Alex Thomson: “farò qualsiasi cosa per restare in regata”
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Hugo Boss è tornata in rotta, Alex Thomson dovrebbe avere affrontato la maggior parte della riparazione e probabilmente nella giornata di oggi si avvia verso le battute finali dell’intervento per riparare in longherone lesionato a prua. Un problema che gli costerà oltre 24 ore di stop forzato, con una perdita di miglia sensibile, stimata intorno alle 500. Per quanto riguarda l’affidabilità della barca invece è assai improbabile che il britannico prosegua verso il Southern Ocean senza avere sufficienti rassicurazioni in tal senso.
Così Thomson nella notte prima di affrontare la riparazione alla prua:
“Ciao a tutti,
scoprire che la barca era danneggiata all’inizio è stato un po’ uno shock, ma poteva andare peggio. Il danno è riparabile e non siamo ancora nell’oceano del sud. La prima parte dell’intero lavoro è stato spiegare al mio team cosa fosse successo. Oggi è molto più facile di qualche anno fa con le comunicazioni. Quindi ho chiamato Ross (il direttore tecnico) e lui ha messo insieme il giusto gruppo di persone – i designer, gli ingegneri, il nostro team – e mentre quelle informazioni sono state studiate da loro io mi sono preso finalmente un bel momento per dormire. Sapendo che al risveglio mi avrebbe aspettato un grande lavoro portare da portare a termine, ho dormito circa sei ore in modo da essere pronto. Abbiamo iniziato a esaminare il piano di riparazione in modo che potessi comprenderlo appieno e porre le domande giuste. La prima parte è stata quella di stabilizzare lo scafo, così ho dovuto tagliare, incollare e imbullonare. Questo è stato fatto ed è stato laminato. La parte successiva è preparare il resto dell’intervento. Devo mettere insieme tutti i materiali ed eseguire la maggior parte dei tagli ora mentre il vento è ancora leggero. Mi restano ancora un paio d’ore di luce, quindi ho intenzione di tagliare e poi il resto non ha importanza perché è a prua e lì dentro è comunque buio.È davvero umido, è piuttosto difficile a prua. Su Hugo Boss abbiamo caricato un bel po’ di materiali – resina subacquea, colle che possono affrontare condizioni umide -. Immagino che molti altri team non imbarchino tanto materiale quanto noi. È un lavoro piuttosto complicato, quindi non devo avere fretta e devo assicurarmi che sia fatto bene. Sono deluso ovviamente, ma questo è il Vendée Globe. Questo è ciò che comporta. Devi essere in grado di affrontare queste cose. Questo è il motivo per cui portiamo questi materiali e strumenti e perché in genere siamo molto bravi a gestire queste cose. Normalmente mi sento arrabbiato, triste, ma non questa volta. Ho solo bisogno di andare avanti. Sono sicuro che a un certo punto le emozioni potrebbero ribaltarsi anche se, per ora, c’è solo una cosa da fare, ed è portare a termine il lavoro nel miglior modo possibile. Farò tutto il necessario per restare in gara”.
La regata nel frattempo va avanti con un nuovo leader, Charlie Dalin su Apivia che ha 18 miglia di vantaggio su Linkedout. I due stanno dando vita a un vero match race atlantico a colpi di strambate, probabilmente a volte si sono anche avvistati e certamente si controllano tramite radar e AIS, per una sfida che diventa sempre più appassionante.
Si affretta a scendere verso sud anche Giancarlo Pedote, staccato di poco più di 600 miglia dal leader, attualmente in 13ma posizione e prossimo all’ingresso in un’area con poco vento. Nel mirino di Prysmian il sorpasso a Damien Seguin e Benjamin Dutrex.
Mauro Giuffrè
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