EDIT – “Siamo affondati in due minuti, ma ci siamo salvati così”

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EDIT – L’articolo è stato provvisoriamente rimosso su richiesta dell’armatore della barca affondata durante la Regata dei Tre Golfi, poiché contenente dichiarazioni (rese da un membro dell’equipaggio) da egli contestate. L’armatore ha richiesto l’opportunità di replica.

La Redazione

LEGGI QUI LA REPLICA DELL’ARMATORE

Se volete sapere come è accaduto l’affondamento della barca leggete qui.

 

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22 commenti su “EDIT – “Siamo affondati in due minuti, ma ci siamo salvati così””

  1. In effetti, la prima cosa che mi sono chiesto sul perchè di questa collisione assurda è stato: ma perchè non avevano un ricevitore AIS a bordo ?
    Insieme al VHF, il ricevitore AIS è stata una delle prime cose che ho installato nella mia prima barca, un Viko 23, un 23 piedi con cui abbiamo percorso oltre 4000 miglia lungo tutta la Croazia. Ora abbiamo un Sun Odyssey 37 e oltre a ricevere, trasmettiamo pure il nostro segnale.
    Fosse per me, l’AIS dovrebbe diventare obbligatorio anche in trasmissione in quanto risolverebbe tantissimi incidenti. In ogni caso, anche se non obbligatorio, basterebbe il buon senso per montarlo subito.

  2. … é gli è servito questo per “imparare” a tenersi discosti? Quando l’hanno vista a 30-40m hanno cercato di passargli in prua? Complimenti!!! Nel corso di sicurezza gli avranno insegnato a mettere la zattera a sotto coperta? E gli è servito lo stazzatore stazzatore che gli imponesse di metterla fuori? Tanti errori ma tutti loro! Tanta superficialità, matutta loro! Tanta presunzione, e tutta loro!

  3. Concordo. Ma indipendentemente dagli obblighi. Questa storia delle dotazioni obbligatorie in Italia da un falso senso di sicurezza.

    Ad esempio le zattere devono esserci sempre se si fanno navigazioni impegnative (vedi notturne), obbligo o non obbligo, e devono essere pronte ad essere utilizzate, non sotto coperta.

    E come dice lo skipper: tenersi discosti. Sempre. Prevenire, prevenire, prevenire. Non mettiamo mai una nave in condizioni di dover manovrare in emergenza. Pensiamo sempre che NON ci abbia visto.

    Appena solo ci sfiora il dubbio (“sembrava che sfilasse”), manovriamo. In questo caso poggiare di 20 o meglio 30 gradi fino a vedere le luci della bettolina a sinistra, per poi riguadagnare la rotta sulla sua poppa.

    Ultima cosa, non segnalata nell’articolo. Soprattutto di notte, ci vuole qualcuno che controlli il lato sottovento, coperto dalle vele. Senza radar e senza AIS, gli occhi sono il solo strumento che ci resta per avvistare altre imbarcazioni.

  4. Premesso che siamo tutti contenti che la fortuna e il caso abbiamo salvato l’equipaggio della barca, è comunque triste leggere che un equipaggio con le loro ambizioni anche solo pensasse di stivare sottocoperta la zattera di salvataggio…Pensare, poi, di passare “per un pelo”, a pruavia di una bettolina di poco meno di 100 metri che navigava a 20 nodi di velocità (senza aver capito o saputo stimarne perlomeno lunghezza e velocità) è stato qualcosa di imperdonabile che, infatti, stavolta il “destino cinico e baro” non ha perdonato. Sono comunque certo che, dopo questo drammaticissimo incidente, l’equipaggio (in quei pochi minuti) abbia più che velocemente imparato tutto quanto gli sarà necessario, in futuro, per non trovarsi in un’altra analoga situazione!

  5. Per l’articolista Eugenio Ruocco: la scala calata lungo la murata si chiama BISCAGLINA e non BATTAGLIOLA (che è un’altra COSA). Didascalie delle foto: “la bettolina che HA CAUSATO l’affondamento”? Forse meglio scrivere la stupidità … La zattera a dritta, quando è a sinistra …
    Per lo skipper Stefano: si vede che degli insegnamenti di Caprera hai imparato veramente poco!

    1. Giornale della Vela

      Buongiorno Alberto,

      grazie delle precisazioni. La trascrizione dell’intervista conteneva la parola “battagliola”, ma è chiaramente un refuso. Provvederemo alla correzione.
      La redazione

  6. Come al solito,tanti velisti ‘della domenica’ in cattedra ,pronti solo a criticare.Navigare di più e meno chiacchiere..

  7. Sig. Mario, sicuramente le sue parole sono le più inconcludenti, scritte probabilmente giusto per essere più in cattedra dei presenti. I commenti all’articolo mi sono sembrati tutti molto sensati e logici. Non ovvi magari per qualche neofita che quindi può trarre qualche spunto.
    Dal suo commento chiunque però avrebbe poco da apprendere se non ipotizzare che forse l’unico che non naviga potrebbe essere proprio lei.
    Buon vento.

  8. Quando si vuole x forza criticare o giudicare su biscaglina o a dritta di una bettolina mi sembra una cazzata a fronte della scampata tragedia, sicuramente nessuno dei scriventi a vissuto tale situazione tra cui tu ,tutti bravi a criticare dal divano,non ho notato alcun giudizio sereno atto ad esaminare,,analizzare l’acaduto
    p.s. Pronto a confrontarmi x regate in mediterraneo e traversate oceaniche

  9. Alberto..condivido pienamente il tuo pensiero! Sono un comandante di professione su M/Y e S/B privati e tutti i miei titoli professionali li ho presi in UK ….un consiglio allo “skipper” in questione: evita la Fastnet

  10. Sig. Filippo, mi dispiace tantissimo per la perdita della sua barca. L’unica vera tragedia che mi rattrista qui è proprio questa. Il resto da Lei scritto, lo condivido pienamente.

  11. Visto che mi ha chiamato in causa, rispondo che certi errori posso perdonarli ad un giornale generico ma non ad una rivista specifica che infatti ha ringraziato e corretto. In ogni commenti ciascuno ha preso in considerazione un aspetto. Chi l’attenzione, chi la radio, ecc. Lei il nulla! Lei ha criticato chi non ha fatto mistero che la tragedia è stata sfiorata solo per fortuna. Mentre lo skipper ha fatto quasi tutti gli errori che poteva fare. Vogliamo anche chiedergli perché di notte, con due metri di onda non fossero legati alla barca? Lei è libero di regatare e attraversare l’oceano quante volte vuole, ma il suo commento oltre che inutile denota lo spirito con cui va per mare. E spero che abbia almeno il buon cuore di non insegnare a nessuno tale pratica. BV

  12. Filippo un abbraccio e capisco quello che dici. Pensa al futuro … ma meglio soli… Sarebbe davvero utile per tutti sentire la tua vera storia… che però hai già cominciato a dirci…. magari con un bicchiere e un sigaro. Le banchine sono piene di fenomeni. E anche le tastiere.

  13. Una tragedia incredibile che insegna come NON ANDARE PER MARE. Non viene detto se avevano le luci accese…anche ammesso di si, con 20 nodi e mure a sinistra la loro luce verde sarebbe stata pochissimo visibile dalla bettolina che arrivava da destra… un gravissimo errore l’essere passati a prua (credo anche che il racconto non sia fedele, una nave di quasi 100 metri non può fisicamente accostare all’improvviso). Grave la mancanza dell’AIS, il fatto che la nave lo avesse non è un’osservazione pertinente! Vale sempre e comunque la regola TENERSI DISCOSTI!

  14. In tutti gli articoli si parla di Skipper ed armatore, ma non viene mai detto chi fisse il Comandante!
    Ciò che più mi ha preoccupato è stata la dichiarazione che su 4 giubbotti autogonfiabili 2 non si siano gonfiati
    Invito questa redazione ad approfondire l’argomento e se del caso pubblicare la marca dei suddetti

  15. Da umile skipper di famiglia in estate prendo atto che l’unico vero insegnamento è guardati il culo se sei piccolo….chi lavora per mare e fa linee ripetitive tende a trascurare la necessaria attenzione, anche in una notte “diversa” con una regata annunciata dalla capitaneria: Il comandante commerciale non ritiene infatti importante e opportuno mettere qualcuno in plancia o settare allarmi su target a 2 miglia sul radar per scongiurare una collisione con i fastidiosi fighetti non professionisti per mare che sonnecchiano sotto le vele che coprono la visuale.

  16. Scusa Marco, non è questione di essere Soldini, Pedote o un umile skipper. Già ti contraddici perché ritieni che il comandante di una nave (100m in questo caso) si senta autorizzato a “trascurare la necessaria attenzione” mentre il “fastidioso fighetto” può tranquillamente sonnecchiare con la visuale coperta dalle vele … (lui non deve metterci la necessaria attenzione?) Quanto ci vuole perché un 11m poggi, abbatta e faccia un 180°? Da umile skipper avresti cercato di passare a prua?

  17. Per dare informazioni corrette bisognerebbe dire che non si trattava di una bettolina ma di una wine tanker (ossia nave cisterna che porta liquidi alimentari, acqua in questo caso) che fa regolarmente la tratta Napoli Ponza e viceversa e come ancora qualcuno racconta non va a 20 nodi ma a 10.

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