Le barche non muoiono mai. Storia della seconda vita di Beatrice
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Le barche non muoiono mai, quando le si ama. Tutto vero. Vi basta seguire la storia di Beatrice, un due alberi di 15 metri (15,56 x 3,78 m) costruito dal cantiere Sangermani in legno più di 60 anni fa. Partiamo dalla fine della storia. Il 15 luglio 2021 Beatrice è diventato ufficialmente di proprietà del Comune di Imperia e verrà gestito dall’istituto tecnico nautico Andrea Doria, dopo il restauro effettuato dagli studenti stessi con l’aiuto dei maestri d’ascia della città ligure. La barca è stata donata al comune e dotata dei fondi necessari a effettuare il restauro dall’industriale farmaceutico Diana Bracco attraverso al Fondazione che porta il suo cognome.
Una passione che nasce in Istria dove tutti vanno a vela
E’ la passione per il mare e la vela che ha portato alla rinascita di Beatrice. Diana Bracco, 80 anni, è nata in Istria, la patria di grandi velisti. Tanto per fare un nome Tino Straulino. Diana a 4 anni andava già a vela, come tutta la sua famiglia.
Fortuna vuole che anche suo marito, Roberto De Silva (scomparso nel 2012), fosse anche lui un grande amante del mare. Roberto nel 1999 adocchia Beatrice, se ne innamora, la compra. Diana e Roberto De Silva passano anni bellissimi su Beatrice in giro per il Mediterraneo. La barca partecipa anche ai primi raduni di scafi d’epoca.
Poi, come tutti gli oggetti di pregio, dopo un po’ bisogna rifarsi il look. Beatrice va in cantiere nel 2010 per il refit, ma nel frattempo Roberto De Silva muore. La barca rimane ferma. E si sa che una barca di legno deve vivere in mare per non deperire.
Così è arrivata la seconda vita di Beatrice
E’ la fine di Beatrice? No, perché c’è un terzo protagonista di questa storia, il comandante della barca, Giancarlo Gaudino. E’ lui che suggerisce a Diana Bracco di vedere se c’era la possibilità di donare la barca all’istituto tecnico navale di Imperia, dove lui aveva studiato. Detto e fatto, contatta Luca Bonjean, suo amico e docente del nautico.
Bonjean è famoso perché è colui che ha insegnato ad andare in barca, su Equipe e 420, a tantissimi ragazzi, non solo a Imperia. Anche a lui la passione non manca. E ha anche la possibilità di coinvolgere un’equipaggio d’eccezione, i suoi allievi del Nautico.
Così è avvenuta la rinascita di Beatrice, un prezioso Sangermani di 15 metri che rischiava di perdersi come legna da ardere. Al suo restauro hanno lavorato gli studenti e le migliori competenze nautiche della città.
Il 15 luglio 2021 ne porto di Imperia sorridevano tutti i protagonisti. Diana Bracco che ha visto bella come mai in porto la barca che gli ha dato tanta felicità. Luca Bonjean che è stato l’anima del restauro. Il comandante Gaudino che ha avuto l’idea. E tutti gli studenti del nautico Andrea Doria. Beatrice ora navigherà come barca scuola e parteciperà ai raduni di barche d’epoca. Quale migliore seconda vita per Beatrice?
Se volete sapere che barca è Beatrice, cliccate QUI
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