Generazione di fenomeni: Emirates Team New Zealand vince la 36ma America’s Cup
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La Coppa America resta nella bacheca del New Zealand Yacht Squadron, Emirates Team New Zealand ha portato a compimento la difesa della Vecchia Brocca, imponendosi per 7-3 su Luna Rossa. Non c’è storia nell’ultima regata, la barca italiana resiste poco contro un avversario che ne ha oggettivamente di più.
È la conclusione di una campagna di Coppa America lunga 3 anni, che ha cambiato in modo profondo la storia di questo Trofeo e il mondo della vela. Luna Rossa ne esce a testa alta, dopo avere portato aventi una sfida credibile, competitiva, nettamente superiore a Ineos Team UK ed American Magic. Una sfida che ha visto arrivare la barca italiana dove mai nessun team tricolore si era spinto in Coppa America, vincendo tre regate. Max Sirena ha messo su una squadra completa, con un mix di giovani e di uomini di esperienza, un sindacato che ha fatto fare un notevole step in avanti alla vela italiana dentro la storia di questo trofeo.
Onore però ai vincitori. Emirates Team New Zealand difende la Coppa dopo la vittoria di Bermuda nel 2017. Una vittoria che si va ad aggiungere a quella del 1995, alla difesa del 2000 proprio contro Luna Rossa, e appunto la vittoria di Bermuda prima di quella di oggi. Quattro vittorie in Coppa America negli ultimi 26 anni, per capire la montagna che Luna Rossa doveva scalare occorre tenere in mente queste statistiche.
È una vittoria anche generazionale, con i neozelandesi che già per la Coppa del 2017 hanno creduto in un team giovanissimo in acqua e a terra. E’ la vittoria di una generazione di fenomeni: Peter Burling (classe 1991), Blair Tuke (classe 1990), Josh Junior (1990), Andy Maloney (1991), per citare qualcuno dei giovani talenti che erano a bordo. O come la giovane ingegnere delle performance Elise Beavis (classe 1994). Questi ragazzi, Elise non ha neanche 30 anni, hanno già vinto due volte la Coppa America. Sono i fenomeni della generazione di velisti 2.0. Abituati alla velocità, alle classi acrobatiche, nati già nel mondo foil.
È una vittoria del design neozelandese. Dal 1995 a oggi in Coppa America i kiwi hanno quasi sempre avuto le barche più veloci, le più innovative, quelle con le tecniche di conduzione più fantasiose. Un dominio progettuale che dura da 26 anni e che, al momento, non sembra destinato a cadere. Onore a loro, onore a Luna Rossa che ha fatto di tutto per rendere a questi fenomeni la vita difficile.
RACE 10
Luna Rossa infila un’altra buona partenza, scegliendo il lato sinistro del campo. Scelta che non si rivela felice perché al primo incrocio Team New Zealand passa in tesa dopo un’iniziale vantaggio della barca italiana. Luna Rossa sembra camminare bene di bolina, con un po meno gap rispetto ai kiwi, ma oggi Peter Burling non sembra in vena di fare regali, limitandosi a una marcatura soft senza sbavature e sfruttando i maggiori cavalli di Te Reutai. I kiwi si allungano implacabili, nella notte italiana cala il silenzio. Finisce così, senza ulteriori sussulti, una regata, questo match numero 10, che non è mai stata veramente in discussione.
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Mauro Giuffrè
Ci vediamo alle 13 su Faceebook e YouTube del Giornale della Vela per una nuova puntata de Il Giornale della Coppa. Ospiti di Bacci Del Buono e Mauro Giuffrè saranno Luca Bassani, Paolo Semeraro, Ettore Botticini, Giacomo Prestini e Federico Albano.
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1 commento su “Generazione di fenomeni: Emirates Team New Zealand vince la 36ma America’s Cup”
Bene, bravi ragazzi, ora rimboccarsi le maniche e ripartire, il gap con ETNZ non è abissale e con qualche accorgimento a livello di barca si può colmare. Resta il fatto che loro appartengono ad un’altra generazione di velisti, nati e cresciuti sui foil, questo rappresenta a mio avviso l’ostacolo principale in questo momento. In ogni caso grazie a Luna Rossa per le impagabili emozioni che ci ha regalato.