Gianni Agnelli, il padre nobile della Coppa America, nel ricordo di Lapo Elkann
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“Va bene Ricci, facciamo la Coppa America” disse Gianni Agnelli dopo aver ascoltato dal giovane Cino Ricci il progetto Azzurra. Così iniziò quarant’anni fa l’avventura dell’Italia in Coppa America, quella che adesso, con Luna Rossa, sta appassionando tutti gli italiani. Agnelli concluse, prima di liquidare Ricci: “Ma vediamo di non far fare all’Italia la figura dei cioccolatai”.
I cento anni di Gianni Agnelli
In questi giorni si celebrano i 100 anni dalla nascita di Giovanni Agnelli, (deceduto nel 2003) detto l’Avvocato, negli anni ’80 sicuramente l’italiano più influente e famoso nel mondo. Un grande amante della vela. Il nipote Lapo Elkann ha ricordato sul Venerdì di Repubblica il nonno, intervistato nella ricorrenza dei 100 anni dalla sua nascita. Non ha parlato della figura dell’Avvocato come capitano d’industria, proprietario dell’allora più grande azienda d’Italia, la Fiat, ma come grande appassionato di vela e di mare.
Mi piace il vento perché non si può comprare
Racconta Lapo: “Amava il mare, come luogo della libertà e della civiltà occidentale, del rischio, del mareggio come metafora della vita”.
Perché a Gianni Agnelli piaceva così tanto la vela? Il ricordo va ad un suo famoso aforisma: “Mi piace perché il vento è l’unica cosa che non si può comprare”.
Tra i ricordi più belli che il nipote Lapo ha del nonno c’è la regata del Fastnet nel 2001 a bordo della meraviglioso maxiyacht Stealth che Agnelli si era fatto progettare da German Frers.
Con quella barca, allora avveniristica, Lapo Elkann conserva uno dei ricordi che non dimenticherà mai: “Uno dei momenti più belli fu quando nel 2001 partecipammo e vincemmo la regata di Cowes. Chi ama il mare dovrebbe, fosse solo per una volta, almeno assistere se non partecipare alla Fastnet Race che dal porto sull’isola di Wight – in Inghilterra – raggiunge il faro del Fastnet, aggira quel leggendario sperone roccioso a sud dell’Irlanda e si dirige verso Plymouth. La forza del vento e delle onde sono tali che è come andare sulle tracce del diluvio”.
Quando tirò su il telefono e trovò i soldi per Azzurra
Dicevamo che è lui, Gianni Agnelli, il padre nobile delle sfide italiane in Coppa America. Ecco il ricordo del preciso momento in cui si avverò, nel febbraio 1981, il sogno di una barca italiana in Coppa America nel ricordo di Cino Ricci: “Ripenso alle parole dell’Avvocato. Ricci, mi ha convinto…(…) Ci credo, ma mi sembra ancora impossibile. Rivedo la scena.
In principio l’Avvocato è un po’ scettico, ma poi comincia a crederci. Sì, Ricci, le credo, è un buon progetto… La facciamo… Ma dobbiamo trovare gli sponsor… Chi ci mettiamo? Alza il telefono, che rimane a mezz’aria, mi guarda e quasi indovinando il mio pensiero… No, no, la Fiat no… E si fa passare Barilla, Cinzano… Dice a tutti che si fa la Coppa America. (…) Io sono sorpreso. Non dice vedremo, mi lasci pensare… No, dice proprio: si fa… Con una raccomandazione soltanto, però… Ricci, non andiamo a fare la figura dei cioccolatai…”
Alla Coppa America ci pensava dagli anni ‘60
Agnelli non lo svelò a Cino Ricci, ma era dal 1960, quando con Beppe Croce (allora presidente della Federazione Italiana Vela) usci a Newport in barca con John Kennedy, che pensava ad una sfida italiana nella Coppa America.
Lo testimoniò lo stesso Beppe Croce che era anche presidente del più antico yacht club, lo Yacht Club Italiano, di cui faceva parte Agnelli. Croce confessò al Giornale della Vela nel 1979: “Gianni voleva assolutamente che una barca italiana partecipasse alla Coppa America. Ma aveva due dubbi: non voleva metterci tutti i soldi e pensava che non avessimo il know how sufficiente per partecipare senza fare una figuraccia”.
Poi, come abbiamo visto, Agnelli si ricredette. In primo luogo perché mise solo un 18esimo del budget di Azzurra composto proprio da altri 17 sponsor. E poi perché si convinse che con Ricci non avremmo fatto “la figura dei cioccolatai”.
Le barche più belle del mondo erano sue
Le barche a vela di Gianni Agnelli sono state tra le più belle e invidiate al mondo. Ma quella che tutti ricordano è proprio quella su cui vinse il Fastnet il nipote Lapo Elkann. Il Giornale della Vela l’ha inserita nel 2015 tra le 100 barche mitiche della storia.
Ecco cosa scrivemmo a proposito di Stealth: “Il genio di Germán Frers a disposizione dell’avvocato Agnelli ha dato vita allo Stealth nel 1996: 26 metri di barca con un albero di 36, interamente costruita in carbonio, eccezion fatta per l’elegante coperta di teak. Nerissima. Nel 1998 la barca matura il record di traversata del Mediterraneo, nel 2001 vince il Fastnet tra i monoscafi e la Regata del Giubileo (intorno all’isola di Wight per celebrare i 150 anni della Coppa America) in tempo reale”.
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