Ossigeno per 24 porti turistici italiani nel contenzioso con lo Stato (QUI il nostro ultimo aggiornamento). Dopo la clamorosa protesta di 300 operatori del settore, dotati di giubbotto salvagente, che hanno manifestato a Roma davanti al ministero delle Infrastrutture e Trasporti l’Agenzia delle entrate ha, per ora, sospeso le richieste di aumento dei canoni demaniali anche fino al 700%.
Il motivo del contendere riguarda l’aumento retroattivo dei canoni demaniali, già dichiarato illegittimo – oltre che dai tribunali civili di mezza Italia, Corti d’Appello, TAR e Consiglio di Stato – anche da una sentenza della Corte Costituzionale del 2017. Nonostante questo, le Agenzie del Demanio e delle Entrate sino ad ora avevano continuato imperterrite con l’emissione delle cartelle esattoriali. E non solo: a due porti (il Marina Piccola di Capri e il Marina di Cattolica) “colpevoli” solo di aver resistito e vinto i ricorsi erano arrivate le prime revoche delle concessioni.
Ma la “guerra” tra i 24 porti interessati dalla richiesta di aumenti retroattivi di canone non è finita. Il decreto, contenuto nel Milleproroghe prevede la sospensione del pagamento dei canoni retroattivi al contratto di concessione sino al 30 giugno. Poi, se non ci sarà una pace definitiva, la tregua finirà. E riprenderà la guerra.
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