In crociera cambiamo mentalità e impariamo a non usare (quasi) mai il motore
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Belle le vacanze in barca a vela. Ma ogni tanto non avete avuto la sensazione di navigare un po’ troppo a motore? Capita a tutti che per pigrizia, o per poco tempo, o per scarse performance della barca in certe condizioni, si pronunci la fatidica frase: “diamo motore”. Difficile, quando il caldo picchia e il vento è poco, resistere a questa tentazione. Eppure qualcosa si può fare per navigare quel mezzo nodo in più che ci fa spegnere il motore. Stando attenti ai pesi di ciò che imbarchiamo, con qualche vela giusta e cambiando il nostro approccio mentale verso la navigazione.
Ne abbiamo parlato con Vittorio D’Albertas, Presidente di Quantum Sails Italia, velaio e velista, regatante e amante anche delle navigazione in crociera.
Come preparare la barca per la crociera senza penalizzare le prestazioni veliche?
A volte quando partiamo per la crociera arriviamo a un punto in cui accumulare cose e pesi in barca diventa “nocivo”, sia per gli spazi a bordo che per le prestazioni. Tender, sup, tavole e altri giochi d’acqua sono bellissimi, magari non tutto è indispensabile. C’è un punto oltre il quale avere tutte queste cose a bordo, oltre alla cambusa e a tutto quanto serva per la crociera, pregiudica la vivibilità. Soprattutto avere il ponte ragionevolmente sgombro è importante, perché nel momento in cui ti capita di avere vento forte, con tutti questi accessori in falchetta, diventa anche pericoloso da gestire e rischiamo di perdere in mare qualcosa. Per esempio se dobbiamo lavorare una scotta su un winch questa deve essere libera e non incastrarsi sotto qualcosa, o guai ad avere una vela che si va a scontrare contro una tavola o qualcos’altro. Un altro comportamento da evitare è tenere il gommone perennemente al traino. Migliorare queste cose ci aiuterà a fare navigare meglio la barca.
Quanto conta l’approccio mentale per aumentare il numero di ore che navigheremo a vela?
Quando facciamo la pianificazione della crociera, imponendoci dei tempi stretti, ci stiamo condannando a navigare spesso a motore. La pianificazione meticolosa, se da un certo punto di vista è importante, diventa anche un limite. Le relazioni con l’equipaggio vanno incanalate in questo senso, considerando il tempo come un fattore relativo che va affrontato senza ansia. Così ci potremo godere di più la navigazione senza lo stress di arrivare presto in un posto. Mentalmente il nostro approccio dovrebbe essere con meno vincoli e più indirizzato verso il piacere della vela. Il percorso di una crociera lo si può studiare anche in base ai venti dominanti della zona dove navigheremo, in modo da avere spesso condizioni favorevoli per farlo a vela. L’assillo delle miglia giornaliere da fare non è amico della navigazione a vela, così come l’ansia di arrivare in porto il prima possibile per trovare il posto. Avere quindi un’attrezzatura e degli accessori che ci consentano di essere più autonomi dal porto è un’altra cosa da valutare seriamente.
Se dovessi scegliere una vela irrinunciabile da avere in crociera, quale sarebbe?
La tipica vela da avere per raggiungere quel mezzo nodo, o più, decisivo tra andare a motore o spegnerlo è il classico Code Zero da crociera, magari piuttosto grande come superficie. Dovrebbe essere almeno 2 volte e mezzo rispetto al fiocco. Si tratta di una vela che possiamo tenere avvolta e issata, è questa la grande comodità. Con il Code possiamo navigare discretamente alle portanti con vento ma anche una bolina larga con poco vento la affronti senza problemi e con ottima velocità, può dare una nuova vita a una barca magari lenta e poco invelata. Se è ben strutturata e con un bel cavo interno resta issata e avvolta senza imprevisti. Soprattutto su una barca che non ha un piano velico super potente può essere la vera soluzione.
E quando il vento è proprio leggero come possiamo non rassegnarci al motore?
Dovremmo provare a fare un ragionamento più da “tattico” e meno da comandante. Il motore ogni tanto è inevitabile da accendere, ma magari possiamo andare un po’ a cercare il vento e pianificare gli spostamenti in base a questo, ascoltando le previsioni e cercando di capire qual è il momento della giornata favorevole per spostarci. Magari faremo meno miglia complessive, ma le faremo di più a vela. A volte tendiamo a fare troppi spostamenti e ci godiamo meno i posti belli, se una baia è bella restarci anche due giorni non è un dramma. Ritorniamo insomma al punto dell’approccio mentale alla crociera: secondo me fare meno miglia, se abbiamo poco tempo, è il modo migliore per goderci di più il mare, la vacanza, e soprattutto farlo godendoci la vela.
A cura di Mauro Giuffreè
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