Quale motore fuoribordo scegliere per il tuo tender?
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Le barche a vela moderne sono cambiate moltissimo negli ultimi anni, è un dato di fatto. Sempre più spaziose, grazie ai volumi maggiori e alla migliore ingegnerizzazione degli spazi, che ha permesso tra le altre cose di ridurre al massimo gli ingombri, e di inventarsi dello spazio dove un tempo non era possibile. Non serve più avere uno yacht enorme, quindi, per godersi comfort e comodità, dato che anche sulle nuove barche di medie o piccole dimensioni vediamo ormai volumi invidiabili, negli interni come in coperta.
COME E’ CAMBIATO IL GARAGE DI POPPA
Spesso questo nuovo spazio “inventato” sulle barche di oggi è dovuto anche a cambiamenti e tendenze nelle forme, come la predilezione per la poppa quadra che oggi va senza dubbio per la maggiore, e permette di sfruttare al meglio uno spazio spesso sottovalutato, in passato: il garage di poppa.
C’è chi ci stiva una o addirittura due moto d’acqua, con relativi accessori galleggianti, ma di sicuro uno degli utilizzi più frequenti è quello del ricovero per i tender.
Grazie alle dimensioni sempre più generose dei garage di poppa, anche i tender che vediamo in mare sono sempre più grandi, e la comodità di poterlo stivare senza dover ogni volta smontare il motore o tenerlo al rimorchio è impagabile. Sono finiti (per fortuna) i tempi in cui bisognava gonfiare il tender, quasi sempre molto piccolo, e montarci il motore, tenuto a bordo con tutte le scomodità del caso, magari su un supporto di legno improvvisato e pericolante.
Geniuss è la soluzione per ricoverare il fuoribordo all’interno del tender quando non è utilizzato, senza bisogno di smontarlo. Suzuki per il suo package Suzukino ha deciso di collaborare con il brand Geniuss, proponendo un prodotto unico, ma la soluzione offre molteplici vantaggi anche per montare un qualsiasi altro fuoribordo su un tender Geniuss. Altri vantaggi? Il peso del combinato tender+fuoribordo non sarà sbilanciato tutto a poppa, inoltre in caso di alaggio in spiaggia sarà molto più sicuro “nascondere” il fuoribordo all’interno del tender.
BATTELLI PIU’ GRANDI, FUORIBORDO PIU’ GRANDI
I tender che vediamo oggi sono sempre più grandi e quindi attrezzati con motori più potenti, che arrivano tranquillamente a 15 cavalli dove un tempo, di norma, non superavano i 3,5. La comodità dello stivaggio senza la necessità di smontare il motore, infatti, ha convinto molti possessori di barche moderne a dotarsi di un tender più comodo, più moderno e con una motorizzazione più potente, spingendosi addirittura verso motori che fanno invidia ai gommoni. Ma quali fattori devo tenere in considerazione quando scelgo di comprare un nuovo fuoribordo per il mio tender?
Se guardiamo ai modelli di motori fuoribordo presenti sul mercato molti di essi sono disponibili all’acquisto con alberi motore di lunghezza diversa, generalmente una misura lunga (L) e una misura corta (S). In base all’altezza dello specchio di poppa del vostro tender sceglierete la versione S o L, tenendo presente che di solito le due misure differiscono per 10-15 centimetri e che per la maggior parte dei tender di piccole-medie dimensioni la misura corretta è quella corta.
Il motore fuoribordo deve essere montato in modo che la piastra sopra l’elica (piastra anticavitazione) si trovi alcuni centimetri al di sotto del bordo dello scafo. La distanza tra il supporto del motore sullo specchio (bordo superiore dello specchio) e il bordo inferiore dello scafo deve essere misurata. Acquistare un fuoribordo con albero motore troppo lungo può rischiare di peggiore consumi ed efficienza del motore, oltre al rischio di toccare il fondo e danneggiare l’elica, quindi fate attenzione a questo particolare quando scegliete il vostro fuoribordo!
IL FUORIBORDO DA TENDER PERFETTO
Innanzitutto partiamo col dire che quasi tutti i fuoribordo presenti oggi sul mercato sono a quattro tempi, il due tempi che consuma molto di più e richiede più olio motore è stato ormai abbandonato da buona parte del mercato. Fatta questa precisazione, una delle sfide che si trovano a dover fronteggiare i produttori di fuoribordo nel 2021 è cercare di presentare dei motori con potenza maggiore, ma un peso contenuto, perché anche se non c’è più la necessità di doverlo smontare e rimontare ogni volta, a nessuno fa piacere avere qualche chilo in più del necessario a bordo.
Se le dimensioni complessive dell’accoppiata tender + fuoribordo, come abbiamo visto, non sono più un problema, la variabile peso, soprattutto nell’ottica di un utilizzo che preveda un ricovero frequente a bordo nel garage di poppa, rimane un aspetto importante da considerare. Interessanti le proposte di Honda, Suzuki e Selva che riescono ad avvicinarsi ai 13 chilogrammi nella fascia 2,5-3,5 cv, probabilmente non saranno quei 2-3 chili in meno a fare la differenza in fase di acquisto, ma riteniamo comunque che sia un dettaglio degno di nota. Un’altra variabile che dobbiamo tenere in considerazione è l’autonomia, strettamente correlata alla potenza.
ORDINARE IL TENDER? PIU’ FACILE DI UNA PIZZA
Oggi è sempre più frequente trovare un motore da 15 o 20 cv spingere un tender di medie dimensioni, ma alcuni produttori di motori fuoribordo hanno colto questo movimento nel mercato e hanno deciso di adottare la strategia del “package”, proponendo in vendita al cliente finale un pacchetto comprendente tender + fuoribordo, una soluzione molto comoda che permette all’armatore di avere un unico interlocutore per l’acquisto e/o l’assistenza post-vendita, e un prezzo finale decisamente competitivo.
Quasi tutti i produttori da qualche tempo si sono mossi in questo senso, ad esempio Yamaha con i tender Tempest di Capelli, Honda Marine con i tender Honwave e Suzuki Marine, che con il suo Suzukino in collaborazione con Geniuss e Surmarine ti permette addirittura di scegliere e acquistare il tender direttamente online, e ritirarlo poi direttamente in porto. La possibilità dell’acquisto online, una modalità di consumo a cui ci siamo giocoforza abituati nell’ultimo anno e mezzo, è penetrata con forza anche nel mercato della nautica, e in particolare nel mercato dei fuoribordo. Anche Yamaha, per esempio, permette di prenotare il proprio fuoribordo versando un acconto, offrendo la possibilità di ritirarlo appena disponibile in una concessionaria autorizzata, e in certi casi la prenotazione non è solo comoda, ma necessaria, visto il sold out di alcune motorizzazioni che ha coinvolto lo scorso anno molti produttori.
Un altro interessante attore del mercato è VergaPlast, che propone un particolarissimo tender trasparente venduto in pacchetto con un motore elettrico, lo acquisti online e ti arriva a casa, facile quasi come ordinare la pizza.
FUORIBORDO ELETTRICO, SI O NO?
Siamo dunque arrivati al capitolo dell’elettrico, un tema di cui si parla da anni in tutti i mondi che coinvolgono i motori, e quindi sempre di più anche in quello della nautica. Se fino a qualche anno fa le proposte erano scarse, oggi si assiste ad una vera e propria esplosione del mercato, dove non sono presenti soltanto produttori di fuoribordo esclusivamente elettrici ma anche modelli specifici prodotti dagli “storici” produttori di fuoribordo termici. Ma perché scegliere un fuoribordo elettrico? Gli aspetti da considerare sono molti, ci sono sicuramente dei vantaggi ma anche qualche svantaggio come vedremo.
Innanzitutto c’è il fattore ecologico, e senza addentrarci troppo nella questione ambientale, potremmo semplicemente dire che con un fuoribordo elettrico a emissioni 0 si possono raggiungere aree marine protette precluse ai fuoribordo termici, e farlo nella quasi totale assenza di rumore.
Un altro enorme vantaggio è la scarsa o nulla manutenzione richiesta dai motori elettrici, mentre sappiamo bene che i motori termici sono molto più “delicati” e bisogna prestarci attenzione, pulirli, cambiare l’olio motore e dedicarci del tempo per il trattamento invernale.
A molti di voi suonerà strano e sicuramente in giro per le rade non avete ancora visto questa soluzione. Ma portarsi la batteria di riserva per il fuoribordo elettrico a bordo, a ben vedere, non è molto diverso da portarsi la tanica di benzina per fare rifornimento al fuoribordo tradizionale. Le dimensioni sono circa le stesse, il peso è leggermente superiore per la batteria, ma la praticità e la sicurezza sono tutte dalla parte dell’elettrico. Il fatto che, ad esempio, Torqeedo proponga nel suo catalogo anche lo zaino per alloggiare la batteria di riserva, ad esempio, è indicativo del fatto che presto questa non sarà più una rarità. E se vi cade in mare la tanica, magari aperta, è un vero danno ambientale, mentre le batterie sono resistenti all’acqua e galleggianti!
L’autonomia è un aspetto che vi spaventa? Beh, allora dovete sapere che le batterie al litio sono sempre più efficienti e oggi nella maggior parte dei casi i fuoribordo elettrici hanno un’autonomia superiore alle 10 miglia, inoltre così come vi portate a bordo la tanica di benzina per fare rifornimento, se prevedete di usare il vostro fuoribordo per distanze maggiori potete dotarvi, quasi per tutti i modelli, di una batteria supplementare.
È il caso dei nuovi motori Travel di Torqeedo, che offrono come optional una batteria galleggiante dal peso variabile tra i 4 e i 6 chilogrammi con cui sostituire al volo una batteria esausta in caso di percorrenze più lunghe, un po’ come fare il pieno all’istante. Un’altra novità interessantissima sul versante autonomia viene da ePropulsion, che ha equipaggiato i suoi nuovi motori della gamma EVO con un sistema di autoricarica, che permette all’occorrenza di ricaricare le batterie del fuoribordo lasciandolo al traino a velocità comprese tra 4 e 10 nodi.
C’è poi un piccolo dettaglio, per molti insignificante, che fa emergere il fuoribordo elettrico nel confronto con il termico, ed è la presenza della retromarcia. Ok, forse non utilissima, ma sicuramente un plus interessante data la quasi totale assenza della posizione R nei motori termici di questa fascia.
Il capitolo degli svantaggi, ahimè, si apre con i prezzi dei fuoribordo elettrici, che ad oggi risultano essere ancora poco competitivi rispetto a quelli dei motori termici. C’è poi il fattore autonomia e il tempo di ricarica delle batterie, che sicuramente è un “problema” aggirabile con una buona pianificazione degli spostamenti e con accessori come piccoli pannelli solari, ma può costringerci a restare in rada proprio in quella giornata in cui la spiaggia è mezza vuota e il tempo è bellissimo.
La scelta finale sta, ovviamente, al singolo armatore, che deve valutare bene le proprie abitudini di utilizzo attuali del tender per poter prendere una scelta oculata e consapevole.
Federico Rossi
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