Giancarlo Pedote ha doppiato Capo Horn, la vela italiana c’è
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Giancarlo Pedote alle 2,12 della scorsa notte, a bordo di Prysmian Group, ha doppiato Capo Horn con il tempo di 57giorni 11 ore e 52 minuti. Lo ha fatto navigando bene, in sicurezza ma veloce, e recuperando durante il passaggio anche una posizione, scavalcando Boris Herrmann sotto un vento di circa 40 nodi e 5 metri d’onda. Lo skipper italiano adesso si trova in nona posizione, staccato di 769 miglia da Yannick Bestaven che guida la classifica nella risalita dell’Atlantico. Per Prysmian e Pedote si chiude così positivamente l’esperienza nei Mari del Sud, dove l’italiano ha dimostrato sicuramente molta prudenza, ma una strategia sempre coerente con gli obiettivi che si è preposto. A tratti lo abbiamo visto anche attaccare, tenere medie superiori anche ai 20 nodi e oltre le 400 miglia nelle 24 ore. Pedote lo ha fatto quando riteneva che non fosse rischioso farlo, quando il mare era in condizioni tali da consentirgli di andare veloce senza però mettere troppo sotto stress i materiali e la barca. Il toscano del resto ha detto fin dall’inizio che il suo obiettivo non era ne vincere ne cercare il podio, ma fare esperienza, conoscere il giro del mondo, condurre la barca bene e portarla al traguardo. Linea d’arrivo che ancora dista oltre 6 mila miglia durante le quali ancora molte cose possono succedere. In condizioni di mare più gestibili è lecito aspettarsi un Pedote un po’ più “cattivo”, può recuperare ancora posizioni superando barche come quella di Maxime Sorel, Jean Le Cam e Benkamin Dutreux, tutte barche di vecchia generazione e senza foil che nella risalita degli Alisei saranno meno a loro agio di Prysmian. Qualche piccolo rischio, per fare ciò, andrà preso ma sarà Giancarlo a dire se se la sente e, soprattutto, se ne vale la pena.
Nel frattempo Bestaven sta affrontando una fase quanto mai complessa con un grosso anticiclone da agirare. La scleta dello skipper di Maitre Coq è stata quella di passarlo da est, in un corridoio molto stretto tra l’alta pressione e il limite dei ghiacci. Dalin, in seconda posizione lo sta seguendo ma rischia di arrivare in ritardo con la bolla senza vento posizionata sulla sua rotta. Ruyant, terzo, ha invece scelto l’opzione ovest che lo impegnerà in una lunga bolina nelle prossime ore. Il Vendèe Globe è più aperto che mai e lungi dall’eleggere il suo nuovo re.
Mauro Giuffrè
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