Vendée Globe: capodanno da tregenda a Capo Horn
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Non sappiamo se lo avevano immaginato così il loro passaggio a Capo Horn gli skipper del Vendée Globe, Charlie Dalin e Yannick Bestaven in particolare, a Capodanno e con una tempesta da oltre 50 nodi. Ma è quello che sta per succedere.
Partiamo dai numeri dei due skipper di testa per spiegare la loro tattica di approccio all’ultimo dei Capi, il più duro, da doppiare prima di rientrare in Atlantico. Charlie Dalin fa segnare 496 miglia in 24 ore a oltre 20 nodi di media. Bestaven si ferma a 454 ma la loro progressione è in pieno sviluppo ed è lecito immaginare che nelle prossime ore la percorrenza salirà a oltre 500. Perché il leader Bestaven e il suo inseguitore Dalin, rispettivamente su Maitre Coq e Apivia, stanno andando così forte? Il motivo è semplice da spiegare: alle loro spalle si è creata una brutta depressione che si muoverà nelle prossime ore velocemente verso Capo Horn. I due leader, entrambi su Imoca foiler (Apivia di ultime generazione, Maitre Coq di penultima n.d.r.) vogliono restare davanti a questo sistema meteo e per farlo hanno solo una scelta: tenere il piede pigiato sull’acceleratore come se non ci fosse un domani. Si tratta di un rischio ovviamente, ma sarebbe molto peggio farsi inghiottire da una depressione che potrebbe portare onde anche superiori ai 7 metri.
Apivia e Maitre Coq navigano già con un vento superiore ai 30 nodi, presumibilmente sotto raffica già a 40, ma le condizioni del mare davanti al fronte sono buone per potere fare velocità. Si gioca tutto sul filo delle traiettorie e dei minuti. Più i due leader vanno forte verso est più avranno possibilità di evitare il peggio. A Capo Horn mancano ormai meno di 48 ore, per una distanza inferiore alle 1000 miglia. I due foiler sono a un passaggio decisivo: se la loro tattica si rivelerà vincente, e se Capo Horn li lascerà passare, il loro vantaggio potrebbe essere più che raddoppiato all’ingresso in Atlantico lievitando anche fino alle 1000 miglia sul gruppo che insegue.
Situazione invece difficilissima per gli inseguitori guidati da uno scatenato Damien Seguin, velista paralimpico che regata senza una mano, e da Thomas Ruyant. Quest’ultimo è in una posizione tale da poter tentare di restare davanti alla depressione, ma al momento sembra ancora attardato nella zona di transizione di poco vento. Il gruppo si trova infatti in una zona con pochissimo vento, senza possibilità di accellerare verso est ed evitare la parte peggiore della depressione che nelle prossime ore potrebbe piombare su di loro oppure passare più a nord lasciandoli senza vento e in un mare caotico. Gruppo degli inseguitori di cui fa parte, tre gli altri, anche Giancarlo Pedote attualmente in 11ma posizione a 621 miglia dal leader. Pedote ha rallentato volutmente e si è alzato verso nord. La sua intenzione sembra quella di lasciare sfilare la depressione e seguirla. Troverà condizioni dure, con mare caotico, ma avrà spazio sottovento sul limite dei ghiacci per potere poggiare nel caso in cui le cose si mettessero male. Cosa che invece potranno fare meno Jean Le Cam e gli altri skipper posizionati più a sud, quasi al limite con il confine dei ghiacci che non può essere superato per regolamento.
Il passaggio a Cpo Horn avverrà comunque con circa una settimana di ritardo rispetto al riferimento di Armel Le Cleac’h sull’Imoca foiler Banque Populaire nel 2016. Un ritardo spiegabile con le condizioni meteo del tutto anomale di questo Vendée caratterizzato da depressioni velocissime che non hanno quasi mai consentito agli skipper un buon posizionamento davanti ai fronti, costringendoli ad affrontare situazioni di mare sempre caotico.
Mauro Giuffrè
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