Cosa succede adesso a Perini Navi e chi potrebbe essere il nuovo padrone
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Vi abbiamo raccontato qui come sia sia arrivati al fallimento di Perini Navi: ora resta da capire chi sarà il nuovo proprietario del marchio iconico simbolo del made in Italy, delle navi a vela che puoi manovrare da solo. Per adesso il curatore fallimentare Franco Della Santa assumerà l’esercizio provvisorio.
Poi il 22 giugno in tribunale avverrà la verifica dello stato del passivo dell’azienda e potremo capire meglio il destino degli stabilimenti di Viareggio, Spezia, Yldiz (Turchia). Ma intanto “alla finestra” ci sono tre candidati importanti, operanti, principalmente, nel campo dei megayacht a motore. Al Gruppo Ferretti e a Sanlorenzo, che già avevano manifestato il proprio interesse all’acquisizione del marchio, si è aggiunta The Italian Sea Group. Chi la spunterà?
L’INTERESSE DI SANLORENZO
Analizziamo la situazione di Sanlorenzo, unica società ad essere quotata in borsa, con un fatturato di 455,9 milioni di euro (2019): il gruppo guidato dal CEO Massimo Perotti, che costruisce superyacht da 27 a 70 metri, potrebbe essere interessato non soltanto al marchio ma anche agli asset di Perini Navi, visto che due dei suoi tre stabilimenti sono a Spezia (l’ex cantiere Beconcini, per il refit & repair dei megayacht) e a Viareggio (la sede principale) proprio come quelli di Sanlorenzo (che conta su un terzo stabilimento a Massa).
Sicuramente la quotazione in borsa fornisce grande credibilità al marchio, che dovrebbe agire quindi nella massima trasparenza con un piano industriale solido e lungimirante. Un’ottima occasione per Sanlorenzo di entrare nel mercato dei superyacht a vela: un mercato che è sicuramente di nicchia rispetto a quello del motore, ma facilmente aggredibile con un marchio internazionalmente riconosciuto come Perini.
LA SOLUZIONE “CINESE”
Il Gruppo Ferretti, a maggioranza cinese (l’86,8% è della Shandong Heavy Industry Group-Weichai del presidente Tan Xuguang, con il 13,2 nelle mani di Piero Ferrari, figlio di Enzo), è un altro player importante: 649 milioni di fatturato nel 2019, otto marchi sotto la sua egida (Ferretti, Riva, Pershing, Itama, Mochi Craft, CRN, Custom Line, Wally Yachts), un piede nel mondo della vela dopo l’acquisizione, appunto, di Wally. Anche in questo caso sarebbe grande l’interesse verso gli asset di Perini, considerato che, di fatto, Wally non ha un vero e proprio sito produttivo. L’amministratore delegato Alberto Galassi non ha mai nascosto l’interesse per il marchio Perini.
LA PISTA 100% ITALIANA
L’ultimo “nome caldo” che entra in questa sfida a tre è The Italian Sea Group (TISG) del presidente e fondatore Giovanni Costantino: una realtà in crescita negli ultimi anni, con i suoi marchi Tecnomar, Admiral, NCA Refit (oltre che l’acquisizione di Celi, azienda storica rinomata per la lavorazione di interni di lusso in legno). Il gruppo italiano, con sede a Marina di Carrara, ha chiuso il 2019 con un fatturato di 97 milioni. Oltretutto, non è neppure completamente estraneo al mondo dei superyacht a vela: il refitting del mitico Mirabella V, il più grande yacht con armo a sloop mai costruito (77 metri di lunghezza, 90 metri di albero!) è avvenuto di recente proprio nei cantieri di NCA Refit, che ha dimostrato di avere spazi e competenze.
Reiteriamo la domanda: chi la spunterà? Tante ipotesi, per ora poche certezze. Non sappiamo ancora che fine faranno gli stabilimenti di Perini (il curatore fallimentare farà gli interessi dei 100 dipendenti del cantiere, che presumibilmente saranno assorbiti dai nuovi proprietari: resta da capire il cantiere turco), ma su una cosa possiamo stare tranquilli: il marchio delle supernavi che vanno da sole, fondato da Fabio Perini nel 1983, non scomparirà.
E.R.
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