developed and seo specialist Franco Danese
Dopo anni di battaglie, lo scorso anno è entrato in funzione il SISTE (Sistema Telematico Centrale della Nautica da Diporto), con il Registro centrale delle imbarcazioni e lo Sportello Telematico del Diportista (STED). Addio registri cartacei tenuti nelle Capitanerie di Porto che non dialogano tra loro, rendendo quasi impossibile risalire alla proprietà di una barca e controlli della Guardia di Finanza a raffica in mare e a terra.
La piena operatività è stata raggiunta a novembre scorso e, in teoria, prevede passaggi del tutto simili a quelli del registro automobilistico. Gli STED invece sono delle vere e proprie agenzie dislocate su tutto il territorio nazionale e in collegamento telematico con la banca dati centrale – al servizio degli utenti per tutte le operazioni di iscrizione e cancellazione delle unità da diporto nei relativi registri e il rilascio dei documenti di navigazione. Tutto bellissimo. Ripetiamo: in teoria.
Abbiamo parlato con alcuni responsabili di cantieri italiani e il nostro entusiasmo si è sgonfiato: pare che per immatricolare una nuova barca i tempi si siano dilatati a 45/60 giorni. Ma il Registro telematico centrale non doveva essere lo strumento per semplificare e velocizzare i processi?
La causa? Il sistema informatico, semplicemente, funziona male. Un tempo di attesa così lungo rischia di affossare il mercato del nuovo: i cantieri varano la barca nei tempi, ma l’armatore non la può utilizzare fino ad avvenuta immatricolazione. Con il rischio, magari, di perdersi le vacanze e di altre scocciature derivanti da un ritardo nella consegna. In teoria l’imbarcazione potrebbe navigare con targa provvisoria (la cosiddetta “targa prova” ma è una soluzione impraticabile: a bordo deve esserci obbligatoriamente un dipendente del cantiere costruttore.
Ma perché si arriva fino a quasi due mesi, quando prima l’immatricolazione “cartacea” richiedeva solo una settimana di tempo?
Partiamo dall’agenzia che cura l’immatricolazione: questa deve innanzitutto richiedere il codice che abilita all’apertura della pratica di immatricolazione della barca e che viene rilasciato da Confindustria Nautica (nata dall’unione di UCINA e Nautica Italiana). Se non ci sono problemi con i documenti questo avviene in giornata, viceversa i tempi si allungano. Ottenuto il codice, l’agenzia procede con il caricamento dei documenti e della barca e gli allegati scannerizzati sul portale. E qui arriva il primo “inciampo”: si tratta spesso di file pesanti, questi causano il blocco del sistema. Ci hanno raccontato che quando il sistema va in blocco, scade la sessione e quindi bisogna ripartire da capo e che a volte sono serviti giorni e giorni!
La trafila, lunghissima, si ripete per tutte le nuove licenze, per quelle di rimotorizzazione e tutte le volte che sia necessario trasmettere i dati tecnici della barca, che i cantieri hanno inviato in originale all’agenzia.
Ma siamo solo a metà dell’opera: una volta che l’Agenzia completa il caricamento di tutti i documenti necessari all’immatricolazione sullo STED, c’è un ulteriore passaggio. Mediamente, ci vogliono dai 15 ai 25 giorni di tempo affinché ottenga la licenza telematica, con cui andrà agli uffici della Capitaneria di Porto per la formalizzazione dell’immatricolazione.
E se viene fatto qualche errore nell’upload dei documenti? Bisogna rifare tutto da capo. Il problema è che non si può saperlo fino a che non viene presa in mano la pratica dai gestori del portale (e anche qui, passano diversi giorni): se vengono rilevate inesattezze, salta la pratica e bisogna rifare tutto da capo.
Della serie, ufficio complicazioni affari semplici. E’ possibile che abbiamo parlato soltanto con operatori e cantieri che hanno avuto una brutta esperienza con il registro telematico, che questi siano soltanto dei casi isolati? Altamente improbabile, non impossibile. E che molte agenzie di immatricolazione non siano pronte, a livello di “forma mentis”, alla nuova digitalizzazione? Un grande boh anche questo. Siamo solo agli inizi di questa progressiva informatizzazione, qualche malfunzionamento è fisiologico, ma pare di capire che il sistema debba essere molto migliorato. Vi terremo informati.
Intanto, se avete avuto anche voi problemi con il nuovo registro e con gli STED, scriveteci la vostra esperienza a speciali@panamaeditore.it
G.S.
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