Cronaca di una crociera fuori dagli schemi (tra i fiordi spettacolari delle Lofoten)
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Marco Zanini è un nostro appassionato lettore che si lancia spesso in crociere “non convenzionali” e ci manda dettagliati resoconti. Questa volta ci racconta la sua vacanza in barca alle isole Lofoten (l’arcipelago norvegese che si estende a nord-est tra le contee di Nordland e Troms). Il suo report è dettagliato e ricco di consigli utili se anche voi volete intraprendere questa avventura, esplorando in barca panorami mozzafiato e fiordi bellissimi. Senza mai togliervi la cerata, anche a giugno.
LA MIA CROCIERA IN BARCA ALLE LOFOTEN
Il grande nord è sempre stato un richiamo fortissimo.
Per caso agli inizi del 2018 tramite Facebook il mio amico Angelo Viviani mi contatta per chiedermi non mi ricordo bene cosa, e tra una chiacchera e l’altra mi invita a partecipare ad una settimana di vela alle Lofoten che sta organizzando lui stesso per la prima settimana di giugno. La decisione praticamente è stata immediata; convinco mia moglie a seguirmi ed il tutto è fatto, procedo con il pagamento della mia quota per il noleggio. In pochi giorni il crew è formato e siamo a posto.
COME ORGANIZZARE IL VIAGGIO
Ho diversi mesi per documentarmi. Angelo, e il suo amico Mauro Bona avevano già un idea, essendo che loro erano gli ideatori. Ho comunque comprato l’immancabile pilot della imRay dell’ammiragliato britannico (vedi foto), testo in inglese abbastanza esaustivo. Ottima la guida e il piano di navigazione che hanno pubblicato i ragazzi del centro velico di Caprera dove descrivono la loro esperienza compiuta pochi anni fa.
Siamo a febbraio e devo sbrigarmi a comprare i biglietti aerei. Trovo con le nostre amiche fidate dell’agenzia www.zenzeroviaggi.com specializzate in mete non convenzionali, un volo Lufthansa partendo da Bologna; un po’ di scali, forse troppi (Bologna-Francoforte-Oslo-Bodo-Svolvaer), comunque con 4 voli ed una sveglia alle 4 si può arrivare a Svolvaer per il tardo pomeriggio. Non è certo dietro casa e nemmeno tanto gettonato come posto. Angelo e gli altri da Malpensa dovranno fare una notte a Bodo e al ritorno pure.
… E UNA BUONA MACCHINA FOTOGRAFICA
Si avvicina la data di partenza e per questa occasione non potevo non avere una macchina fotografica decente. Avevo smesso di fotografare seriamente da 10 anni con l’arrivo delle reflex digitali, ora è arrivato il momento di decidermi. Mi decido e compro un corpo Canon EOS5 Mark IV per la modica cifra di quasi 3000 euro, gli obiettivi li avevo già dall’epoca in cui facevo foto professionali per il settore subacqueo e viaggi.
31/5/2018 – SI PARTE
Si parte, siamo alla mattina del 31 maggio 2018, viaggio piacevole, abbiamo preso attrezzatura pesante invernale, provando a contenere tutto in due zaini enormi, spediamo i bagagli direttamente a Svolvaer. Sono preoccupato essendo che abbiamo meno di 30 minuti per la coincidenza Bodo Svolvaer, e non so se arriveranno le valigie, contiamo sulle dimensioni del aeroporto che suppongo non siano quelle di Francoforte.
A Oslo ci sono 30 gradi, non avremmo toppato i vestiti? Atterraggio a Bodo e li ci aspetta un imbarco di corsa essendo solo con 20 minuti di coincidenza. L’imbarco è rapidissimo il bimotore da una ventina di posti ci aspetta e si sale come in autobus scegliendosi un posto dove si vuole. Volo spettacolare a bassa quota di 20 minuti dove dall’alto possiamo ammirare tutto l’arcipelago illuminato dal sole (che non vedremo più per 4 giorni). Atterriamo, giornata soleggiata forte vento, non è freddo ma nemmeno quel gran caldo. Aereoporto microscopico, taxi non ce ne stanno, chiediamo in giro e finalmente qualcuno gentilissimo ed impietosito ci chiama un taxi che ci porterà in centro che dista circa una decina di km o anche meno (per la modica cifra di una quarantina di euro). In taxi con noi anche una coppia di corridori connazionali che sono venuti fin lì per fare una competizione di corsa in montagna. In attesa del taxi, tramite booking prenoto in istantanea una camera in un hotel in centro. Ci sistemiamo in hotel, in attesa del resto del equipaggio che arriverà il giorno dopo per imbarcarci.
Dopo una doccia decidiamo di visitare il paese e di andare a cercare l’imbarco del charter (impresa non semplicissima visto che hanno un pontile non al porto ma in un area loro). Finalmente lo troviamo lo riconosciamo per la gente che sbarca e fa le pulizie. Finito il giro si va a cena dove ci si rende conto già da subito del costo della vita , e poi a dormire.
1/6/2018 – CHE SPESA!
Finalmente dopo una notte insonne alla luce che trapela dalle tende della camera ci si alza si fa check out e si va diretti dopo una rapida colazione al imbarco ad attendere gli altri. Equipaggio al completo, imbarco nel pomeriggio.
Siamo in sei: noi due, Angelo Viviani e Cristina Guglielmi (sua signora) Mauro Bona e Fabio Capelletti, amico fotografo di Angelo non velista ma ottimo compagno.
C’è da dire che i norvegesi sono bravissime persone ma non molto espansivi e nemmeno abituati al turismo. Chiediamo dove poter piazzare i borsoni per poter andare a fare la cambusa. Di fatto ci siamo dovuti arrangiare tenendo due persone a piantonare la roba (probabilmente non necessario, chi vuoi che rubi i borsoni!) sulla strada e i restanti al supermercato a fare spesa.
L’operazione ha richiesto un paio d’ore con la lista dettagliata di Angelo da seguire scrupolosamente, il problema stava nella carenza di verdure fresche a prezzi abbordabili e di cibo di qualità. Paghiamo in tutto più di 400 euro per un misero carrello che non ci basterà per l’intera settimana (pensare che due settimane dopo con la metà della spesa ho fatto il pieno di specialità culinarie sarde e verdura fresca riempiendo due carrelli a Cagliari).
FINALMENTE IN BARCA
Nel pomeriggio ci consegnano la barca e si procede ad un dettagliato check-in. Angelo per il check-in è il numero uno controlla pure le guarnizioni della pompa del cesso.
La barca è un Delphia 40 piedi , ben equipaggiato ed in ottime condizioni. Nel package di imbarco abbiamo chiesto anche lenzuola/piumone ed asciugamani cosa che consiglio per poter diminuire il volume delle borse, per il costo di 25 euro a persona.
Sprayhood su tutto il pozzetto che ti permette di navigare come vedremo anche con forte acqua neve e persino grandine. Le dotazioni sono totali, cartografico, radar, una buona capienza di acqua, riscaldatore Webasto, due bagni comodi dove faremo doccia calda per tutta la vacanza.
Sono ormai le 19 passate e finito di sistemare tutto il materiale finalmente si parte. Direzione Henningsvaer, a una decina di miglia da Svolvaer, paese incastonato in un gruppo di isolotti e scogli, protetto su tutti i quadranti. Intanto il tempo non è più quello del giorno prima, nubi minacciose ovunque, qualche goccia.
Da subito si capisce che tutta la tettoia è indispensabile, al massimo si naviga con i lati aperti per fare entrare aria. Palese che le manovre siano leggermente più brigose soprattutto quelle al boma e la regolazione della balumina della randa, richiede acrobazie a discapito della sicurezza.
Dall’uscita del canale di Svolvaer, dove ci saluta una statua posta all’entrata, molto suggestiva, si procede verso sud con vento sostenuto sui 20 nodi, perfetto per raggiungere Henningsvaer giusto per cena tardi.
LA NAVIGAZIONE
La navigazione in queste acque non è complicata, richiede comunque una certa attenzione e una certa valutazione delle correnti che possono essere molto impetuose con maree sigiziali soprattutto nel passaggio del mitico Maelstrom a sud di Moskenesoya , luogo pericolosissimo citato nei racconti di Verne ed Edgar Allan Poe (discesa nel Maelstrom).
Noi ci siamo affidati alle pilot charts della ImRay ed al cartografico Navionics ormai installato sui tablet e sui telefoni di mezzo equipaggio. Praticamente il cartografico di bordo (in pozzetto un Raymarine ed un altro in carteggio) facevano da backup e da schermo per il radar che per fortuna non ha mai richiesto di essere utilizzato.
Giunti in prossimità di Henningsvaer si richiede molta attenzione come per gli altri approdi, essendo che tutti i ridossi sono raggiungibili solo attraverso un dedalo di bassi fondali scogli affioranti e mede segnaletiche. Il Navionics ha sempre svolto egregiamente il suo lavoro.
Giunti nel porticciolo ci si accorge (qui come negli altri ormeggi) che i pontili sono per poche barche (max 4) e che se proprio te la vedi male devi legarti alle palafitte tenendo conto della marea (cime lasche quel tanto da assecondare il livello) e trovando un punto con una scala che ti porti su.
Fortunatamente la navigazione a vela in queste acque non è affollata e troviamo abbastanza facilmente posto sul pontile a pagamento (qui in questo porto paghi tramite una app dal cellulare e ti abiliti la colonnetta del elettricità e del acqua).
LA PRIMA CENA A BORDO
Sono circa le 9 di sera luce sempre e ci si prepara per una cena. Prima cena tra di noi che non ci conosciamo tutti, e subito si vede l’affiatamento e l’armonia di questo crew, cosa non sempre facile da trovare; in particolare si denota da subito che siamo tutte persone abituate a navigare e qualche piccola scomodità , orari strani per cena, inconvenienti vari, ecc , non ci creano alcun problema.
Tra una chiacchera e l’altra, dopo cena e un po’ di pianificazione per il giorno dopo, siamo all’ora di andare a dormire: sono le 3 del mattino ed è giorno. Bella bazza l’estate artica, ti permette, ovviamente adattandoti ai ritmi, di poter gestire le navigazioni nel migliore dei modi.
2/6/2018 – DIREZIONE LOFOTEN
Sveglia sul tardi non ricordo a che ora, si fa colazione e un bel giro per il paese. Bello da vedere, incontri pochissima gente e principalmente quelli che vedi sono turisti. La passeggiata si alterna tra nuvole, pioggia e qualcosa di simile a neve. Ci fai l’abitudine velocemente, con la cerata indossata, stivali e vestiti da inverno non patisci il freddo e nulla ti dà più fastidio.
Nel pomeriggio rientriamo al pontile pranziamo (si fa per dire visto che sono già le 14 passate e si salpa per il prossimo porto: direzione sud delle Lofoten, tappa a Sorvagen). Il tempo è decisamente brutto (il meteo dava poche speranze), vento abbastanza teso: partiamo con una mano, 20-25 nodi, la barca è molto stabile, cielo coperto e minaccioso, si alterna con rovesci di acqua, un po’ di neve e perfino grandine.
In pozzetto si sta bene navighiamo con le aperture laterali aperte ma tutto il resto della copertura ci protegge egregiamente. Se vai fuori dal pozzetto è meno divertente, la temperatura percepita è sotto lo zero; ricordo che andai a cazzare il meolo della randa senza guanti e la sensibilita dopo pochi minuti fuori era abbastanza ridotta.
Il meteo dà per il giorno dopo tempo pessimo, decidiamo quindi di optare a una sosta di due notti che ci permetterà poi di visitare a piedi Reine e A° che si pronuncia O o qualcosa di simile. In questo paese termina la strada statale E10 oltre con mezzi motorizzati terrestri non si va.
La navigazione prosegue vento teso bolina larga-stretta, che ci impone una serie di bordi e anche se il percorso non è lunghissimo (circa 32 miglia) diventano 40 con i bordi ma l’andatura è sostenuta e si procede con piacere.
DOVE CI FERMIAMO?
Durante la navigazione decidiamo dove fermarci, essendo che il porto di Sorvagen non è dei più grandi e si rischia di non trovare posto visto anche l’orario di arrivo, pertanto prendiamo come alternativa anche il porto di Moskenesvagen più largo (dalla carta nautica perlomeno) e più promettente.
Giunti all’ingresso dei fanali del molo entriamo, a seguirci troviamo dei tender guidati da bambini, dove il più grande avrà avuto 10 anni, che si divertivano a fare le corse tra di loro nella rada.
Sono gia le 22 e la stanchezza ed impazienza si sente, facciamo un giro di ricognizione di tutta la rada ma non pare molto promettente. Dovremmo attraccarci ai piloni delle palafitte e non sembra vi siano molti servizi. Dobbiamo stare un paio di notti e si necessita acqua e luce o almeno si spera. Decliniamo!
Decidiamo di proseguire per Sorvagen. Siamo all’entrata del piccolo porticciolo, sono gia le 23, è abbastanza pieno, optiamo per metterci all’inglese proprio dietro il muraglione del porto, ma il proprietario di un grosso barcone in ferro neozelandese mi pare, ci invita ad andare in fondo alla baia rassicurandoci che ci sta abbastanza fondo e li abbiamo un pontile attrezzato per 4 barche .
Manovra assurda tra tonneggio ed imprecazioni, essendo che ci dobbiamo infilare tra gli scogli e un’altra barca, comunque tutto ok alle 23:30 in punto siamo ormeggiati e ci si può fare una doccia e poi mangiare e cazzeggiare. Dopo la cena intorno alle due del mattino decidiamo di fare due passi e poi andiamo a dormire. Alle 3 passate finalmente si va a dormire, il paese pare deserto piove acqua e roba ghiacciata; siamo sigillati con il Webasto acceso al minimo si dorme veramente bene, le tendine sono state “potenziate” e la luce esterna non disturba il sonno.
3/6/2018 – IN PAUSA
In mattinata abbastanza avanzata verso le 9 ci si alza, si fa colazione e si programma la giornata. Passeremo la giornata a visitare il paese ed i dintorni, con un rientro per pranzo nel pomeriggio e un altro giro. Bellissimo da vedere l’essicatoio degli stoccafissi e la veduta della baia che contrasta con il campo da calcio del paese. Il tempo è peggiorato si rientra in barca, ci si riposa un po’ e finalmente si cena ad un orario più sud europeo. Decidiamo di rimanere anche per il giorno successivo essendo in arrivo un peggioramento del tempo.
4/6/2018 – IL MUSEO DELLO STOCCAFISSO
In mattinata abbastanza avanzata verso le 9 ci si alza, preparo per tutti uova e bacon, pane tostato marmellata e formaggio locale, nel mentre si fa il programma della giornata. Passeggiata di qualche km al porticciolo caratteristico di A° dove risiede il museo dello stoccafisso. Per fortuna non piove forte e i rovesci sono corti con sprazzi anche di sereno. Camminare per questo arcipelago è alquanto piacevole come navigarvi. Si incontra sempre poca gente e per la maggior parte turisti e quasi mai locali, le case hanno finestre ampie dove vedi l’interno, ma difficilmente vedi qualcuno, a volte la cosa potrebbe sembrare inquietante.
Arriviamo al museo dello stoccafisso, ad accoglierci il proprietario che parla perfettamente italiano! Perfino un cartello segnaletico sulla strada è scritto in italiano: molto strano. Il dubbio viene dissolto velocemente, il signore è l’ex importatore in Italia dello stoccafisso. Ci ha guidati per il museo che è veramente di estremo interesse, e tra un attrezzo e l’altro ci ha raccontato la storia della sua vita, la cui fortuna deriva appunto da questo commercio.
Dalla visita abbiamo capito molte cose soprattutto sul prezzo del prodotto che giudicavamo abbastanza alto per un merluzzo “mummificato” e non proprio invitante.
Tra le tante cose, interessante sapere che i prodotti di scarto soprattutto le teste vengono vendute in Africa nera, soprattutto Nigeria, da cui ne estraggono cibo (per loro) prelibato, ed il restante scarto si trasforma in farine alimentari.
REINE, BELLO E DESERTO
Rientriamo dalla visita di A° e nel pomeriggio avanzato pranziamo velocemente per poi andare a visitare Reine che dista una decina di km via terra. A piedi è impensabile visto il mal tempo. Chiediamo per un trasporto. Ci sta solo un autobus e il taxi. Propenderemo per il bus, che fortunatamente passava a minuti.
A Reine chiediamo il ritorno: alle 10 di sera! Pare che dal primo pomeriggio si debba aspettare 5 ore per un autobus. Opteremo per un taxi; il problema starà nel trovarlo.
Giriamo il paese molto bello e deserto. Panorama stupefacente, il mal tempo dopo un ora da un attimo di tregua, incontriamo pochissime persone e per fortuna un bar ristorante aperto dove decidiamo di fare una sosta e bere qualcosa di caldo. Poi chiederemo del taxi.
Stiamo più di un’ora al bar, prezzi come sempre elevati ma va bene comunque, notiamo che i locali, pochi, arrivano a quest’ora per cenare. Sono le 5 del pomeriggio.
Il bar ci chiama un taxi, un furgone per dirla tutta, e con calma arriva a prenderci. L’autista è un “vikingo “ di 20 anni enorme, ci fa salire e senza tanti convenevoli ci riporta alla barca. Avrà pronunciato dieci parole in tutto. Il costo non ricordo ma in proporzione diviso per 6 non è stato elevato.
Ceniamo con calma e decidiamo per il giorno dopo, vorremmo partire non tardissimo per poter dirigere sul Maelstrom e poi ormeggiare a Nusfjord.
5/6/2018 – LA DISCESA NEL MAELSTROM
Sveglia per le 6, colazione veloce, partenza. Andremo a fare il passaggio del mitico Maelstorm , Moskstraumen (‘corrente di Mosken’) per poi tornare indietro ed ormeggiare a Nusfjord. Vento discreto sui 15 nodi, tutto in fronte, pioggia e nubi minacciose e basse fanno da cornice al passaggio che dista una decina di miglia.
Dopo un ora il vento comincia a calare, poi un buco di sole, e poi nuvole acqua e roba gelata. Siamo sul Maelstrom, sono le 8 del mattino, si denota già una leggera corrente, andiamo per lo più a motore, e non pare la situazione sia cosi impegnativa, d’altronde la marea è alle quadrature con un coefficiente molto basso.
Non faremo la fine del personaggio del racconto di Poe e nemmeno del Nautilus del racconto di Verne! Siamo all’estremità dell’arcipelago, si gira la prua e si prende la strada per il ritorno. Navigheremo fino a Nusfjord che dista circa 20 miglia.
Navigazione abbastanza noiosa, il vento è calato decisamente, ci diamo il cambio al timone , procediamo più a motore che a vela. Intanto un buco di sole tra le nubi fa capolino. Con il sole queste isole diventano bellissime, seppure con il brutto tempo si ammirano scorci di una drammaticità unica. Scattiamo foto di continuo. In lontananza uno spruzzo sul mare, un orca sta nuotando a circa mezzo miglio da noi .
UNO DEI POSTI PIU’ BELLI DELLE LOFOTEN
Arriviamo alle 12 passate a Nusfjord, posti per ormeggiare nella bellissima insenatura pochi. Alcuni stanno abbandonando il pontile ci avvisano di metterci in attesa che ci lasceranno il posto. Intanto ci mettiamo sulle palafitte.
Finalmente si libera il posto, manovra abbastanza stretta ma riusciamo a metterci sul pontile galleggiante. Siamo in uno dei posti più belli delle Lofoten (a mio avviso il piu bello).
Finalmente sole e si può andare a camminare dopo pranzo. L’insenatura a sinistra della baia è spettacolare , una roccia a starpiombo ne determina l’entrata. Sulle rocce uccelli marini hanno nidificato. L’ormeggio pare gratuito, cosa non malvagia, anche se per ora si è sempre pagato pochissimo rispetto ai prezzi a cui siamo abituati in italia.
Passiamo l’intero pomeriggio a camminare, c’è pure uno store ben fornito con oggetti per turisti. Decidiamo anche di fare spesa, visto che la cambusa scarseggia, troviamo quel minimo e paghiamo il massimo.
Sopra il nostro ormeggio c’è una roccia che se ci sali sopra ti porta ad ammirare un panorama mozzafiato dell’intera baia. In mostra l’antico argano, ormai in disuso, utilizzato dai pescatori per issare il pescato e lavorarlo nella fabbrica antistante, ora trasformata in museo. La giornata è passata, il sole ha spesso fatto capolino tra le nubi e ci ha riscaldato per diverse ore della giornata.
Ceniamo e come sempre decidiamo la tappa del giorno dopo. In programma prima del rientro, c’è Trollfjord a nord di Svolvaer. La pianificazione è meticolosa, la tratta del giorno dopo, sarà lunghina e soprattutto con poco vento. Decidiamo per una partenza presto e arrivo a Kavelbag per il pomeriggio con sosta e visita.
6/6/2018 – VERSO KAVELBAG
Ore 6:20 partenza direzione Kavelbag circa 30 miglia, vento poco come previsto, verso le 8 rinforza quel tantino che ci permette di spegnere il motore. Procediamo con molta calma e si ha tempo anche per leggere un libro, chiaccherare e dire cazzate, foto a volontà , spesso siamo fuori per fotografare, mare calmo e il tempo permette di fare qualche scatto di gruppo a prua, un po’ di sole alternato da nubi.
Siamo di fronte a Kavelbag che è mezzogiorno passato, esplorazione della baia e decidiamo di metterci in fondo sul pontile galeggiante tenendo conto del pescaggio e della marea che sono veramente al limite sul pontile. Ore 13 siamo ormeggiati e si può pranzare, ci spetta una bella camminata e la visita dell’acquario .
Stiamo terminando la cambusa e Angelo molto “pignolamente” calcola di arrivare a riconsegnare la barca con il minimo di cibo.
Visitiamo l’acquario del paese, molto bello con esposto l’ecosistema locale. Passiamo un’oretta al bar a bere una cioccolata calda, rientro in barca per la cena e si va a dormire presto essendo che il giorno dopo la tappa sarà Trollfjord, ad una trentina di miglia.
7/6/2018 – VERSO TROLLFJORD
Partenza ore 6, navigazione piacevole, poco vento, a volte sole. Arriviamo all’ingresso di questo magnifico fiordo, entriamo a motore fino in fondo dove c’è lo scarico di un generatore elettrico che porta l’acqua da una condotta forzata che risale la montagna. Ormeggiamo sul pontile della compagnia elettrica e ci prepariamo per fare la gita a piedi. Vorremmo raggiungere il lago seguendo la condotta.
Intanto arrivano diverse barche piene di turisti e un paio di scialuppe di una nave da crociera. Loro visitano il golfo dalla barca senza scendere a terra. Noi andiamo a fare il nostro giro, sentiero non dei migliori, molto fango e pioggia che non ci lascia mai anche se a volte appare il sole. Non arriviamo al lago causa fango veramente fastidioso.
Dopo il giro si mangia qualcosa e si procede per il rientro a Svolvaer per riconsegnare la barca la mattina dopo. Rientro sempre con sole e pochissimo vento: comunque fa abbastanza caldo ed è piacevole stare a prua, ovviamente con la cerata. Bellissime montagne innevate fanno da scenario al rientro .
DI NUOVO A SVOLVAER
Per le 18 siamo nel porto di Svolvaer per fare gasolio. Non semplice da trovare il distributore: alla partenza non ci siamo stati, essendo l’ormeggio del charter da un’altra parte, comunque in fondo alla baia troviamo il distributore fai da te. Fatto gasolio abbiamo 5 miglia di giro intorno a diversi isolotti per arrivare al pontile dei charter. Sono le 20 passate e la vacanza è quasi terminata. Cena per finire la cambusa e a dormire.
8/6/2018 – ADDIO LOFOTEN!
Sveglia ore 6. Per le 8 si deve lasciare la barca. Una squadra signore attende fuori con aspiratori e armamentario per pulire. Il nostro volo sarà nel pomeriggio. Chiamiamo un taxi per portarci in centro e gentilmente ci tengono le valigie in deposito da loro. Alle 15 circa ci porteranno al aeroporto per il rientro.
Marco Zanini
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2 commenti su “Cronaca di una crociera fuori dagli schemi (tra i fiordi spettacolari delle Lofoten)”
Io ci son stato in bicicletta fino a NordKapp. Spettacolo stupendo
Gran bel viaggio, complimenti.
E articolo scritto bene, mai noioso.