“Qualcuno salvi il Joshua di Moitessier!”. L’appello da La Rochelle
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Tra l’altro, il celebre ketch di 40 piedi in acciaio dovrebbe essere l’invitato d’onore alla seconda edizione della seconda Golden Globe Race, che partirà da Les Sables d’Olonne domenica 4 settembre 2022.

PERCHE’ JOSHUA E’ UNA BARCA MITICA
Perché il Joshua (Moitessier la chiamo così in onore di Joshua Slocum, primo navigatore a girare il mondo tra il 1895 e il 1898 sul suo Spray) è una barca mitica e va salvaguardata? Non solo per il suo navigatore. Ma perché, per l’epoca, fu un progetto geniale. L’albero del ketch di 40 piedi in acciaio era un palo telegrafico. Basterebbe solo questo per renderla unica.
Ma scopriamola nel dettaglio. Joshua (14,12 m fuoritutto, lunghezza scafo 12,07 m, peso 13 t, zavorra 3 t) fu progettata a quattro mani da Bernard stesso e da Jean Knocker che mise in pratica le idee e gli schizzi del navigatore francese.
Dopo 14 mesi di preparazione, nel 1962, in soli tre mesi, il cantiere Meta di Jean Fricaud realizzò lo scafo in acciaio. Moitessier pagò solo il costo vivo delle lamiere. Ma l’operazione si rivelò vantaggiosa, sono state prodotte ben 70 gemelle. E adesso a bordo di Joshua. La prima cosa che colpisce è la poppa “norvegese”.

La prua è possente con un bompresso in tubolare di un paio di metri sostenuto da catene (sì, proprio quelle dell’ancora!).
Anche le draglie sono fatte così, dipinte di nero perché: “di notte si vedono meglio” diceva Moitessier.
Le vele: maestra, mezzana, yankee e trinchetta. Sono pesantissime con tessuto da 10 once. Bernard, prima del Giro del Mondo, dove installò 4 winch, le cazzava a mano con dei paranchi. Tutto è semplice, riparabile e ispezionabile. Ad esempio, il circuito della timoneria a ruota con i frenelli che corrono liberi in coperta. Navigando a vela si ha un’incredibile sensazione di stabilità di rotta. E di sicurezza. Se si lascia la ruota Joshua va dritto come un fuso…
QUI QUANDO ABBIAMO NAVIGATO A BORDO DEL JOSHUA
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