Plastica in mare: anche l’Italia vieta la produzione di prodotti monouso
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Anche l’Italia recepisce la direttiva europea SUP – Single Use Plastics emanata nel 2019 che vieta la produzione di particolari prodotti di plastica monouso.
Anche l’Italia scende in campo contro la plastica che infesta i nostri mari. Lo scorso 31 maggio 2019 la Commissione Europea aveva emanato una nuova direttiva SUP – Single Use Plastics che vieta la produzione di particolari prodotti di plastica monouso e il nostro Paese ha finalmente recepito nel nostro diritto nazionale tale legge. Lo stop per il momento si limita a prodotti specifici per i quali esistono già alternative, economicamente accessibili, sul mercato: bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande, aste per palloncini, ma anche tazze, contenitori per alimenti e bevande in polistirene espanso e tutti i prodotti in plastica degradabile. Tutti questi prodotti di fatto non potranno più essere immessi sul mercato dell’UE.
Per altri prodotti di plastica monouso, come per esempio gli attrezzi da pesca e le salviette umidificate, la nuova direttiva europea impone obblighi di etichettatura, regimi di responsabilità estesa del produttore, campagne di sensibilizzazione e specifiche di progettazione, volte a limitarne l’uso, ridurne il consumo ed evitarne la dispersione nell’ambiente.
DIVIETI MA ANCHE ETICHETTE E MARCATURE SUI PRODOTTI
L’Italia e gli altri stati europei dovranno anche garantire che determinati prodotti di plastica monouso immessi sul mercato rechino sul prodotto o sul suo imballaggio una marcatura volta a informare i consumatori della presenza di plastica nel prodotto e del metodo appropriato di smaltimento dei rifiuti, evitando di disperderli nell’ambiente. Quest’obbligo si applica a prodotti come assorbenti e tamponi igienici e applicatori per tamponi; salviette umidificate per l’igiene personale e per uso domestico; prodotti del tabacco con filtri e filtri commercializzati in combinazione con i prodotti del tabacco; tazze per bevande.
L’obiettivo della nuova direttiva europea SUP – Single Use Plastics è forte e chiaro, ossia prevenire e ridurre l’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente, in particolare quello marino, e sulla salute umana, nonché di promuovere la transizione verso un’economia circolare con modelli imprenditoriali, prodotti e materiali sostenibili.
Oltre l’80 per cento dei rifiuti marini infatti è costituito da plastica, che si accumula nei mari, negli oceani e sulle spiagge dell’Europa e di tutto il mondo. Residui pericolosi sia per la vita marina che per la biodiversità, visto che vengono trovati in specie come tartarughe marine, foche, balene, uccelli, ma anche nei pesci e nei molluschi che fanno parte della catena alimentare umana.
I nuovi divieti, nella visione della Commissione Europea, favoriranno la produzione e l’utilizzo di alternative sostenibili alla plastica monouso, oltre a sensibilizzare la popolazione circa i rischi dell’inquinamento da plastica dei nostri mari e le sue ripercussioni negative sulla nostra economia, il turismo, la pesca e il trasporto marittimo.
RACCOGLI LA PLASTICA, FATTI UN SELFIE E PUBBLICALO…
Il Giornale della Vela insieme alla rivista Barche a Motore e a Medplastic, l’associazione creata nel 2018 per la salvaguardia del Mediterraneo, per questa estate 2021 lancia la campagna “Trash Hunters” e vi invita tutti a trasformarvi in cacciatori di plastica.
Come? Facilissimo, quando siete in mare navigando lungo costa e tra gli arcipelaghi oppure mentre state ancorati alla fonda in una baia oppure ormeggiati in un porto o ancora quando semplicemente vi state godendo una giornata in spiaggia, ogni volta che vedete uno o più rifiuti di plastica galleggianti raccoglieteli, fatevi un selfie con la “cattura” e postatelo su Instagram in Direct Message a @giornaledellavela e @barcheamotore oppure postate il tutto sul vostro profilo taggando @giornaledellavela e @barcheamotore oppure usando l’hashtag #medplastic2021. Oltre alla descrizione generica della vostra “preda”, nelle vostre segnalazioni è molto importante aggiungere anche l’esatta indicazione geografica del ritrovamento e il vostro nome e cognome.
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