Vendée Globe stregato: Thomas Ruyant rompe un foil, Dalin va in fuga

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Sembra che la sorte abbia deciso di accanirsi contro i favoriti per la vittoria del Vendée Globe. Dopo Beyou che è dovuto tornare a fare un pit stop tecnico a Les Sables e adesso è ultimo staccato di 3 mila miglia, dopo il problema strutturale su Hugo boss che è costato a Thomson oltre 600 miglia di ritardo, adesso tocca a l’enfant prodige Thomas Ruyant fare i conti con la cattiva sorte. Il francese ha comunicato la rottura del foil di sinistra, avvenuta questa notte in circostanze ancora da capire ma l’ipotesi probabile sembra un oggetto vagante.

Ero a circa 120° al vento, camminavo a 20 nodi quando ho sentito questo grande rumore”, dice Thomas. “Non ho davvero una spiegazione. Ho rientrato subito il foil in modo che non si trascinasse in acqua. Alla luce del giorno ho potuto ispezionarlo da cima a fondo, in collaborazione con il mio team e gli architetti a terra. Non c’è nessuna via d’acqua. Ma il foil è davvero incrinato in molti punti. La struttura stessa ne risente. Aspetto l’analisi degli architetti per vedere se devo tagliare l’appendice o meno. Sono secondo nel Vendée Globe. Da domenica ho avuto molti piccoli problemi, che sono riuscito a risolvere, ma che stamattina sono stati coronati da un danno. Naturalmente continuo la gara, handicappato, con un solo foil, ma mi conforta il fatto di avere ancora il foil di dritta, che è forse statisticamente il più importante per un giro del mondo. E’ una lunga strada da percorrere. Vado avanti, mi reggo in piedi!“. Ruyant immaginiamo stia sperando che nei prossimi giorni, fin da Cape Town, possa navigare con vento dai quadranti occidentali e non dai meridionali, cosa che gli permetterebbe di impiegare il suo foil di destra.

Questo numero di incidenti di fatto è normale nel Vendée Globe e accadevano anche quando le barche non avevano i foil. Anzi possiamo dire che fino ad ora questo Vendée Globe, al netto di numerosi problemi tecnici avuti da diverse barche, sta tutto sommato lasciando passare la flotta, considerate anche le due forti depressioni incontrate pochi giorni dopo la partenza. A parte il disalberamento di Corum, tutta la flotta è ancora in regata.

In testa troviamo Charles Dalin su Apivia, che beneficiando del rallentamento del suo principale rivale adesso fa segnare 70 miglia di vantaggio proprio su Ruyant. Terzo posto provvisorio per Jean Le Cam, staccato di 363 miglia e alle prese con una scelta tattica difficile nel mezzo dell’anticiclone di sant’Elena. Chi sta fuggendo dall’anticiclone invece, con la barca adesso in grado di navigare regolarmente, è Alex Thomson che fa rotta deciso verso sud per lasciarsi alle spalle le calme di Santa Elena. Da monitorare con attenzione le scelte del Boss, che ha oltre 600 miglia di ritardo ed è in ottava posizione, ma ormai abbiamo compreso quanto quest’edizione della regata possa essere imprevedibile e 600 miglia alle velocità dei nuovi Imoca possono significare anche solo poco più di 24 ore di ritardo.

Giancarlo Pedote, 13mo a oltre 800 miglia, ha pagato a caro prezzo i capricci di Santa Elena che lo ha tenuto intrappolato per almeno 24 ore nella sua “bonaccia”, ora sembra avere scelto anche lui la rotta sud che alla luce delle previsioni meteo potrebbe rivelarsi quella più giusta. Prysmian può lottare per entrare nei primi dieci in questa situazione di grande incertezza.

Mauro Giuffrè

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