Salpare a 91 anni per un giro d’Italia a vela? Fatto!
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Lo abbiamo scritto e riscritto che la vela allunga la vita. Vi abbiamo anche portato la testimonianza diretta della ultracentenaria Angela Besana Gagliardi, tra le “madrine” della VELA Cup.
Ma questa storia ha dell’incredibile. Ed è la storia di Mario Battilanti, 91 anni suonati, appena partito per il giro d’Italia a vela, da Spezia, sul Lumiere III, un’Orca di 13,50 metri del 1980. “Non sono un fenomeno. Ma che devo fare stare a casa a misurarmi la pressione?”, ha dichiarato in un’intervista l’anziano velista.
Prima tappa, Spezia-Livorno. Assieme a lui, a bordo, Paolo Zannini, 56 anni, Leandro Bernardini, 24 anni. Tre generazioni di marinai, soci dell’associazione la Nave di Carta. Li supporta la Lega Navale Italiana che ha già allertato le sezioni locali perché diano assistenza e ormeggio a Mario e al suo equipaggio.
Il viaggio di Mario è stato battezzato #Forza91, un omaggio all’età del veterano del mare ma anche un riferimento alle condizioni meteo che l’equipaggio dovrà affrontare. Appena partito, Mario saldamente al timone per un bel tratto ha finalmente potuto dare sfogo alla sua voglia di andare, dalla sua ha il senso del mare, un bel po’ di anni di esperienza e anche uno spirito gagliardo. “Quando ho cominciato a navigare io non c’erano tutti questi strumenti, si guardavano il mare, il cielo, le nuvole, l’esperienza faceva il resto” dice serafico e poco interessato ai siti delle previsioni meteo-marine.
GUARDA IL VIDEO DI MARIO AL TIMONE
https://www.facebook.com/navedicarta/posts/3404984296234663
CHI E’ “IL VECCHIETTO DEI MARI”
Nato a Taranto nel 1929, Mario Battilanti a soli 15 mesi arriva alla Spezia al seguito del padre, sottufficiale dell’Esercito, artigliere, esperto artificiere e di balistica. In piena guerra la famiglia si trasferisce nuovamente in Puglia dove resta fino alla fine del conflitto. Poi di nuovo il trasferimento al Nord, destinazione Torino dove il giovane Mario arriva da emigrante e deve fare i conti con l’astio contro i meridionali.
Fa di tutto, dal venditore di rossetti e caramelle al manovale, fino a quando non riesce ad entrare alla Fiat come “persona di fiducia”, in pratica uomo delle pulizie. “Pulivo gli uffici dei dirigenti, da Valletta in giù” ricorda. Però vuole anche studiare e prendere il diploma di perito elettrotecnico. Lo ferma la tubercolosi, due anni di sanatorio. Lui va oltre. I polmoni sono danneggiati, ma lui non rinuncia a fare apnea. Il fisico è provato, ma lui va in barca appena può. Il mare è il suo banco di prova.
Non si arrende e continua a studiare e a lavorare in Fiat. Riesce a prendere il diploma di geometra e a fare carriera, diventa uno dei responsabili della gestione del personale. Ma il mare lo chiama continuamente. Scuola di vela a Caprera (“dovevo diventare istruttore, ma non mi piacevano le derive. Mi annoiavo a morte”, ricorda) estati a Pianosa dove lo zio è direttore del carcere, navigazioni in Mediterraneo e con la pensione riesce finalmente a comprare una barca a vela con un suo amico. Una passione per il mare e la vela lunga quasi un secolo che lo ha portato ad affrontare questa nuova sfida.
Il viaggio di #Forza91 si può seguire QUI
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