Morgan Freeman e le sue barche a vela (nessuna di queste è da “fighetti”)
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Prendiamo spunto da un articolo apparso di recente sul blog di Luisa Fezzardini per parlarvi di un velista “insospettabile”: l’attore premio oscar Morgan Freeman. Nato nel 1937, figlio di un barbiere e una donna delle pulizie di Memphis (Tennesse), la star del cinema statunitense si è innamorato della vela quand’era trentenne, prima di diventare celebre.
Freeman è un vero marinaio con tante miglia alle spalle, che, a detta sua, pratica la vela “come antidoto particolarmente efficace per guarire da Hollywood”. Le sue veleggiate includono di solito Long Island Sound, Block Island, le Elizabeth Islands, Cape Cod, la costa del Maine, e Yarmouth, Nova Scotia. Ecco tutte le barche ha posseduto nella sua lunga carriera. Morgan Freeman è un navigatore, quindi non troverete megayacht, daysailer firmati da prestigiose archistar, monumenti d’epoca. Nessuna barca “fighetta”.
TUTTE LE BARCHE DI MORGAN FREEMAN
1979 – ALBERG 30
La prima esperienza crocieristica di rilievo, per Morgan Freeman, risale al 1979, quando su un piccolo Alberg 30 puntò la prua verso i Caraibi. Assieme a lui, un equipaggio famigliare composto dalla moglie, la figlia e Zipper, il gatto di casa. Lungo 9,23 metri (lunghezza al galleggiamento 6,61) e larga 2,67, questo sloop a chiglia lunga con schegge (pescaggio: 1,31 m) è stato progettato dal designer Carl Alberg nel 1962 e costruito a partire dallo stesso anno dal cantiere canadese Whitby Boat Works. Ne vennero varati più di 700 esemplari, molti dei quali in vetroresina. Alcune delle sue caratteristiche e del suo aspetto ricordano le vecchie barche a vela in legno degli anni ’40 e ’50. La robustezza della costruzione la rende ancora oggi una barca protagonista del mercato dell’usato canadese e nordamericano.
ANNI ’80/’90 – SHANNON 38
Passano gli anni e per Morgan Freeman arriva il successo come attore: a partire dalla metà degli anni ottanta è protagonista di varie pellicole di successo, che dimostreranno la versatilità e il talento di Freeman. Nel 1988 riceve la sua prima nomination al Premio Oscar, come miglior attore non protagonista per “Street Smart – Per le strade di New York”.
Invece che lasciarsi “stregare” dal mondo patinato di Hollywood e dei megayacht, Freeman diventa armatore di uno Shannon 38, Sojourner, passando dall’armo a sloop a quello a ketch, senza rinunciare però alla chiglia lunga.
Lo Shannon 38, prodotto dal 1975 al 1988 in oltre cento esemplari, è stato realizzato dal cantiere statunitense Shannon Yachts su progetto dello studio G, H. Stadel & Son/Schultz & Associates: lungo 11,51 m e largo 3,51, ha un pescaggio di 1,52 m e un dilocamento di oltre otto tonnellate. Con questa barca nel 1989 il famoso attore si spinse fino a Sombrero Rock, a nord di St. Martin, e poi, due anni dopo, iniziò una lunga crociera nelle Isole Vergini britanniche.
ANNI ’90/2017 – SHANNON 43
Passano gli anni, Freeman è universalmente conosciuto, ha vinto l’Oscar nel 2005 con “Million Dollar Baby”. Con i suoi soldi, potrebbe comprarsi qualsiasi barca. Ma per lui la vela non è ostentazione: è passione, sfida. “Se vivi una vita di finzione” disse una volta Freeman, “la tua vita non vale nulla finché non fai qualcosa che metta in discussione la tua realtà. E per me, navigare in mare aperto è una vera sfida, perché è vita o morte”.
Ancora una volta, l’attore lascia da parte i comodi yachts da milionario e, restando fedele al marchio, acquista nella seconda metà degli anni ’90 Afrodesia, uno Shannon 43. Anche questo presenta l’armo a ketch, e viene proposto in due versioni, a chiglia lunga oppure con la più moderna lama. Freeman è un abitudinario, opta per la prima versione.
Lo Shannon 43, progetto di Walter Schultz , è lungo 13,36 m e largo 3,96, pesa 12.247 chili e pesca 1,45 m (2,62 nella versione a pinna), con 4.536 chili di zavorra. Una barca adatta alle lunghe navigazioni e ideale per chi vuole vivere a bordo per tanto tempo. Assieme ad Afrodesia, Morgan Freeman ha esplorato i Caraibi e si è spinto fino in Trinidad, prima di vendere la barca nel 2017 devolvendo l’intero ricavato in beneficienza.
E.R.
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