“Dal porto di Ravenna per un’ordinanza assurda non puoi uscire in deriva”
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Ci ha scritto Nicolò Marino, un 17enne appassionato di vela che sta conducendo la sua personale battaglia contro il comune di Ravenna perché, paradossale in un gigantesco porto canale di una città che ha visto passare barche come Azzurra e Il Moro di Venezia, non c’è spazio per l’attività in deriva (e quindi per i giovani), a causa di un’ordinanza, dice. Ecco la sua lettera.
FATEMI USCIRE IN BARCA, E’ UN MIO DIRITTO
Buongiorno caro direttore, sono Nicolò Marino, ho 17 anni. Io sto combattendo contro il comune di Ravenna e le autorità marittime, in quanto in tutto il porto non c’è la possibilità di uscire con le derive. Scrissi una email a tutto il consiglio comunale e a quasi due mesi dall’invio di questa email mi è stata data una risposta, per nulla esaustiva. Io ringrazio e sono contento già che mi abbiano risposto, però sinceramente sono deluso dalla risposta.
Mi è stato detto che secondo un’ordinanza della regione Emilia Romagna sono vietate la balneazione e la navigazione a meno di 150 m. dai porti e che le derive (in quanto piccole barche) sono in facile balia delle correnti. Allora caro direttore io sono andato a verificare e su internet l’ordinanza parla solo del divieto di balneazione (anche perché, se mi permettete, il divieto di navigazione in un porto è un po’ assurdo).
Per quanto riguarda le correnti, inizio con il dire che le correnti ravennati sono debolissime se non inesistenti. La corrente debolissima che batte sulla costa ravennate è la corrente adriatica che corre da Nord verso Sud. Allora io pongo un quesito: se le autorità competenti dicono che le derive (essendo piccole) sono in facile balia delle correnti (opinione che io personalmente non condivido), perché è stata data la concessione per fare un canale a Porto Corsini (Porto Corsini è la frazione situata subito a nord del porto canale) uguale a quello che sto chiedendo di fare a Marina di Ravenna (Marina è la parte centrale e sud del porto dove si trova anche il porto turistico)?
Visto quanto sostenuto dalle autorità competenti la corrente adriatica rischierebbe di spingere le derive sulla rotta delle navi in transito. Mi pare assurdo che una città capitale della nautica italiana, che ha vantato barche come Azzurra e Il Moro di Venezia non dia spazio a giovani velisti. È un bel paradosso, cioè è un porto enorme, ma non c’è spazio per le barche piccole.
Io non sono di Ravenna ma di San Giovanni in Persiceto (BO). Io amo così tanto la vela che tutti, ma proprio tutti, i weekend faccio l’impossibile pur di essere a Marina, anche d’inverno con pioggia e mare mosso. Ho rinunciato alla compagnia di amici, ai giri in moto per la mia passione ed è per questo che non mi arrendo; siccome praticare il mio sport è un mio diritto io mi batterò per quel canale.
Non sto chiedendo nulla di spaziale, chiedo solo quattro boe a 20 m l’una dall’altra. Spero che comprendiate la necessità di questo canale e mi auguro di avere anche il vostro appoggio.
Vi ringrazio e spero che possiate sostenermi, in quanto promotori della vela in italia, nella mia battaglia.
Se non facciamo veleggiare i velisti di domani, come facciamo a dare un domani alla vela?
Cordiali saluti e buon vento
Nicolò Marino
Il codice della navigazione vieta la navigazione a vela nei Porti commerciali, ma le dimensione enormi del porto canale di Ravenna potrebbero fornire spazio sufficiente per uno specchio d’acqua riservato alle scuole vela o alle derive. Voi cosa ne pensate?
(foto di Gianni Careddu, https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ravenna,_frazione_Marina_di_Ravenna_(01).jpg)
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