Come prendere una mano di terzaroli in solitaria
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Navigando da soli o in equipaggio ridotto si dovrà ridurre la velatura con un certo anticipo per non farsi sorprendere da improvvisi cambiamenti del vento. Ecco come fare per prendere una mano di terzaroli in totale sicurezza.
PRENDERE LA TERZA MANO DI TERZAROLI
Passiamo subito alla terza mano di terzaroli, essendo il principio lo stesso per tutte e tre le mani. In genere la borosa della terza mano non è installata permanentemente perché non c’è puleggia disponibile all’estremità del boma (due altri motivi per non pre-installare una borosa: le prestazioni e l’estetica della vela).
Ma la mancanza di una borosa pre-installata renderà la manovra più lunga (non dimenticate: c’è vento e mare! Ricordate che la cintura di sicurezza dev’essere incocciata durante la manovra e ci si sposterà sul ponte sopravento).
LE VARIE FASI DELLA MANOVRA
1. Ammainare completamente la randa
Risalite il vento per ammainare la randa. Quando la vela è ammainata a metà, bloccate bene il boma nell’asse per potervici appoggiare sopra. Siccome per le fasi successive non sarà più necessario risalire il vento, si può poggiare leggermente per cercare un’andatura più confortevole, tenuto conto del vento, dell’onda e del pilota; in genere sarà un’andatura al lasco. Quando c’è vento, la vela ammainata ha la tendenza a risalire da sola. Occorre quindi serrarla vicino all’inferitura con una cima o un matafione, intorno ai tre metri di lunghezza (una cima di tre metri può sempre tornare utile a bordo). Dopo aver serrato la vela, mollate lo strozzascotte della borosa della prima e seconda mano di terzaroli per lascarle l’insieme.
2. Fissare la borosa
Bisogna ora trasferire la borosa della prima mano di terzaroli alla terza mano. Prima liberate la borosa della prima mano dal ponticello sul boma disfando la gassa d’amante (se il ponticello è sotto vento bisognerà lavorare alla cieca o mettersi sotto il boma ma non bisogna mettersi sotto vento). Poi fate uscire la borosa dall’occhiello del punto di scotta della prima mano di terzaroli, fatela passare nel ponticello della terza mano di terzaroli e fate una gassa d’amante. Quindi rimboccate la vela sulla prima mano di terzaroli, dove c’era la borosa, senza tenderla – si tratta di tenere al suo posto questa parte di vela.
3. Fissare il punto di mura dei terzaroli
Nel caso in cui ci siano una cima con moschettone e un anello sul boma (è la soluzione migliore), si aggancia il moschettone sull’anello al vento; non ci saranno problemi perché c’è posto sull’anello per più di una mano di terzaroli. La cima dev’essere abbastanza lunga per poterla tenere bene in mano; soprattutto d’inverno, quando dev’essere possibile terzarolare senza togliersi i guanti. Nel caso in cui la cima termini con un occhiello e ci sia un gancio sul boma, non essendoci spazio per più di un occhiello sullo stesso gancio, bisognerà liberare il gancio al vento dall’occhiello che lo occupa al momento, che si tratti dell’occhiello della prima o della seconda mano di terzaroli, e mettere al suo posto l’occhiello della terza mano.
4. Issare la vela e tesare la borosa
Ora, prima di tesare la borosa della terza mano di terzaroli, si isserà la vela. Togliete la cima che bloccava l’inferitura della randa poi tornate in pozzetto e lascate la scotta. A quel punto potete rimontare il vento leggermente e issare la vela (issatela velocemente affinché la vela fileggi per il minor tempo possibile, perché una vela che fileggia forte rischia di strapparsi). Poi si riprende il lasco della borosa con un winch o a mano e non resta che cazzare la scotta e riprendere la rotta.
Da ricordare:
Bisogna aspettare di aver issato la randa completamente e tesato la drizza prima di tesare la borosa dei terzaroli. Perché? Se si tesa la borosa prima che la drizza della randa sia ben tesa, tutto il fondo della vela avrà la tendenza ad arretrare e tirerà sulle prime guide, che sono ancora vicine al punto di mura perché la ralinga non è ancora tesa; si rischia così di strappare una delle guide. Un caricabasso rigido (vang rigido), con una molla o un martinetto a gas rende più facile tesare la borosa dei terzaroli perché spinge il boma verso l’alto, non appena si libera il paranco; assume cioè lo stesso ruolo di un amantiglio. Altrimenti, sarà la trazione sulla borosa nel momento in cui si tesano i terzaroli a sollevare il boma (il boma è sceso quando si è ammainata la vela) e di conseguenza la borosa sarà sottoposta a uno sforzo notevole. E’ bene avere la drizza di randa e le due borose dei terzaroli dallo stesso lato nel cockpit, così si potrà effettuare tutta la manovra dalla stessa parte.
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