INCHIESTA Ma quanto guadagna veramente uno skipper?
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E’ vero boom skipper. E’ il mercato del charter, che negli ultimi anni ha conosciuto un vero e proprio boom, a richiedere sempre più comandanti da diporto, gente qualificata alla quale affidare le proprie barche ed equipaggi. Anche in questo difficile 2020 afflitto da emergenza sanitaria e regole di distanziamento sociale tale tendenza non si è affatto smentita, anzi.
La crociera in barca è stata premiata da migliaia di persone, spesso neofiti, come la vacanza più sicura e appagante. Così dopo il lockdown invernale in Italia sono fioccate le prenotazioni con numeri per certi versi inaspettati, un fenomeno che ha mandato in tilt non poche società di charter che hanno dovuto dare fondo a tutte le flotte e impegnare ogni singolo skipper disponibile. Insomma mai come in questo momento la figura dello skipper è molto ricercata e per chi vuole dedicarsi a questa professione non mancano le occasioni di coronare il proprio sogno.
Ci sono poche scuole in Italia, per diventare veri e propri skipper, in grado di saper gestire al meglio una barca, l’equipaggio e soprattutto mettere le mani ovunque, in caso di necessità. In calce vi diamo qualche buon esempio. Sappiate comunque che per chi vuole diventare skipper la sola passione non basta. Servono dedizione, qualche sacrificio e una preparazione tecnica di alto livello.
QUANTO GUADAGNA UNO SKIPPER?
Ma a fronte di questi requisiti, quanto si guadagna? Secondo la nostra inchiesta, uno skipper competente in Italia a bordo di un monoscafo fino a 50-52 piedi prende 180 euro al giorno, mentre su un catamarano il compenso è di 200 euro al giorno. Su barche più grandi e yachts di lusso si arriva a guadagnare 250-300 euro al giorno.
TIPOLOGIA DI BARCA | GIORNO | SETTIMANA | MESE | STAGIONE |
Fino a 50 piedi |
180/200 euro |
1.200/1.500 euro |
5.000/6.000 euro |
13.000/15.000 euro |
Oltre i 50 piedi |
Oltre i 50 piedi 250/300 euro |
1.700/2.100 euro |
7.000/9.000 euro |
22.000/25.000 euro |
Quindi in una stagione si possono guadagnare 12-15.000 euro che sugli yachts diventano 20-25.000. Il mercato del lavoro internazionale poi è ancora più gratificante: un “Deckhand”, ossia un mozzo, secondo l’International Salary Standard in un imbarco semestrale prende 2.500 euro al mese, mentre un primo ufficiale su uno yacht di 40 metri con imbarco annuale prende dai 6.000 agli 8.000 euro al mese. All’estero inoltre ci sono le mance che su certe barche arrivano a 1.500-2.000 euro a settimana.
A lavorare come skipper ci sono in ogni caso dei benefit supplementari che vanno ben oltre l’aspetto puramente economico: si viaggia tanto, si vivono esperienze intense, si conosce un mucchio di gente, ma soprattutto c’è l’impagabile soddisfazione di vivere della propria passione per il mare. Credete di poter essere dei buoni skipper? Là fuori c’è un mondo che aspetta soltanto voi!
SUL PROSSIMO NUMERO (NOVEMBRE) DEL GIORNALE DELLA VELA TROVATE L’INCHIESTA COMPLETA
TRE SCUOLE “GIUSTE” PER DIVENTARE SKIPPER
Nata nel 2008, la MadMax Skippers School è una scuola di alta formazione rivolta a coloro che vogliono intraprendere la carriera di skipper. A gestirla è Lucas Lucarelli, fondatore e ideatore del metodo MadMax, nonché skipper di catamarani da oltre 20 anni. Il programma si articola in 21 giorni full immersion vissuti a bordo di un catamarano. MadMax è l’unica scuola che garantisce l’ingaggio a tutti i promossi. Info QUI
Gestita dal Com.te Ugo Carsana e da Sabina Pagliei, Captains & Crew è una scuola di mare che nasce nel 2014 e propone un approccio di “mestiere” basato su una didattica articolata e rigorosa. Alle persone ritenute idonee viene indicato il percorso di formazione anglosassone (Rya Mca) per l’ottenimento dei titoli professionali necessari all’esercizio della professione. Info QUI
Water Tribe è una scuola di vela nata nel 2001 e specializzata in corsi su cabinati di altura che vengono svolti in Sardegna. Be Skilled è il centro di formazione velica professionale di Water Tribe focalizzato nell’apprendimento del mestiere di skipper dall’alto contenuto tecnico e finalizzato al rilascio delle certificazioni RYA GMDSS SRC, Diesel Engine, PPR e RYA Yachtmaster Shorebased. Info QUI
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9 commenti su “INCHIESTA Ma quanto guadagna veramente uno skipper?”
numeri e considerazioni, fasulle, fuorvianti , e demenziali. Mi ricorda i testi del manuale delle giovani marmotte degli anni 80, complimenti ha chi ha scritto questa perla di giornalismo di inchiesta.
Se penso a tutti quelli che leggeranno l’articolo e si lanceranno nel paese dei balocchi che avete inventato, mi viene da ridere a crepapelle. Grazie per questa perla di creatività lisergica …
The Real Person!
Buongioro Massimo,
troverà l’inchiesta completa sul numero di novembre del Giornale della Vela, questa era un’anticipazione.
Buon vento!
La Redazione del GdV
buongiorno, condivido il commento di Massimo Grassadonia sull’articolo pubblicato circa gli skipper sia della stagione 2020 ma anche di quelle precedenti !
Un giornale così autorevole come GdV deve o dovrebbe aggiungere nell’articolo la parola ABUSIVO = skipper ABUSIVO senza titoli professionali , corsi vari,visita biennale, imbarco a libretto ecc.ecc. a norma con il DL 121/2005 + 171/2005 + 146/2008 + 229/2017 solo per citare i principali, poi GMDSS, IMO, EV, oppure RYA ecc.
Ovvero tutti questi skipper 2020 e sicuramente almeno dal 1997 sono in possesso della sola BANALISSIMA patente nautica con varie evasioni fiscali ( leggasi noleggio occasionale ) ed assicurative, ( INPS, INAIL, IPSEMA ) .
Il problema su cui GdV glissa e fa finta di NON conoscere ma che invece conosce bene è la assurda normativa che allo stato attuale fotografa lo scenario delle barche italiane come segue: i comandanti REGOLARI ( come il sottoscritto ) sono forse 100 in Italia e circa 1000 o più barche che navigano commercialmente ABUSIVAMENTE o “border line” in noleggio occasionale durante il quale noleggio il CLIENTE finale è completamente ignaro e non informato circa i sedicenti skipper senza TITOLI professionali.grazie per vs. eventuale riscontro
Carlo Lagolio
Facciamo una premessa, la promozione continua fatta non solo su Vela ma anche su altri autorevoli giornali di mare…. non è altro che pubblicità. Che sia pagata dal committente o no, o semplicemente esternata per fare un favore (ma non credo) non è quello il problema. Il problema vero è un pò quello evidenziato dal buon Massimo … Skipper non si nasce ma si diventa, e lo sono diventati grandi skipper blasonati financo entrati nella storia, che non hanno fatto corsi attraverso società come quelle in calce, ma hanno semplicemente preso la patente nautica, hanno maturato esperienza sul campo cominciando dalle derive fino ad attraversare l’atlantico, e sono diventati miti….. Il martellamento continuo sulla formazione di questi skipper mi sembra un pò come dare l’impressione che Cristo è morto di freddo….. Nessuno regala niente nella vita, e qui si parla di una professione ambita , ben remunerata, con mire da Fata Morgana dello stretto di Messina….. dunque quei corsi, seppur forniti da blasonate società con professori nautici ben preparati, te li fanno pagare, e manco poco, per cui non è ne più ne meno un business orchestrato in maniera intelligente per fare impresa, dove, anche se a livelli diversi, un giorno un certo Mark Zuckerberg ha inventato un banale gioco di società che lo ha fatto diventare stramiliardario.
“Skipper non si nasce ma si diventa”, mi trova totalmente d’accordo. Non sono d’accordo invece sul fatto che una scuola seria non possa contribuire grandemente a formare al mare ed alla professione. L’autodidatta (patente nautica + “tanta esperienza”) rischia di consolidarsi in errori inconsci senza mai evolversi. Scuole come UKSA (https://uksa.org/, così non mi riferisco a quelle citate), e Corsi come RYA Yachtmaster Offshore (tre mesi e mezzo teorico e pratico, che include STCW, Radar, ed altre certificazioni oltre al RYA YM OS) o RYA Yachtmaster Ocean (un mese e mezzo) formano non solo conoscenza e competenza pratica, ma anche cultura ed allo stile del mare. Il passaggio poi alla professionalizzazione non è allo stesso modo facile per essere serii e credibili. Quindi benvengano riferimenti che possano far crescere professionisti seri, invece che gente improvvisata come altri commenti evidenziano
Concordo Gianfranco e quello che dici è sacrosanto, ma se viene letto bene tra le pieghe del mio messaggio, tu infatti citi corsi di tre mesi e rotti in scuole storiche più che blasonate, il problema è che qui diventi un Dio Skipper in 20 giorni. sarò stato strano io che nel 1984 ho preso la patente nautica Full, alla Lega navale di Roma, frequentando da ottobre a marzo quando altri amici se la compravano all’agenzia…. Qui si forgiano esperienze in una soffiata di naso, ma sopratuto, il senso del mio messaggio è che questo, con tutto rispetto, è un mero business che viene martellato mensilmente da molti giornali autorevoli di mare che gli fanno pubblicità. In finale, certo che è meglio di niente rispetto quelli che per due mesi ho visto quest’anno alle Eolie, arrivare ad ancorare vicino a me con i loro fiammanti 14 metri, mettendosi poppa al vento e calando l’ancora sotto la prua a piombo. saluti e buon vento.
C’era una volta uno Skipper facoltoso : bella favola !
Il giornalismo vero è fatto di documenti che attestano i fatti : avete le dichiarzioni dei reditti di questi skipper ? le buste paga delle società che pagano ? AHAHAHAHA
P.S faccio il capitano su yacht di 30 metri e neanche li si vedono le paghe che scrivete.
Mi aspettavo un articolo (sul giornale) che spiegasse la reale situazione italiana a livello normativo per fare lo skipper di professione, magari anche in veste di armatore. Invece ho trovato la pubblicità di corsi, sicuramente validi, che in Italia non abilitano a niente. O sbaglio?
Quanto guadagni? Vorrei fare questa professione.