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Oltre al danno, la beffa. Tra il luglio e l’agosto del 2020, l’uragano Isaias colpì i Caraibi e l’East Coast degli Stati Uniti, causando ingenti danni: come quelli alla Marina di Southport (in Carolina del Sud), trasformatasi in un cimitero di barche con più di 100 scafi ammassati (ci furono anche due morti). Adesso gli armatori delle imbarcazioni danneggiate (e in molti casi distrutte) si sono visti consegnare, dal Marina, avvisi di pagamento per milioni di dollari. Questo perché sono stati ritenuti, dal porto, responsabili dei danni ai moli e alle banchine. “E’ stato come mettere il sale su una ferita”, ha commentato uno degli armatori. (foto di Ken Blevins, StarNews)
Le fatture variano da circa 8.000 a più di 20.000 a seconda dei danni che ogni barca strappata dall’ormeggio dall’uragano, avrebbe causato. Ovviamente i proprietari non ci stanno e hanno intentato una causa federale contro la Marina di Southport, sostenendo che gli argomenti della Marina non reggono e che le banchine non sono state mantenute correttamente.
Il Marina di Southport prima e dopo l’uragano Isaias: si vede chiaramente come i pontili abbiano ceduto (fonte Facebook)
John Geddie, che in passato ha avuto la sua barca ormeggiata al Marina, racconta che questa non è stata la prima tempesta che ha investito il Marina, e non si aspettava un tale disastro. “Tutte le barche erano ormeggiate con una doppia trappa, in alcuni casi tripla. Avrebbero dovuto resistere facilmente, anche perché Isaias è stato un uragano meno intenso del solito”.
Se siete arrivati fino a qui, vi sarete fatti un’idea su chi abbia ragione. Ma c’è una gabola nascosta nel contratto di affitto del posto barca al Marina di Southport: ogni persona che teneva la barca nel porto era tenuta a firmare un accordo che la riteneva responsabile per i danni alle banchine causati dalle sue barche.
Questo perché la Marina non ha assicurato le proprie banchine (eccetto quella del molo in cui c’è la stazione del carburante), facendo invece affidamento sull’assicurazione dei proprietari delle barche.
Nonostante i contratti di locazione, i querelanti sostengono di non essere responsabili per i danni ai moli a causa del fatto che i moli stessi non hanno retto.
“Come risultato diretto del cedimento dei pontili e delle banchine della Marina, la maggior parte dei pontili e delle banchine galleggianti, con le imbarcazioni ancora attaccate, si sono liberati e sono stati spinti sottovento l’uno sull’altro e sulle imbarcazioni attaccate alle banchine sottovento, ammassandosi contro il molo del porto. Altri pontili della Marina si sono liberati e, trascinando le imbarcazioni ancora ormeggiate, sono finiti in altre aree del bacino della Marina, o sono stati spinti nella palude nelle vicinanze di Cottage Creek”, si legge nella causa.
Secondo la causa, la maggior parte delle barche che erano in porto sono rimaste attaccate alle banchine danneggiate, e Geddie, avvocato marittimista in pensione, sostiene che ciò significa che gli armatori avevano preso tutte le misure per assicurare l’ormeggio sicuro delle loro barche.
C’è anche un altro punto oscuro: non si capisce quali barche abbiano causato quale tipo di danni. Gli avvisi di pagamento inviati agli armatori sono state formulati sulla base della lunghezza della loro barca, da 8.500 dollari fino a 25.000: alla richiesta di specificare i danni causati da ogni singola imbarcazione, il Marina non ha fornito dettagli. Secondo gli avvocati, se il porto non ha modo di sapere chi ha danneggiato chi, non può nemmeno sapere chi sia il responsabile dei danni causati.
Gli avvocati sostengono che a causa di questo, la marina non ha modo di sapere quale imbarcazione ha causato quale danno – se erano in effetti responsabili dei danni.
Un rappresentante della marina, Robin Rose, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “La nostra Marina è stata distrutta per un valore di oltre 5 milioni di dollari perché le barche erano nella Marina. La Marina sarebbe stata a posto se le barche non fossero state lì. Ora che siamo stati citati in giudizio, non vediamo l’ora che la Corte riveda e analizzi i fatti di questo caso e applichi la legge”.
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