Non si torna in barca perché i politici credono che siamo tutti piloti di Formula 1
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Carissimi lombardi, piemontesi, trentini e umbri peggio per voi. Voi che vivete nelle uniche regioni che non hanno accesso al mare, siete fregati. Non c’è traccia nelle bozze del documento di allentamento del lock down a partire dal 4 maggio sino al 17 giugno che il governo ha annunciato della possibilità di spostarsi al di fuori della propria regione di residenza. Qualche vantaggio ce l’hanno i lombardi che sono ricchi di laghi dove molti tengono la barca. Questi fortunati “lumbard” possono raggiungere la propria barca per effettuare lavori di bordo urgenti o se svolgono attività sportiva, possono allenarsi da soli o al massimo in due.
In barca non ci vanno neppure sardi e siculi
E amici delle altre regioni che hanno accesso sul mare (ad esempio Sardegna e Sicilia) le quali non hanno ancora ufficializzato la possibilità di poter raggiungere la vostra barca per effettuare lavori a bordo, non vi siete resi conto che siete nella stessa situazione delle regioni senza mare!
C’è chi aggira le regole perché sono sbagliate
E abbiamo già avuto segnalazione di chi esce in mare da solo (la norma recita che ci si può allenare solo da soli o in due) facendo finta di essere in allenamento per attività sportiva, ovvero regate, con vecchie barche che non andavano a vela da anni e anni. Ci informano anche che un signore con la moglie è salpato in presunto allenamento regate con un Oceanis di 13 metri raggiungendo il porto di un’altra regione.
Il caos fa male anche all’economia
Insomma, come avevamo previsto, regna il caos nell’Italia del diporto nautico. Una sola cosa ve la vogliamo dire, forse i nostri legislatori si dovrebbero conto che sono centinaia di migliaia coloro che vanno in barca per piacere. Li chiamano diportisti, sono centinaia di migliaia. Fanno vivere decine di migliaia di famiglie che lavorano nei porti, nel noleggio di barche, nei cantieri di manutenzione. Il 50% di quanto spendono finisce poi nei ricavi di ristoranti, bar, negozi, musei, supermercati.
In barca solo come se tutti fossero campioni di Formula 1
Invece i legislatori hanno dato retta, per ragioni politiche, a quanto gli hanno detto i rappresentanti del CONI e delle federazioni sportive e del mondo del calcio. Ma una barca da diporto non è una deriva e non si può manovrare da soli o in due, anche facendo finta di essere in allenamento sportivo. E’ come se si permettesse di andare in auto per le strade solo a coloro che fanno i piloti di auto da competizione per allenarsi ad un gran premio di Formula 1!
Andate in barca ministri, forse capirete
La prima cosa che il ministro Dario Franceschini, che ha la delega per il turismo, e Sergio Costa, ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, dovrebbero fare è organizzare una bella uscita in barca. Forse capirebbero cosa significa andare in barca per diporto e quali danni stanno facendo dando retta solo alle federazioni sportive e non al semplice buon senso. La barca è il posto più sicuro per la gestione della pandemia. Fateci andare in barca sul mare. Il prima possibile.
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2 commenti su “Non si torna in barca perché i politici credono che siamo tutti piloti di Formula 1”
Bombardiamo di mail i politici e condiviamo …
Purtroppo il buon senso in questo momento è latitante