Sartie & sartiame, sicuri che sia tutto a posto?
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Regolare al meglio l’albero della vostra barca è fondamentale per ottenere le migliori prestazioni. Facile a dirsi, difficile a farsi. Per riuscirci, sono davvero tante le forze e le manovre in gioco, a partire, ovviamente, dalle sartie. E allora ecco un breve vademecum per capire quanto ne sapete.
QUALI SONO LE MANOVRE FISSE?
Sono tutte quelle che servono a sostenere l’albero, quindi sartie, paterazzo, stralli e volanti. Si differenziano dalle manovre correnti che invece sono le manovre che scorrono attraverso bozzelli e servono per regolare le vele.
A COSA SERVONO LE SARTIE?
Sostengono lateralmente l’albero. Sono dei cavi che partono dalla testa dell’albero e corrono fino alla coperta dove si fissano alle lande, delle strutture di norma in acciaio che hanno il compito di scaricare gli sforzi dell’albero sull’ossatura della barca. Il secondo compito delle sartie è quello di modificare la forma dell’albero regolandone la loro tensione.
COME SONO REALIZZATE LE SARTIE?
Si dividono in tre grandi famiglie: spiroidali, tondino e tessile. Le prime, di norma realizzate in acciaio inox Aisi 316, sono composte da una serie di fili d’acciaio avvolti insieme per formare un unico cavo. Sono utilizzate su la gran parte delle barche da crociera e hanno il vantaggio di resistere a lungo nel tempo, ma lo svantaggio di essere soggette a un elevato allungamento e di essere molto elastiche. Evoluzione dello spiroidale è il Dyform, un cavo costituito da fili di acciaio inox Aisi 316 di differenti diametri con una lavorazione che rende uniforme la superficie esterna. Le barche da regata utilizzano sartie in tondino, un cavo unico in Nitronic 50 dalla bassissima elasticità e totale assenza di allungamento strutturale. I maxi yacht e le barche da regata pura, fuori dal regolamenti di stazza come l’IMS, invece, utilizzano sartie in tessile. Un cavo realizzato in fibre unidirezionali che, oltre a essere più rigide dell’acciaio, pesano meno della metà. Il costo elevato e la loro resistenza ai raggi UV ne limitano la diffusione.
A COSA SERVONO LE CROCETTE?
Il loro compito è duplice: trasferiscono alle sartie una parte degli sforzi dell’albero e servono per allontanarle dall’albero in modo da aumentare o diminuire l’angolo di incidenza dei cavi sull’albero. Il numero e la larghezza dipende molto dal piano velico. Per capire meglio come vengono pensati gli armi bisogna valutare sempre che, a parità di albero e barca, se ci sono poche crocette esse saranno più lunghe e probabilmente le lande saranno in falchetta; una situazione che di norma porta a un albero meno regolabile e un piano velico con una bassa sovrapposizione o con un genoa meno chiuso sul canale. Se invece ci sono più crocette, esse saranno corte con un angolo di sartie più piccolo. Le lande saranno in coperta, la sovrapposizione del genoa maggiore e soprattutto la vela sarà più chiusa.
QUINDI COSA COMPORTA AVERE PIU’ O MENO CROCETTE?
Il numero di crocette dipende dalla lunghezza dell’albero, dalla larghezza dello scafo e da una lunghezza massima delle stesse crocette. Una barca da regata tenderà ad avere più ordini di crocette corte, per privilegiare la regolazione del fiocco e la chiusura del canale. Una puramente da crociera, invece, deve privilegiare un armo più semplice e versatile, quindi con meno crocette ma di lunghezza maggiore. In questo modo si potrà trovare l’attacco delle sartie in falchetta con un maggior vantaggio per l’utilizzo degli spazi a bordo.
COSA SONO LE DIAGONALI?
Le crocette servono per allontanare le sartie dall’albero e caricare in compressione lo stesso. Per limitare tale carico, dalla base delle crocette, in prossimità dell’albero, partono ulteriori cavi, detti appunto diagonali, che corrono fino all’attacco con la sartia. Il loro compito è quello di diminuire la compressione sull’albero scaricando le forze in coperta.
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