Un lettore ci scrive: “Per me, il passaporto sanitario, è una c….a pazzesca!”

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passaporto sanitarioE’ il tema del momento e ci aspettavamo che qualcuno facesse sentire la sua voce sul fantomatico “passaporto sanitario”, che il presidente della Regione Sardegna Solinas vorrebbe richiedere ai turisti. E quindi anche a chi, sull’isola, arriva in barca: come i tantissimi crocieristi italiani che, quest’estate, privilegeranno la navigazione verso mete nazionali. Andrea Kezich, armatore lombardo di un vecchio Dufour, è uno di loro. Ha le idee molto precise sul passaporto sanitario, come recita il titolo (richiamato, nella foto di apertura, dal celebre discorso di Ugo Fantozzi sulla Corazzata Potemkin ne “Il Secondo, Tragico, Fantozzi”).

Ecco cosa ha scritto al nostro direttore Luca Oriani: fateci sapere se siete d’accordo o no con un commento!

PASSAPORTO SANITARIO? LA RICETTA PER ALLONTANARE I TURISTI

Egr. dott. Oriani,
mi permetto di scriverle, e le sono grato se deciderà di dare visibilità a quanto ho da dire, sul tema del “passaporto sanitario” o “certificato di negatività”, come lo si voglia chiamare, che il signor Solinas Christian, governatore della Sardegna, vuole chiedere ai turisti che arriveranno sull’isola.

E quindi anche a chi raggiunge le coste sarde con una barca (di proprietà o a noleggio), come vorrei fare io (e tantissimi altri diportisti) quest’estate (sono un po’ stufo di stare a Milano, mi comprenderà). A quanto ho capito, per ottenere il passaporto potrebbero venire richiesti un test della saliva (ma qui siamo ancora in alto mare, non ci sono le certificazioni) o, molto più probabilmente, l’ormai famoso test sierologico.

E qui caro Oriani arriva il primo problema: da solo il sierologico non basta. Mi sono documentato: il test certifica la presenza di due tipologie di anticorpi. Una, la IGM, se siamo venuti a contatto con il Covid-19 in tempi passati, un’altra (IGG) se c’è un infezione in corso. Ma quello che il sierologico non ci dice è se l’infezione sia effettivamente causata dal coronavirus.

Come fare allora? Qualora uno risultasse positivo a uno degli anticorpi succitati, può levarsi il dubbio soltanto con un tampone (anzi, obbligatorio in caso di positività all’IGG). E arriva il secondo problema: il tampone accerta la mia negatività in quel preciso momento e i risultati mi vengono comunicati con tempi biblici. E nel frattempo, in attesa del verdetto, io dovrei stare in quarantena. Altro che barca, baie, borghi sul mare! Senza contare che nessuno mi assicura di poter contrarre il virus successivamente all’esito del tampone.

Poi si parla di “zone franche” in Sardegna in cui attendere gli esiti del test, di accelerazioni dei tempi su base regionale, di piani B. Ma parliamoci chiaro: dopo due test e una quarantena la mia vacanza sarebbe bella che rovinata. 

Il passaporto sanitario è un’ottima ricetta per allontanare turismo e charter dalla Sardegna. Come direbbe Fantozzi, una “c….ta pazzesca”. Speriamo che sia solo un colpo di testa sardo e l’iniziativa di Solinas non venga replicata altrove…

Non sono un medico, ma l’unica soluzione, direttore, è il Buon Senso (in maiuscolo): distanziamento sociale anche in barca e nei porti, autocertificazione sullo stato di salute, termometro e tanta, tanta responsabilità individuale. Piccolissimi sacrifici per goderci le nostre meritate crociere in barca.

Andrea Kezich”

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9 commenti su “Un lettore ci scrive: “Per me, il passaporto sanitario, è una c….a pazzesca!””

  1. non ci si puo che affiancare al commento del sig. Kesich, e mandare copia anche al governo per far capire in che situazione ci troviamo come diportisti

  2. Ognuno parla (o, in questo caso, scrive) “pro domo sua” e in difesa dei suoi legittimi interessi (che ha tutto il diritto di sostenere e difendere). Io sono sardo e, mi spiace scriverlo ma, purtroppo, la stra-grandissima (per non dire la quasi totalità) dei casi di Sars-Covid 2 registrati in Sardegna sono dovuti a persone che si sono infettate fuori dall’isola e vi sono tornate da malate, oppure persone che (residenti altrove) in Sardegna ci sono venute da malate…qualcuno anche pensando di usare il periodo di lock-down per farsi una vacanza fuori stagione fatta di relax e passeggiate sulla spiaggia! Questo è quanto è avvenuto in Sardegna nei mesi scorsi.

  3. La stragrande maggioranza dei politici parla, poi, di cose che non sa…Che non sa se potrà fare…E fa anche promesse che non sa se potrà mantenere…In questo Solinas non fa eccezione e il problema reale è che (per aver una qualche certezza) l’unico strumento attualmente validato scientificamente è il tampone che, chi vuole venir in Sardegna dovrebbe fare almeno 1 settimana prima (per poi rifarlo in Sardegna dopo un’ulteriore settimana)…Restando inteso che, nel frattempo, dovrebbe acconsentir al tracciamento informatico almeno dalla data dell’effettuazione del 1° tampone. Questo è quanto dovrebbe essere obbligatoriamente fatto nell’interesse non di una piccola comunità ma di tutti (indipendentemente dalla nazionalità) e, in particolare, di coloro che all’esame dovessero essere sottoposti.
    In un paese civile e socialmente evoluto l’effettuazione (e la gratuità) dei tamponi dovrebbe essere la norma minima (molto più efficace di indiscriminati lock-down) ma, purtroppo, le nostre strutture sanitarie non sono in grado di metterla in atto (salvo che nel calcio professionistico) e il lock-down, i divieti, etc. sono solo il frutto dei nostri limiti o, se si vuole, della nostra infinita ignoranza (a partire da coloro che egoisticamente e scioccamente pensano di poter far finta che non sia successo niente, oppure pensano riguardi solo gli altri e non se stesso, la propria famiglia, la propria casa, la propria barca, etc.)…Limiti e ignoranza che (lo ripeto) se riguardassero il singolo, potrebbero essere anche aggirabili ma vanno ben oltre il singolo, ahimè…E (come dovremmo aver già tutti capito) travalicano ampiamente i confini nazionali.

  4. Ha detto bene: “l’unica soluzione, direttore, è il Buon Senso”. Ma visto il comportamento degli Italiani dopo la fine del lockkown (Milano e Padova) come si fa a fare affidamento su di esso? I fatti sono li sotto gli occhi di tutti.
    Quindi giusta la quarantena, il tampone e il sierologico. Non saranno efficaci al 100% ma a qualcosa servono.
    E se non si potrà andare in Sardegna quest’anno, che ognuno se ne faccia una ragione. Meglio in vacanza nella propria regione o a casa propria che sdraiati all’obitorio. 35k mila morti sono circa 4 palazzetti dello sport pieni zeppi di gente morta. Che altro ci vuole per convincerci che la cosa è seria?

  5. Paolo Maria Ciriani

    così facendo i Sardi si chiameranno fuori da soli dal sistema turistico nazionale ed internazionale : di cosa vovranno? forse è meglio per voi riaprire le miniere del Sulcis ? o la pesca del tonno a Carloforte? Se volete rimanere isolati dal mondo intero questo passaporto sanitario è ilmigliore sistema che possiate adottare!

    1. bene, da quel che capisco, noi lombardi piemontesi,veneti andiamo bene come vacche da latte, lavorare per fruttare il piu possibile per tutti e gli altri a goderne dei frutti, chiusi nei loro confini beati e pacifici protetti da un naturale confine. non pensate che anche noi una tragedia simile non ce la siamo cercata, ma ce l’hanno portata eppure non ci siamo chiusi nei nostri confini, appena possibile abbiamo riaperto e ci siamo messi a lavorare con le altre regioni perchè solo col sostegno di tutti i sistemi lavorativi ci manterremo a galla e serve anche il vostro basato sul turismo che tanto vi è servito prima, ora serve senza ostacolare oltremodo per aiutare anche noi che siamo stati piu colpiti rispetto altre regioni,per dare un attimo di respiro a tanti che tanto han dato anche per voi, senza chiedere nulla in cambio. ELIO DERNINI

  6. Prima di scriver stupidate frutto di ignoranza (o perlomeno di gravissima superficialità) quale quella di ricordare ai sardi (e, probabilmente, anche ai siciliani) che dipendono economicamente da coloro che lavorano al nord (come se lavorassero solo loro…) ci si dovrebbe informar, in primis per propria auto-tutela, sulle disposizioni legislative in vigore nelle proprie regioni e, allora, forse si capirebbe che (già attualmente) in Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana è possibile richiedere al proprio medico di famiglia (e a totale carico del sistema sanitario nazionale) l’effettuazione dei tamponi e (sempre nel proprio interesse) munirsi del relativo certificato che attesti l’essere covid-free così che anche siciliani e sardi si mantengano (per quanto possibile) covid-free!
    Sarebbe il sacrificio minimo da chiedere a un turista (o a un diportista) che dice di amare tanto le nostre isole…Cosa che dovrebbe implicare (anche se non è, ahimè, automatico) anche l’aver cura della salute e del benessere dei suoi abitanti!

  7. Dal momento che niente costa, dove sta la difficoltà nell’effettuare il tampone prima di partire in piena serenità (soprattutto per se stessi)? Se poi non ci si vuole in alcun modo sottoporre ai tamponi si può sempre partire e navigare anche nei mari sardi e siciliani (senza, però, mai sbarcar dal proprio yacht) utilizzando i servizi che i principali porti turistici sardi hanno già messo a punto per esser (e mantenersi) covid-free.
    Per rispondere a chi, in maniera gravemente erronea pensa (magari in buona fede e per sua sola superficialità) che, prima, i sardi vivessero solo lavorando nel buio delle miniere o sotto il sole accecante delle tonnare ricordo che miniere e tonnare esistono ancora (anche se in numero ridotto rispetto a prima) ma sono forti e competitivi anche il comparto agro-alimentare e quello artigianale e, se un problema vive la Sardegna (ma, direi, anche gran parte dell’Italia) è quello dello squilibrio inevitabile con cui ci si scontra quando si punta tutto su un settore che in Sardegna (ma anche in gran parte d’Italia) sostanzialmente in soli tre mesi, deve accumulare quanto gli serve per vivere durante il resto dell’anno. È questo il vero problema (non solo sardo ma dell’Italia intera) che, però, nessuno vuole affrontare perché richiederebbe una visione strategica e una capacità progettuale che i nostri politici (nel loro insieme) purtroppo non hanno se è vero come è vero che stiamo ancora combattendo, ogni giorno, per approvvigionarci di qualche mascherina o di un paio di guanti…

  8. Sempre questi continentali a impartire lezioni ai sardi, dall’alto di una non ben precisata superiorità culturale e morale, nonostante siano gli ultimi sulla faccia della terra che dovrebbero insegnare legalità e buonsenso ad altri. La Sardegna non è la vostra colonia estiva.

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