Parola d’ordine: rimotorizzazione. La vostra barca vi ringrazierà
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Alzino le mani coloro che sulla loro barca montano un motore entrobordo vecchio di 30 anni: siamo sicuri che sono parecchi. Sono quelli che prima di uscire in mare impazziscono perché a volte non si avvia, che rimangono ore nel vano motore a pulire la sentina da olio e liquido refrigerante colato da qualche perdita, che hanno i polmoni carichi di fumo di scarico maleodorante. Invece di continuare a “metterci una pezza”, forse è giunto il momento di rimotorizzare la vostra imbarcazione. Ok, ma quali parametri prendere in considerazioni per non fare fesserie durante la rimotorizzazione? Cosa si trova sul mercato? Quali sono le insidie? Vediamo di rispondere a tutte queste domande, prendendo spunto da un bel servizio apparso sulla rivista Cruising World.
MOTORE? SOLO UNA “PARTE DEL TUTTO”
Premessa: se il vostro entrobordo sta per varcare i trent’anni, dovete tenere in considerazione il fatto che se avete deciso di sostituirlo ci saranno altre componenti, oltre che il motore stesso, a dover essere cambiate. Cose come il sistema di scarico, il cablaggio, la strumentazione di controllo, i serbatoi, il sistema di trasmissione, l’albero del motore, l’elica. Il nuovo motore che andrete a installare è solo una parte del tutto: tenetelo presente, quando calcolate il vostro budget, per non avere brutte sorprese.
AVETE BISOGNO DI MAGGIOR POTENZA?
Negli anni ’70 e ’80 molte barche, che tutt’ora navigano nei nostri mari, vennero vendute dotate di motori dalla potenza sottodimensionata. “Personalmente ricordo di una traversata a motore Genova-Alassio a bordo di un Rimar 31 L contro onda e maestrale: non riuscivamo ad avanzare e dovemmo rientrare praticamente con il fiocco nel porto di Savona”, ci ha raccontato il diportisa Beppe Andrisano. Se avete avuto esperienze simili alla sua (sia per il mare e vento sul muso, che per la corrente, soprattutto in prossimità di Stretti), forse è il caso di operare una rimotorizzazione aumentando i cavalli a vostra disposizione, anche per una questione di sicurezza. Si, ma quanto? Prendiamo a esempio un aeroplano: la proporzione potenza/peso è fondamentale, più è pesante il motore del velivolo, maggiore potenza sarà richiesta per prendere quota. Così funziona la barca, proprio come un aereo che rimane al livello del mare.
IL TROPPO STROPPIA
Bisogna trovare il giusto equilibrio, quindi non pensateci bene prima di cambiare il vostro 30 cavalli con un 75. In primis, potrebbe essere semplicemente troppo pesante per la vostra barca. Poi, visto che pressoché tutte le imbarcazioni da crociera hanno scafi dislocanti la barca non planerà a motore: dare maggior gas per provare a superare la velocità critica (ovvero quella in cui la barca plana, determinata dalla formula, dove V è la velocità critica espressa in nodi e L è la lunghezza al galleggiamento espressa in piedi) sarà solo uno spreco.
LE DIMENSIONI CONTANO
Oltre al peso del nuovo motore, dovrete poi prendere in considerazione le sue dimensioni fisiche: sarà possibile realizzare una corretta installazione a bordo utilizzando lo stesso vano motore? I punti di accesso per ispezionarlo saranno garantiti? La girante della pompa dell’acqua potrebbe essere facilmente raggiungibile quando vedete il motore esposto al Salone Nautico di turno, ma lo sarà anche una volta che lo avrete imbullonato a bordo? Non c’è nulla di peggio di una parte del motore che non potete raggiungere quando è necessario agire in fretta.
OCCHIO ALLA SALA MACCHINE
Infine, ricordate che per la rimotorizzazione il vostro vano motore richiederà modifiche in termini di isolamento acustico, posizione del filtro e via dicendo? Tutte domande che dovrete porvi (e porre al produttore) prima di un potenziale “incauto acquisto”. Ricordate che i motori diesel richiedono una notevole quantità di aria fresca per funzionare correttamente. Soprattutto se si ha intenzione di aumentare la potenza, potrebbe essere necessario aggiungere un sistema di ventilazione nel vano motore per scongiurare il rischio di “soffocare” il nuovo impianto.
PRONTI A PASSARE ALL’HI-TECH?
Negli ultimi anni, le varie agenzie per la protezione dell’ambiente in giro per il mondo (in America ad esempio è l’EPA, avrete letto da qualche parte questo nome) hanno lavorato sodo per creare regole che vanno in due direzioni: in primis “pulire” i carburanti diesel riducendo il contenuto di zolfo, poi ridurre al massimo le emissioni causate dalla combustione.
MOTORI DIESEL “COMMON-RAIL”
Questo si è tradotto in motori sempre più tecnologici e meno inquinanti e meno rumorosi: come quelli “common-rail”. Praticamente questa modifica consiste nella presenza di un condotto unico (“common rail” = rampa comune) che collega una pompa a iniezione ad alta pressione con una serie di iniettori “intelligenti” controllati da un computer, i quali provvedono a immettere la giusta quantità di carburante (sotto forma di spray) direttamente nella camera di combustione. Le “goccioline” bruciano interamente, le perdite sono limitate e quindi il rendimento è maggiore (circa del 12% rispetto ai diesel tradizionali), con una coppia elevata anche a bassi regimi. Voi non dovrete muovere un dito (niente sfiati d’aria a mano, come nei vecchi diesel), e occuparvi soltanto della classica manutenzione dei filtri. C’è un solo contro: trattandosi di sistemi computerizzati, qualora qualcosa non funzionasse a dovere, anche l’armatore più esperto sarebbe meglio che si rivolgesse a un professionista.
COSTI E BENEFICI
Questa tecnologia, più o meno, viene utilizzata per motori dalle potenze pari o superiori ai 50 cavalli (ma esistono le eccezioni), al di sotto potete trovare ancora motori compatibili con le vigenti normative sulle emissioni che funzionino alla vecchia maniera, che di sicuro richiederanno costi molto minori di rimotorizzazione, evitandovi di “digitalizzare” i sistemi e compiere una lunga serie di modifiche a bordo. Se però avete intenzione di navigare ancora a lungo e senza problemi con la vostra amata, vale il concetto del “chi più spende meno spende”: infatti, rispetto agli entrobordo con tecnologia common-rail, i diesel tradizionali saranno meno efficienti (e quindi più costosi sul lungo periodo), più rumorosi e col passare del tempo sarà sempre più difficile trovare i pezzi di ricambio.
QUALI SONO I PRINCIPALI PRODUTTORI DI ENTROBORDO?
A chi rivolgervi per la rimotorizzazione? Sono molti i produttori di motori entrobordo per le barche a vela, eccovi i principali:
– Yanmar
– Nanni
– Perkins
– Vetus
– FPT
– Beta
– Steyr
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2 commenti su “Parola d’ordine: rimotorizzazione. La vostra barca vi ringrazierà”
parliamo anche di costi! su Cruising World si parlava di uno Yanmar se non ricordo male, costato 22,000$, montaggio incluso.
comunque, vai con l’elettrico !!! 🙂
quanto può costare (secondo me vale la pena per natanti sui 9 metri) tutto il sistema: batterie, motore elettrico, comandi, cablaggi, centralina di controllo etc (e ovviamente i pannelli per la ricarica, e/o impiantino eolico)??
Buongiorno Dede, dell’elettrico abbiamo parlato in abbondanza qualche tempo fa: tutti i costi, e tutti i consigli, li trova in questo articolo: https://www.giornaledellavela.com/news/2016/11/08/vi-spiego-reso-elettrica-la-mia-barca-ecorivoluzione-alle-porte/
e in questo: https://www.giornaledellavela.com/news/2016/11/12/le-10-domande-porsi-passare-al-motore-elettrico-un-po-mercato/
Un caro saluto,
La redazione del GdV