La stufa da barca fai-da-te che spopola in rete è un pericolo mortale. Ecco perché
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Dopo la prima puntata su come sconfiggere a basso costo l’umidità a bordo, continua la rubrica Vivere in Barca, dedicata a voi che, come me, avete sempre avuto il sogno di vivere a bordo. In aggiunta ai tanti consigli e alla cultura marinaresca reperibili in letteratura (anche il Giornale della Vela ha dato il suo contributo con il manuale Vivere a Bordo), vogliamo parlare oggi di sicurezza, trattando un argomento insolito, una sfufa fai da te proposta, da alcuni pazzi, anche in barca… vi spieghiamo perché sia mortale.
Ho realizzato il pericolo quando un socio del mio club velico, volendo organizzare una serata velica in invernale, mi ha iniziato a parlare di un forum che proponeva di realizzare l’oggetto che vedete in figura. Spopolano sui social, blog e forum, istruzioni per realizzare una piccola stufa a candele in terracotta fai da te. La versione “appesa”, essendo oscillante, viene pure indicata come ottimale per la barca a vela… anche in navigazione! NON FATELO MAI, quella stufa costituisce un pericolo mortale!
COME FUNZIONA IL “TERRACOTTA POT HEATER” O “FLOWER-POT HEATER”
La realizzazione è molto semplice, due vasi di terracotta tenuti insieme da 4 bulloni e rispettive rondelle, fissate su una barra filettata. Funzionamento: il vaso superiore intrappola l’aria calda generate dalle candele (calore convettivo) e restituisce parte del calore accumulato convertendolo in forma radiante. E’ lo stesso principio della stufa a legna in ghisa.
UNA FIAMMATA IMPROVVISA E ANDRA’ A FUOCO LA BARCA
Ecco come accade il disastro: le quattro candeline sembrano innocue, ma la stufa accumulando calore al suo interno, farà sciogliere la cera di paraffina delle candeline. Durante questa fase non ci sono segnali che ci possano avvertire del pericolo, ma la temperatura interna salirà ancora, fino a raggiungere i 250 gradi circa, punto di flashpoint / autocombustione paraffina.
A questo punto una grande fiammata si sprigionerà dal vaso, ma non è finita. Il forte calore sprigionato in pochissimi istanti, andrà a scaldare ulteriolmente la cera che inizierà a bollire, traboccando dai recipienti, una colata di cera incandescente trafilerà dalla filettatura metallica anch’essa rovente, e andrà tipo Napalm a incendiare l’interno della cabina.
GETTARE ACQUA SUL FUOCO? PEGGIO!
Oltre al fuoco e al fumo in cabina, c’è un’ulteriore problema: gettare acqua per cercare di spegnere quell’incendio potrebbe esser deleterio, perché la paraffina liquida si comporta come un olio, e una fiammata ancora più grande potrebbe sprigionarsi.
RISCHIO MONOSSIDO
Oltre al pericolo incendio, qualsiasi dispositivo a combustione non certificato per uso marino o in ambienti ristretti è un potenziale generatore di monossido di carbonio. Molti decessi sono stati registrati, nelle house-boats in Inghilterra, per uso inappropiato di fornelli da campeggio, stufette a gas, o cucinotti ad alcool autocostruiti.
QUINDI…
Sarò stato forse catastrofico, ma il punto è questo: conviene rischiare la barca e la vita per una cavolata del genere? Se ritenete conveniente l’uso di una stufa a bordo, ditte specializzate costruiscono stufe sicure a diesel, propano o a legna/carbone per barche a vela e motore, ovviamente la canna fumaria appropiata sarà d’obbligo! Quella della foto è prodotta da Dickinson Marine, ma se ne trovano molte sul mercato.
Luigi Gallerani
(l’immagine di apertura è semplicemente un collage esplicativo realizzato dalla redazione)
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1 commento su “La stufa da barca fai-da-te che spopola in rete è un pericolo mortale. Ecco perché”
Fiamme libere in barca non sono mai, comunque, una “genialata”! Io per qualche uscita invernale con il mio piccolo cabinato (dove non ci stà certo una stufa!) ho usato il vecchio metodo della pentola in terracotta sul fornello a gas. Ovvero, un vaso da fiori capovolto e bloccato con i fermapentola dove il foro dell’acqua garantisce il passaggio dell’ossigeno necessario perchè la fiamma non si spenga. Mai avuto problemi e sempre “asciugato” la barca.