COME NON AFFONDARE. Le 10 regole anti collisione in mare
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Il Mediterraneo è un via vai continuo di navi, traghetti, pescherecci e migliaia di unità da diporto, il cui traffico in estate aumenta in modo esponenziale. Il rischio di collisione è sempre in agguato. Ecco le regole da seguire per navigare in sicurezza
Le collisioni in mare aperto che coinvolgono barche a vela, motoscafi, navi, traghetti e pescherecci sono un evento più frequente di quanto si possa pensare e sorprende il fatto che questi incidenti nella maggior parte dei casi abbiano luogo in belle giornate con poco vento e mare calmo.
Non c’era maltempo per esempio nella notte del 15 maggio scorso quando il Salona 37 Le Pelican dell’armatore Filippo Gazzerro durante la Regata dei Tre Golfi ha avuto una collisione con la nave da carico Valais lunga circa 81 metri e in servizio tra Ponza e Napoli. Nello scontro Le Pelican è affondata in pochi minuti costringendo tutto l’equipaggio a rifugiarsi sulla zattera di salvataggio.
Tali condizioni meteo nella norma in cui avvengono le collisioni ci fanno capire che la causa di questi incidenti è quasi sempre imputabile alla distrazione e all’imperizia di chi conduce la barca. Secondo una recente analisi condotta dai periti di STB Italia sui sinistri nei nostri mari relativi al 2020, tra le cause principali di questi incidenti ci sono proprio le collisioni in mare con ben 131 eventi. Per questa ragione noi diportisti non dobbiamo sottovalutare quest’eventualità le cui conseguenze possono essere gravi. Anche perché navighiamo in Mediterraneo che è uno dei mari più trafficati del mondo. Si stima che ogni anno ci siano 325.000 transiti effettuati da circa 200.000 navi commerciali che fanno rotta su uno dei 300 porti dislocati lungo le sue coste.
Un dato che dà l’idea della moltitudine di unità che si muovono ogni giorno nel “Mare Nostrum”: flotte di cargo, pescherecci, navi da crociera, traghetti e bettoline come la Valais oltre alle migliaia di barche da diporto il cui traffico aumenta considerevolmente durante i mesi estivi. Con questo continuo intrecciarsi di rotte il rischio di collisioni in mare è sempre in agguato. Come far fronte al problema? Ecco le 10 regole principali per evitare le collisioni in mare e navigare in completa sicurezza.
LE 10 REGOLE ANTI COLLISIONE IN MARE
- Conoscere le regole di navigazione e le precedenze in mare
Per evitare di entrare in rotta di collisione con altre barche a vela, unità a motore e navi, noi velisti dobbiamo fare sempre riferimento alle norme contenute nel Regolamento Internazionale per Prevenire gli Abbordi in Mare, un insieme di regole valide sia per le unità civili che militari che prevedono i diritti di precedenza e le relative eccezioni, nonché le corrette procedure di governo e di manovra della barca da applicare in qualsiasi condizione di visibilità. Questo lungo elenco di norme e situazioni in genere si studia durante l’esame per ottenere la patente nautica, ma è bene rinfrescarlo ogni tanto e magari tenerlo a bordo a portata di mano in caso di necessità.
- Studiare nelle carte nautiche l’area di navigazione
Il rischio di collisione c’è sempre quando si naviga in mare, ma è molto più alto lungo la costa, nelle zone ad alto traffico marittimo, in prossimità dei grandi porti o ancora in quelle aree ristrette dove lo spazio di manovra è limitato, come per esempio lo Stretto di Messina. È sempre importante allora studiare in anticipo carte nautiche e portolani dei tratti di mare in cui si naviga che possono dare un’idea precisa del potenziale traffico della zona, le rotte dei traghetti, le zone destinate alla pesca oppure interessate da eventi estemporanei come le esercitazioni militari, le regate di flotta e quant’altro. Utile è anche ascoltare i bollettini marittimi che possono dare informazioni in tempo reale su eventuali modifiche agli scenari normali di navigazione, segnalare lavori marini e annunciare possibilità di incroci inaspettati.
- Utilizzare strumenti e tecnologia
Strumenti come il radar o l’Ais possono essere di grande aiuto per prevenire le collisioni in mare, anche perché ormai sono disponibili in versione compatta ed economica per coloro che vanno in mare per piacere. Il radar emette pacchetti di impulsi di onde elettromagnetiche a grande distanza ed è in grado di riceverne quando questi impulsi incontrano bersagli come le navi appunto, i cui echi di ritorno vengono elaborati e visualizzati su uno schermo sul quale lo skipper può facilmente misurarne la distanza e rilevamento rispetto alla propria posizione. Il radar per le navi commerciali tra l’altro rimane ancora oggi lo strumento anticollisione principale. L’Ais invece, acronimo di Automatic Identification System, è un sistema di identificazione automatica che trasmette in tempo reale su frequenze Vhf una serie di informazioni che riguardano l’unità sul quale è installato ricevendo al tempo stesso quelle relative alle altre unità nelle vicinanze.
- Predisporre dei turni di guardia
A prescindere dalla presenza o meno a bordo di strumenti sofisticati anticollisione la prima norma di comportamento per evitare gli abbordi in mare è la vigilanza. Sulle nostre barche a vela bisogna sempre predisporre una guardia in pozzetto o in plancia. Una vedetta attiva che sia di notte che di giorno sappia come comportarsi in caso di incroci. Chi viene coinvolto nei turni di guardia deve essere informato di quali azioni intraprendere: ascolto della radio, osservazione con il binocolo, le manovre mettere in atto di fronte a un incrocio oppure, se non fosse in grado di manovrare, chi allertare immediatamente. Questa consapevolezza di ogni membro dell’equipaggio è un fatto fondamentale per la sicurezza della navigazione.
- Sapere effettuare i rilevamenti con la bussola
Nel caso si scorga davanti a noi un’imbarcazione o una nave in avvicinamento, bisogna alzare il livello di guardia e controllare che non ci sia una rotta di collisione. È una questione di angoli di rotta. Rilevarli con precisione è semplice: basta traguardare l’unità che si incrocia con la bussola di bordo o con quella da rilevamento e segnare i rispettivi rilevamenti. Se l’angolo tra noi e la barca che sembra intersecare la nostra rotta non cambia, significa che siamo in rotta di collisione. Se diminuisce, vuol dire che l’altra barca è più veloce di noi e arriverà sul punto di congiunzione delle due rotte prima di noi, mentre se al contrario aumenta, siamo noi a essere più veloci. Tale procedura va sempre eseguita per avere l’assoluta certezza di un pericolo imminente.
- Ridurre la velocità della barca
La velocità di barche e navi è un elemento fondamentale nelle collisioni in mare. Tanto è vero che nello stesso Regolamento Internazionale per Prevenire gli Abbordi in Mare vengono date disposizioni sulla velocità di navigazione che deve essere mantenuta e sul livello di sicurezza tali da garantire un’efficace manovra anticollisione. La velocità della nostra barca la conosciamo, quella di una nave varia al variare del tipo di nave e del suo assetto. In linea di massima un mercantile può navigare tra i 15 e i 22 nodi, mentre una nave da crociera tra i 18 e i 25, a meno che non sia un traghetto veloce o un aliscafo che possono viaggiare anche a 28-30 nodi. Occorre conoscere i tempi di arresto e di manovra della propria imbarcazione in riferimento alle andature e alle condizioni meteorologiche, ma anche considerare che per una grande nave questi ultimi si moltiplicano in maniera esponenziale e spesso sono condizionati pesantemente da logiche commerciali ed economiche.
- Conoscere i segnali di manovrabilità delle navi
Spesso quando si naviga capita di trovarsi sulla rotta di unità che per il loro specifico impiego o per una situazione contingente possono avere il diritto di precedenza. È il caso per esempio di navi alla fonda oppure con pescaggio ridotto o ancora pescherecci impegnati nella pesca a strascico. Le unità che si trovano in condizioni di manovrabilità limitata sono facilmente riconoscibili da specifici segnali: di giorno di colore nero (cilindri, pallone, cono e bicono), mentre di notte o in condizioni di scarsa visibilità con segnali luminosi. Chiunque osservi questi segnali deve dunque manovrare per tempo passando a distanza di sicurezza. Particolare attenzione deve essere posta di notte: se la nave si trova in alto mare, distinguere le luci di navigazione è abbastanza agevole, ma quando ci si avvicina alla costa spesso si possono confondere le luci della nave con quelle della terraferma. Inoltre in condizioni di scarsa visibilità dovuta per esempio a nebbia o foschia bisogna prestare orecchio anche alle segnalazioni acustiche e avvisare della propria presenza via radio o con un segnale sonoro.
- Comunicare in caso di potenziale rischio
Altro strumento importante per evitare una collisione è il Vhf. Come è previsto deve sempre essere sintonizzato sul canale 16. Una chiamata radio diretta alla nave che stiamo incrociando può essere risolutiva per chiarire una situazione confusa e manovrare di conseguenza. Inoltre, se non dovessimo ricevere risposta, questo sarebbe un importante campanello di allarme che ci deve spingere a manovrare immediatamente per uscire dal rischio di collisione oppure, nel caso in cui non potessimo manovrare, farci sentire con un mezzo acustico e farci vedere sparando un fuoco rosso. Se avete una radio Vhf abilitata alle chiamate digitali DSC potete anche chiamare per numero di MMSI l’altra imbarcazione. La radio ricevente verrà avvertita da un allarme sonoro e difficilmente potrà ignorare la vostra chiamata.
- Manovrare in maniera corretta
Ogni manovra intrapresa per evitare una collisione deve essere conforme alle norme del Regolamento Internazionale per Prevenire gli Abbordi in Mare e deve essere eseguita in modo corretto e tempestivo. Qualsiasi cambiamento di rotta o di velocità, oppure di entrambi per evitare una collisione deve essere sufficientemente significativo da essere subito percepito da qualsiasi unità che lo osservi a vista o con un radar. Occorre evitare anche una serie di correzioni di rotta minori. Se la nostra barca dispone di spazio sufficiente, la manovra più efficace per evitare di essere molto vicina può essere il solo cambio di rotta, a condizione che la stessa sia effettuata in tempo utile, sia libera e non provochi un’altra situazione di rischio.
- Usare sempre il buon senso
Secondo il Regolamento Internazionale un cabinato a vela che naviga in mare aperto ha sempre il diritto di precedenza su un’unità a motore, anche se quest’ultima è di grandi dimensioni. Questo sulla carta. Tuttavia se si avvista una petroliera, un traghetto o una nave da crociera, è sempre meglio non fidarsi di questi giganti del mare e farsi guidare dal buon senso evitando di incrociarne la rotta. Anche se si è avvisati per tempo, si deve infatti considerare che a causa della stazza importante di queste unità è quasi impossibile attendersi un cambio di rotta rapido e deciso, tale da scongiurare ogni pericolo. La stessa prudenza va adottata quando una nave, in maniera voluta o involontariamente, non concede il diritto di rotta: anche in questo caso, che probabilmente è quello che si verifica con maggiore frequenza, occorre accostare e cedere il passo perché la prima regola in mare è comunque di evitare situazioni di pericolo o il rischio di abbordaggio. Insomma piuttosto che fare affidamento sulla possibile manovra di una nave che deve dare precedenza è più prudente stargli alla larga e allontanarsi con rotta a 90° rispetto alla sua.
David Ingiosi
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