PROVATA. Amel 50, quando il giro del mondo può essere per tutti

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©Jean-Sébastien EVRARD

La scelta di una barca a volte è una questione di orizzonti più o meno ampi. Con un Amel si può affrontare una navigazione costiera dotata di tutti i comfort oppure pensare in grande. E L’Amel 50 in questo senso ha uno sguardo lungo, lunghissimo, verso la grande navigazione d’altura. L’Amel 50 è una barca concepita per portare i suoi armatori intorno al mondo con tutta la facilità di gestione che ha caratterizzato da sempre la produzione di questo storico cantiere francese.

Una barca che ha fatto discutere, perché si tratta del primo sloop dopo una lunga tradizione fatta di ketch. Il perché di questa scelta sta almeno in due ragioni: la prima è una ragione puramente di marketing, per proporre una novità che possa attirare anche un pubblico nuovo, più giovane o preveniente anche dalle barche a motore. La seconda motivazione è meramente pratica: un albero singolo è comunque più semplice da gestire rispetto a due e per una barca che si pone come obiettivo portare i suoi ospiti in giro per il mondo non è una cosa da poco.

Di bolina con 15 nodi verso un groppo. Foto Giuffrè/Giornale della Vela

Non poteva mancare poi uno dei marchi di fabbrica Amel, il pozzetto centrale riparato dall’hard top e dotato di una finestratura continua sotto la quale trova riparo la timoneria. In pratica in qualsiasi condizione di vento e mare potrete condurre la barca totalmente all’asciutto e tenendo sotto controllo tutte le manovre. Tutto infatti è rinviato in pozzetto, a parte la regolazione di fino delle drizze delle vele di prua, che si effettua dall’albero con dei winch dedicati.

Nel modello che abbiamo provato spazio alla massima automatizzazione, con winch elettrici harken che consentono di manovrare anche con brezza tesa senza problemi.

La giornata che ci ha offerto Hyères è stata particolarmente perturbata, con un vento che da una base di 15 nodi è salito a oltre 25 sotto un groppo, consentendoci di testare l’Amel 50 nelle condizioni che preferisce. Abbiamo provato la bolina con randa e genoa, la bolina larga con randa, genoa e trinchetta, e ancora la bolina solo con randa e trinchetta quando il vento ha rinforzato intorno e oltre i 20 nodi.

Una precauzione quest’ultima quasi eccessiva, dato che la barca ha una certa facilità a tenere tutta la tela anche con vento intorno o superiore ai 20 nodi, ma con la trinchetta autovirante si ha l’ulteriore comodità di non dovere manovrare nulla in fase di virata, e quando il vento sale, nell’ottica di una lunga navigazione, è qualcosa da tenere in conto.

TUTTI I NUMERI E I PARTICOLARI DELL’AMEL 50 SUI PROSSIMI NUMERI DEL GIORNALE DELLA VELA VERSIONE CARTACEA

Mauro Giuffrè

www.sailaway.it

 

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