REPORTAGE Dove nascono gli avvolgitori per la tua barca
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Senza avvolgifiocco e frulloni, ormai, è impensabile navigare in crociera. Siamo andati a scoprire come nascono nell’officina di produzione di Bamar, storica azienda italiana ed eccellenza internazionale
Sarebbe un pazzo oggi chi, sulla sua barca da crociera, non montasse l’avvolgifiocco, il primo vero, storico, passo verso “l’easy sailing”.
Un’azienda pioniera in questo campo è l’italiana Bamar, che negli ultimi 44 anni ha saputo interpretare al meglio l’evoluzione degli avvolgitori (per ogni tipo di vela) grazie a due imperativi categorici: estrema qualità del prodotto, lavorato “scavando dal pieno” e semplicità.
“Vedi? Con le stesse macchine da cui escono i nostri avvolgitori e i sistemi per le rande avvolgibili, vengono prodotti componenti che equipaggiano i più grandi yacht al mondo oltre che per l’industria aerospaziale ed eolica”, mi accoglie con una punta d’orgoglio Francesco Tamburini, Italy Sales Manager di Bamar e mio “Cicerone” all’interno delle officine di produzione dell’azienda di Forlì: 11.000 mq di capannone e sofisticate macchine a controllo numerico da svariati milioni di euro.
“Bamar, contrazione di ‘Bandini Mare’, nasce nel 1977”, racconta Tamburini, “fondata da Vittorio Bandini e da Vladimiro Zattini. L’estro meccanico dell’ingegner Zattini ben si sposava con l’esperienza marinaresca e pratica di Bandini.
Uno pensava, l’altro costruiva. è iniziato tutto così: con i primi avvolgiranda manuali verticali, che all’epoca furono una vera invenzione. Poi fu la volta dei primi avvolgifiocco manuali”.
Che ancora oggi funzionano, a testimonianza della qualità costruttiva: “Pensa che a volte ci arrivano richieste di revisione di teste di avvolgifiocco manuale di 40 anni fa, magari montati su vecchi Comet 910…
D’altronde i nostri prodotti sono essenziali e resistenti perché si basano sul principio su sfere libere che ruotano su delle sedi, non c’è nulla che possa ossidarsi fatto salvo l’alluminio anodizzato!”.
L’evoluzione di Bamar
Tornando alla storia, dopo gli avvolgifiocco manuali Bamar attraversa una serie di acquisizioni societarie, passando anche per la produzione di alberi (“Bamar estrudeva su sua matrice con tanto di profilo per avvolgiranda interno”): tornata al core business dei sistemi avvolgibili, l’azienda romagnola si è evoluta con avvolgitori elettrici ed idraulici, ampliando poi la sua gamma con tutto ciò che è gestione della coperta, con centraline idrauliche a pannello, cilindri, sistemi vang.
Grazie poi all’acquisizione da parte di Soluzioni Meccaniche, “che produce componenti dal metallo pieno conto terzi, abbiamo potuto unire tutto il nostro know-how con la tecnologia e i macchinari che ci circondano”, mi svela Tamburini.
“Oggi Bamar è a bordo con i suoi sistemi avvolgibili su Mylius, Solaris, Swan, Grand Soleil, Vismara Marine, Amel, Baltic, Discovery Yacht, Perini Navi, MaxiDolphin, Sunreef Yachts, DVS Yachts, Southern Wind. Dai più piccoli avvolgifiocco manuali a, letteralmente, il più grande yacht a vela al mondo, passando per le forniture di serie. Non abbiamo limiti produttivi”.
“Un momento, Francesco”, lo fermo. “Siete a bordo della più grande barca al mondo, proprio quella?”. “Si, ‘A’ di Andrey Melnichenko, 143 metri. Abbiamo costruito i tre vang più grandi al mondo, oltre che i tre bomi con avvolgiranda… 20 metri di base ciascuno! Ma se invece parliamo di sloop, anche qui abbiamo un record: per il Mirabella V, lo sloop più lungo del mondo, abbiamo realizzato il più grande avvolgifiocco della storia, nel 2002”. Una bella responsabilità…
i materiali con cui vengono realizzati i prodotti Bamar sono verificati con una sofisticata strumentazione (dal nome DEA) per il controllo “millesimale” delle tolleranze.
Solo prodotti perfetti
A bordo di barche enormi, i carichi sono enormi. Tamburini mi accompagna al banco prova che è stato realizzato proprio per testare i cilindri e i captive winch del superyacht ‘A’: “Su questo banco test di nove metri, realizzato con putrelle di ferro saldate, possiamo ‘stressare’ i nostri lavorati fino a 250 tonnellate di carico. Il banco ovviamente è stato pensato modulare, così possiamo anche testare prodotti che devono lavorare a carichi minori e avvolgitori di serie”.
“Fate controlli a campione?”, chiedo io, ingenuamente.
“Qualsiasi avvolgitore motorizzato viene testato”, mi spiega Francesco. “I prodotti devono soddisfare precisi requisiti per quanto riguarda numero di giri, assorbirmento energetico, coppia massima. Se qualcuno di questi valori è fuori dal range, il prodotto viene scartato e ricontrollato.
Ogni avvolgitore o sistema per randa dispone di un proprio codice seriale che ne testimonia la nascita e la data di test, in modo tale da tenere sotto controllo la sua storia e se la fase di prova è andata per il meglio”. State tranquilli, quindi. Il vostro avvolgitore elettrico o idraulico è figlio di prove, test, controlli millimetrici. L’ho verificato con i miei occhi!
Il fiore all’occhiello
Finita la visita nel capannone, chiedo a Tamburini di raccontarmi quale sia il prodotto, nella lunga storia di Bamar, del quale in azienda siano più orgogliosi: “Una domanda difficile, ma sicuramente il nostro Rollgen Evo ci ha reso fieri. Stiamo parlando dell’avvolgitore per gennaker brevettato, con lo strallo per avvolgere la vela con il bordo d’entrata libero.
Abbiamo progettato e ingegnerizzato tamburo e testa, e oltre alla funzionalità siamo riusciti anche a dargli uno shape, uno stile, anche estetico, che ricorda un po’ il cerchione di un auto di lusso.
In questo oggetto c’è anche il design, il know-how, la nostra firma: quando si tratta di lavorare metalli come alluminio Ergal o Acciaio Inox 316, Bamar non ha eguali nel settore. Laddove per gli altri è conveniente utilizzare la plastica o ricorrere all’iniezione, noi scaviamo dal pieno: questo grazie anche al nostro sistema produttivo e alle macchine di cui disponiamo.
Ripeto: producendo anche componenti per conto terzi, quello che per gli altri costerebbe troppo per noi è sostenibile e riusciamo a offrire prodotti robustissimi e durevoli nel tempo a un costo accessibile”.
Uno dei segreti è certamente l’engineering di Soluzioni Meccaniche oggi sviluppa progetti CAD ad alto contenuto tecnologico ed è impegnato nella sperimentazione di nuovi materiali e soluzioni in grado di ovviare ad ogni imprevisto di navigazione.
Il complesso studio sui materiali e sulla resistenza dei componenti permette di diminuire i pesi e di fornire al progetto un’ulteriore garanzia di prestazioni e sicurezza.
Le ultime novità
Visto che la produzione di Bamar spazia dal piccolo anello low-friction prodotto in migliaia di pezzi fino ai già citati vang idraulici e avvolgitori più grandi del mondo, passando per i prodotti di serie, prima di salutarlo chiedo a Francesco di raccontarmi le ultime novità lanciate sul mercato.
“Una è l’avvolgitore motorizzato elettrico GFSE, nella sua versione ‘entry level’. Da anni è presente a bordo delle barche da 70 a 100 piedi, oggi è disponibile anche per 40-50 piedi. Il suo segreto è nel fulcro, che consiste in una sfera autoallineante in acciaio inox 316 lucidato e non nel tradizionale (e ruvido) giunto cardanico. Un sistema ‘flush deck’ che rende realmente la coperta parte integrante della struttura”. Il corpo riduttore ed il cilindro tendistrallo sottostante del GFSE sono realizzati in lega d’alluminio ad alta resistenza anodizzato a spessore pigmentato nero.
Potete scoprire il meglio della produzione di Bamar nel suo stand alla Milano Yachting Week, il nostro salone nautico digitale permanente, e su www.bamar.it.
Eugenio Ruocco
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