Mino Taveri: “Ho navigato sul Jeanneau Sun Loft 47 e ve lo racconto”

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jeanneau sun loft 47Un tester d’eccezione, il giornalista sportivo Mino Taveri, è andato in crociera  sul particolarissimo Jeanneau Sun Loft 47 (14,00 x 4,49 m). Ecco le sue impressioni…

LA MIA CROCIERA SUL MONOMARINANO JEANNEAU SUN LOFT 47

Mino Taveri, 58 anni, è un nome noto del giornalismo sportivo. È uno dei volti principali di Sport Mediaset: pochi sanno che in realtà è un appassionato (ed esperto) velista.

Confesso che mi sono preso un bel rischio, e confesso anche che quando ho mostrato le foto del Jeanneau che intendevo noleggiare in Grecia ai miei amici “puristi” della barca a vela, sono stato  preso anche un po’ in giro.

Ma eravamo in 11, e visto che intendevo comunque noleggiare un monoscafo non avevo molta scelta, l’alternativa era un catamarano. Così,  quando il mio amico Gianni di Navalia mi ha consigliato questa nuova barca disponibile a Corfù, il Jeanneau Sun Loft 47, non ci ho pensato due volte: “ok, proviamo”.

Lo dice la parola stessa: Loft. Proprio così, perché quando sali a bordo di questa barca a vela di 47 piedi (quindi, nemmeno una lunghezza proibitiva),  ovvero quando metti piede per la prima volta nel pozzetto, ti sembra davvero di essere entrato in un loft. Il concetto segue perfettamente la filosofia del catamarano: pozzetto e dinette sullo stesso piano, giù si va solo per dormire, le cuccette sono 6,  e usare il bagno, ce ne sono 4.

Quindi finita l’era del “visto che vai giù….”, con il condannato di turno che appena metteva piede sul primo scalino per andare in dinette veniva bersagliato dalle richieste degli amici.

Sul Sun Loft esci dall’acqua, attraversi il pozzetto e arrivi direttamente verso quattro, avete letto bene, proprio quattro grandi frigoboat, dove puoi averci conservato di tutto, basta solo dare un’occhiata un po’ più spesso del solito alle batterie dei servizi.

Il pozzetto del Jeanneau Sun Loft 47 è XXL

E poi il pozzetto, appunto, forse riduttivo chiamarlo in questo modo visto che ci si trova di fronte a un vero e proprio salone, vista mare e vista cielo, con due tavoli rettangolari a poppa dei due timoni a ruota.  Dove, fidatevi, non è mai stato così comodo e agevole mangiare in 11!

Tavoli che peraltro si abbattono per diventare due letti matrimoniali, nel caso a qualcuno venisse voglia di dormire all’aperto.

Pozzetto coperto da una imponente struttura d’acciaio, forse un po’ invadente e che riduce la visibilità quando si sta al timone, ma con una comoda parte centrale scorrevole per far passare i raggi del sole.

Uno dei momenti clou della crociera di Mino: i “souvlaki” sulla piastra elettrica del Sun Loft 47.

Al centro della barca c’è la cucina, qui il costruttore ha lesinato sui fuochi, ce n’è solo uno (anche se, non so come, non si spegne mai anche se è all’aperto), ma l’ha dotata di una piastra elettrica dove pian piano comunque ci si abitua a cucinare. Tanto che, dopo i primi giorni di tentennamenti, lì sopra ci sono finiti anche una quarantina di souvlaki, e vorrei vedere quanti di voi hanno mai cucinato gli squisiti spiedini greci per undici persone a bordo di una barca a noleggio.

Ovviamente c’è tutta una struttura di bimini in tela con metri e metri di cerniere per chiudere tutto in caso di pioggia o in navigazione con onde e relativi schizzi. Ma tanto, per lo meno nelle isole ioniche in piena estate, difficile che si debba ricorrere alla chiusura totale soprattutto a causa del brutto tempo, cosa molto rara da quelle parti.

Se posso permettermi un piccolo suggerimento al costruttore, si potrebbe forse rinunciare a una cabina (cinque sarebbero più che sufficienti per un 47 piedi),  per ampliare leggermente le cabine di prua o anche aggiungere un ulteriore bagno.

E a vela?

E veniamo alla domanda cruciale: “Ma a vela si va”? Certo, e anche con piacere. L’enorme larghezza dello scafo e il suo relativo spigolo riducono decisamente lo sbandamento; certo con il Jeanneau Sun Loft 47 non si vanno a fare le regate, ma al traverso nel Canale di Corfù si veleggia che è una bellezza, nonostante la superficie velica, un po’ come accade per tutte le barche a noleggio, sia decisamente più ridotta e il fiocco autovirante ne riduca le prestazioni. Tutto a vantaggio comunque sempre della facilità di manovra, oltretutto i winch sono montati al fianco delle ruote dei timoni.

E così il “monomarano”, come l’hanno perfettamente battezzato gli amici del Giornale della Vela, si è rivelato una trovata interessante per chi vuole farsi una vacanza in barca a vela in piena comodità senza dover ricorrere all’imponenza del catamarano. E, soprattutto, senza mai perdere il gusto della veleggiata nell’impagabile silenzio dell’azzurro del nostro Mar Mediterraneo.

Mino Taveri

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