento delle gite in barca per pranzo o fine giornata?

Sogno, faccio volare la fantasia mentre addento l’insipido panino del bar. Sogno del prossimo weekend in barca (quando e se ci sarà), di una vacanza in giro per il Mediterraneo. Così l’invidia si attenua.

Poi il tempo del panino finisce e tutto torna al suo posto. Ma l’altro giorno, di ritorno dal tour de force dei Saloni nautici di Cannes e Genova dove ho visto decine di barche e di persone, mi sono chiesto: cos’è che ti rimane impresso, cosa vuoi raccontare oggi ai tuoi lettori?

Rimuginavo se l’euforia di tutto il settore per i dati positivi di crescita della nautica non fossero l’ennesima anticamera di una futura crisi ciclica del settore. Ho pensato, magari ingenuamente, che forse questa è la volta buona per tentare di allargare il mercato, per scacciare la prossima crisi cercando, una volta per tutte, stabilmente nuovi appassionati che invece di passare le vacanze in spiaggia e nelle seconde case al mare decidono che il mare è il loro luogo di vacanza. Capendo che è molto meglio stare sul mare e non vedere il mare da terra.

Per far sì che la nautica diventi veramente popolare la questione non è solo culturale ma soprattutto di disponibilità economiche, strutture e strumenti. Il primo strumento per sognare una nautica allargata è quello finanziario.

Basta prendere ad esempio il mondo dell’auto. Oggi quanti si possono permettere l’acquisto di un’auto? E di conseguenza, quanti ancora comprano l’auto “cash”? La maggior parte non la compra, l’ha in uso versando piccole rate mensili. Poi decide, dopo qualche anno, se riscattarla e tenersela, darla dentro o prenderne una più nuova.

Lo Yacht Management

Nella nautica non c’è ancora nulla di tutto questo. C’era (ma oggi non c’è più) il leasing nautico che ti faceva risparmiare un po’ di IVA.

Ma oggi uno strumento che può esaudire il mio sogno oggi c’è, ed è altrettanto vantaggioso rispetto alle formule che sostengono l’uso delle auto. Parlo dell’acquisto di una barca con un programma di gestione, altrimenti detto Yacht Management.

In cosa consiste lo Yacht Management? Ti “compri” la barca con un piccolo anticipo, poi versi rate accettabili per almeno cinque anni e alla fine puoi scegliere se versare un saldo finale per riscattarla, oppure la vendi come usato. Durante il periodo del contratto, per la tua barca nessun costo di manutenzione, porto ecc.

In cambio devi scegliere in anticipo quando e quanto la vuoi usare. Quando non la utilizzi, la tua barca viene affittata ad altri, che la pagano finanziando il mantenimento, il porto e le rate della tua barca.

Il rendimento promesso è garantito, la gente ha sempre più voglia di affittare una barca e andare sul mare, i numeri in crescita lo testimoniano. è un circolo virtuoso che va colto al volo: compri la barca e ti scordi del mantenimento, a patto di darla in affitto.

Il sistema dello Yacht Management, vi garantisco, funziona (e ve ne parleremo presto). Se la nautica vuole conquistare nuovi acquirenti di barche, non c’è oggi altra soluzione. Altrimenti la nautica rimarrà una questione per pochi privilegiati. Aspettando la prossima crisi.

Luca Oriani


AIUTACI A TENERTI SEMPRE AGGIORNATO

I giornalisti del Giornale della Vela, si impegnano ogni giorno a garantire informazione di qualità, aggiornata e corretta sul mondo della nautica in modo gratuito attraverso i siti web. Se apprezzi il nostro lavoro, sostienici abbonandoti alla rivista. L’abbonamento annuale costa solo 49 euro e ti facciamo anche un regalo!

SCOPRI IL CANALE YOUTUBE DEL GIORNALE DELLA VELA

Ogni giorno interviste, prove di barche, webinar. Tutta la vela, minuto per minuto. Ma in video! CLICCA QUI per iscriverti, è gratis!

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Per rimanere aggiornato su tutte le news dal mondo della vela, selezionate dalla nostra redazione, iscriviti alla newsletter del Giornale della Vela! E’ semplicissimo, basta inserire la tua mail qui sotto, accettare la Privacy Policy e cliccare sul bottone “Iscrivimi”. Riceverai così sulla tua mail, due volte alla settimana, le migliori notizie di vela! E’ un servizio gratuito e ti puoi disiscrivere in qualsiasi momento, senza impegno!


Una volta cliccato sul tasto qui sotto controlla la tua casella mail

Privacy*

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

6 commenti su “Comprare la barca senza “cash”. Scordandosi del resto”

  1. La barca è come la tua donna. Pensare di entrarci sapendo che ne sono appena usciti altri è raccapricciante. La barca non è un auto ne un taxi, diventa parte della famiglia. La moglie la pulisce, la ordina, ci si mettono le proprie cose, nasce una intimità profonda quando ci navighi. Ascolti tutti i rumori e sai distinguere qualsiasi scricchiolio durante la notte.
    Di giorno l’occhio spazia di continuo tra vele e coperta scrutando ogni minima imperfezione e un rigo, una macchia, un difetto nuovo, portano una tale amarezza che sarebbe uguale aver ricevuto un graffio sulla propria pelle.
    Alla luce di questi aspetti, lo yacht management, il charter o altre forme di condivisione riducono la barca al pari di una prostituta. Potrà esserci un rapporto ma non sarà mai amore.
    Se non si hanno disponibilità economiche importanti, al pari del sottoscritto, meglio focalizzare su un buon usato. Sempre al pari di una donna, sarà stata di altri, ma d’ora in poi sarà solo tua.
    Una volta uniti e curate le ferite del passato, il legame diventerà profondo e non più condivisibile

  2. Totalmente d’accordo!!!!!!!!!!!!!!! La barca non è una cosa e lo testimoniano i britannici che la definiscono una “she” e non una “it”…..

  3. I commenti che mi hanno preceduto, con paragoni poco lusinghieri nei confronti della donna, che denotano ristrettezza culturale, pongono un argomento profondo sul rapporto che si ha con la propria barca. Io armatrice non potrei pensare che la mia amata barca possa essere “usata” da altri, che magari utilizzatori senza capirne il valore sentimentale prima ancora che economico, possano non averne cura. Detto questo, ben vengano anche queste possibilità, ma deve essere chiaro che ci saranno in mare persone senza esperienza,con tutto quello che ne consegue, e questo tipo di approccio non formerà persone a diventare marinai e neanche amanti del mare. Il rapporto che ho col mare è altro, rispetto al usa e getta, è la mia essenza più profonda, fa parte di me.
    P.s. naturalmente sulla mia barca la navigazione, gestione e mantenimento, è condivisa con il mio compagno (di ben altra estrazione culturale) , comprese le pulizie.

  4. Non condivido l’esempio sulla donna, forse si farebbe più bella figura a parlare di partner, al di la di questo aspetto puramente inappropriato, condivido il parere che la barca a differenza di un’automobile è nient’altro che la propria casa spostata sull’acqua e per tale (almeno io) non la farei abitare a sconosciuti ed altri, al di fuori dei miei familiari. I fattori sono tanti, al di fuori della gelosia, può anche passare il graffio sul parquet o la cerniera rotta, ma come è stato trattato il motore che rappresenta un punto di sicurezza assoluta? Come faccio a capire se è stato preso uno scoglio ed in fretta e furia è stata fatta una riparazione poco affidabile? No, dico proprio no. Se volete prestarmi la vostra barca ok, la tratterò come se fosse mia, ma la mia non la presto a nessuno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla nostra Newsletter

Ti facciamo un regalo

La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!

Una volta cliccato sul tasto qui sotto controlla la tua casella mail

Privacy*


In evidenza

Può interessarti anche

Torna in alto