Ecco quali pesci puoi mangiare a Natale e quali no

IL REGALO PERFETTO!

Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.

A Natale il pesce la fa da padrone sulle tavole di quasi tutta Italia, ma sono pochi i pesci che si possono mangiare senza rischi per l’ecosistema, alcuni sarebbe meglio evitarli proprio, lasciandoli in mare se non si vogliono procurare danni importanti alla specie e all’ambiente. Se state pensando anche voi di fare una cena a base di pesce fate attenzione, qui trovate quali pesci potete mangiare e quali no. La Lista Rossa IUCN è uno strumento fondamentale per informare chiunque sul rischio di estinzione delle specie, animali o vegetali, e dalla lista capiamo quali sono i sette pesci che possiamo portare in tavola senza troppe preoccupazioni e i sette che invece non dobbiamo proprio acquistare. Ricordiamo a tutti i nostri lettori che acquistare pesce locale non solo aiuta l’economia dei piccoli e medi pescatori, ma è anche garanzia di provenienza certa, che spesso è invece nebulosa quando si tratta di pesci che arrivano dall’estero.

I PESCI CHE PUOI PORTARE A TAVOLA

MUGGINE o CEFALO (Mugil cephalus)

Si riproduce abbastanza velocemente e lontano dal periodo natalizio, è molto comune e diffuso nel Mediterraneo, viene venduto pescato o allevato e la sua carne molto saporita è ambitissima in cucina.

TONNETTO ALLETTERATO (Euthynnus alletteratus)

Viene commercializzato come palamita in base al regolamento CEE 1536/92, questo pesce della famiglia Scombridae ha carni simili a quelle del tonno rosso, ottime sia cotte che crude. La sua fase riproduttiva termina a settembre.

LAMPUGA (Coryphaena hippurus)

Specie migratoria con un rapido tasso di crescita, si trova anche nel Mediterraneo e le sue carni sono davvero versatili in cucina: fritto, in umido, al forno, si candida a protagonista del Cenone della Vigilia.

ACCIUGA o ALICE (Engraulis encrasicolus)

Spesso associata alla sardina, ha in realtà un corpo più allungato e snello, con una testa più grande. La deposizione delle uova termina a novembre ed è uno dei pesci più pescati e più utilizzati in cucina nel nostro Paese.

GALLINELLA o CAPPONE (Chelidonichthys lucerna)

Pesce presente sui fondali sabbiosi del Mediterraneo, ottimo al forno o in umido, ma la sua carne bianca e tenera si presta anche ad essere fritta.

OCCHIATA (Oblada melanura)

Pesce molto simile al sarago, si riproduce in primavera-estate e popola le coste rocciose del Mediterraneo. Le sue carni magri e sode sono ottime alla piastra o alla griglia, anche e soprattutto a Natale.

GATTUCCIO (Scyliorhinus canicula)

Squalo della famiglia Scyliorhinidae, si pesca in tutto il Mediterraneo ma in Italia è protagonista in cucina soprattutto in Sardegna e nell’Adriatico.

 

QUALI SONO I PESCI DA EVITARE?

 

 SALMONE (Salmo salar)

Ampiamente consumato in tutta Italia, non si trova nel Mediterraneo ma è quasi scomparso anche dall’Atlantico (quello selvaggio). Da noi arrivano quelli da allevamento.

DENTICE (Dentex dentex)

Pesce molto ambito e per questo molto pescato, ha una crescita lenta, ecco il motivo per cui rientra nella Lista Rossa come specie vulnerabile.

 MERLUZZO NORDICO (Gadus macrocephalus)

Inserito nella Lista Rossa come vulnerabile perché viene pescato ogni anno in quantità maggiori. A rischio soprattutto gli esemplari giovani (sessualmente non maturi).

ASTICE (Homarus)

A rischio molti stock che non hanno una gestione sostenibile. La cattura delle femmine mature è vietata.

CERNIA BRUNA (Epinephelus marginatus)

Specie in pericolo, ha ritmi di crescita molto lenti e la pesca indiscriminata degli ultimi 20 anni ha creato parecchio squilibrio biologico nella specie.

PESCE SPADA (Xiphias gladius)

La popolazione del Mediterraneo è stata messa a rischio dalla sovrappesca, spesso inoltre gli attrezzi usati per la sua pesca causano danni accidentali ad uccelli marini e tartarughe.

RANA PESCATRICE (Lophius piscatorius)

La gestione degli stock non ha una regolamentazione chiara, la pesca commerciale sta distruggendo questa specie che inoltre inizia la fase riproduttiva proprio in inverno.

F.R

NAVIGA INFORMATO!

Per rimanere aggiornato su tutte le news dal mondo della vela, selezionate dalla nostra redazione, iscriviti alla newsletter del Giornale della Vela! E’ semplicissimo, basta inserire la tua mail qui sotto, accettare la Privacy Policy e cliccare sul bottone “Iscrivimi”. Riceverai così sulla tua mail, due volte alla settimana, le migliori notizie di vela! E’ gratis e ti puoi disiscrivere in qualsiasi momento, senza impegno!


Una volta cliccato sul tasto qui sotto controlla la tua casella mail

Privacy*

 

 

 

 

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla nostra Newsletter

Ti facciamo un regalo

La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!

Una volta cliccato sul tasto qui sotto controlla la tua casella mail

Privacy*


In evidenza

Può interessarti anche

Le mascherine disperse in mare? Diffusori di microplastiche

Le mascherine sanitarie disperse in mare rappresentano un duro colpo per gli oceani di tutto il mondo, già abbondantemente inquinati dalla plastica. Dal problema non è esente l’Italia dove uno studio dell’Università Milano-Bicocca ha quantificato le microfibre che possono essere

Torna in alto