ESCLUSIVA – Il designer di American Magic: “L’opera morta non esiste più e Luna Rossa…”

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Silvio Arrivabene, ingegnere classe 1975 da Pordenone. Ha una lunga esperienza in Coppa America iniziata con Mascalzone Latino e proseguita con Alinghi. Per American Magic è il Design Production Manager.

La Coppa America è sempre più vicina e le scelte sul design delle barche, i nuovi AC 75, sono quasi quelle definitive. Tutti gli sfidanti stanno navigando con barca 2 ad Auckland, l’ultima a mostrarla è stata Luna Rossa. Si attende ora solo di conoscere la barca del defender Emirates Team New Zealand. Abbiamo parlato con Silvio Arrivabene, il Design Production Manager di American Magic, il sindacato del New York Yacht Club, che ci ha svelato alcuni particolari sulla genesi e le caratteristiche delle nuove barche.

Cosa ha portato al cambiamento importante di design osservato su Patriot rispetto a barca 1 Defiant?

Come challengers, abbiamo ricevuto le prime bozze della regola di classe AC75 nella primavera del 2018 e la versione 1 a fine giugno 2018. Il periodo di comprensione della regola e sviluppo delle idee progettuali era pertanto solo all’inizio quando le linee di Defiant sono state consegnate al cantiere. Patriot e’ il risultato di un percorso ben più lungo.

Defiant, barca 1 di American Magic, si nota la prua in stile “scow” e la carena completamente piatta
American Magic’s AC75 PATRIOT. Si notano i cambiamenti radicali nel design, inclusa la presenza dello “skeg” in carena.

Su Patriot si continua a vedere il boma, è una soluzione definitiva o state studiando qualcosa di alternativo sul modello di Luna Rossa?

A questo punto dello sviluppo le idee di base sono piuttosto consolidate ed il boma è parte di esse.

Anche su Luna Rossa 2 non è presente un boma tradizionale ma la la randa è “sigillata” alla coperta e gestita da sistemi di movimentazione sottostanti.

In questo momento cos’è la cosa che preoccupa di più il vostro design team?

Tutto: dall’efficienza del pacchetto aerodinamico, all’integrazione con lo scafo, alle appendici ed all’affidabilità dei sistemi di controllo.

Come sono cambiati sugli AC 75 i concetti di opera morta e opera viva?

Penso si possa dire che sugli AC75 non c’è opera morta ma è tutta opera viva dal momento che gli scafi passano la maggior parte del tempo in aria ad alte velocità e la componente aerodinamica è rilevante.

È realistico immaginare delle regate con prestazioni simili tra le barche?

Per quello che si è potuto vedere finora da una certa distanza sembra che non ci siano differenze abissali. Molto farà l’abilità di decollare e di rimanere in volo sia durante il pre-partenza che sul percorso.

Vi ha impressionato di più la barca 2 italiana o quella degli inglesi?

La seconda barca di Luna Rossa, per quanto abbiamo visto finora, non ci è parsa molto diversa nella sua concezione rispetto alla prima; la seconda barca di Ineos ha mantenuto alcuni aspetti della prima ma ha introdotto il concetto di “skeg” con maggior volume, quasi a voler riprendere l’idea del moth, immaginiamo per agevolare il decollo. In proporzione forse la seconda barca inglese appare più diversa.

Come potremmo riassumere l’utilità di quella sorta di “chiglia lunga” che i nuovi AC 75 hanno in carena e che la prima American Magic non aveva?

L’idea dietro allo “skeg” e di cercare di portare la chiusura dell’ala (end plating) ancora un po’ verso il basso, verso la superficie dell’acqua. Si vedono diverse interpretazioni di questa teoria, da chi l’ha realizzata in maniera minima e sottile, a chi ha introdotto un certo volume, a chi come Ineos ha cercato di massimizzare quel volume presumibilmente con l’idea di agevolare il decollo.

Dobbiamo aspettarci altre modifiche importanti nel design delle barche prima delle regate ufficiali?

Il Protocollo della 36ma Coppa America non permette di modificare una barca oltre il 12.5% in superficie per cui non c’è molto spazio di manovra. Diciamo che non ci si aspettano modifiche importanti su questo fronte.

Mauro Giuffrè

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