TECNICA Per non finire con l’acqua alla gola, ecco come cavarvela da soli


In crociera come in regata, la non tempestiva gestione dell’acqua a bordo rimane ancora una delle principali cause di naufragio per le imbarcazioni
. Ecco perché diventa essenziale gestire quel momento con determinazione e sicurezza ma soprattutto con uno schema mentale metodico e ben collaudato.

L’ACQUA A BORDO
Mai come in questa situazione una distrazione può portare a compromettere irrimediabilmente la possibilità di cavarsela i minori danni possibili. Vi spieghiamo come gestire l’emergenza in caso di acqua dalle prese a mare. Poi, una volta arginato il problema internamente, con barca ferma e in sicurezza con una cima scendete a sistemare il problema dall’esterno portandovi un cono e un po’ di pasta. La presa a mare impattata sarà facilmente riconoscibile perché il cono interno spunterà dallo scafo. Procedete quindi allo stesso modo sulla murata esterna con cono e pasta a sigillare. Potrete quindi finire di svuotare la sentina.


1.
Quando ci si accorge di avere acqua a bordo solitamente è perché il livello ha già superato il pagliolato e quindi è già molto tardi. Contrariamente a quanto ci verrebbe naturale fare, non cambiate assetto alla barca. Un cambio di mure (e il conseguente spostamento del livello dell’acqua sulla parte di barca che era ancora asciutta) potrebbe ridurre il tempo che abbiamo a disposizione per agire, o precluderci una possibile via di fuga.


2.
Assaggiate immediatamente l’acqua per capire subito se la fonte del mio problema è interna alla barca (potrebbe essere danneggiato un serbatoio di acqua dolce) o esterna (e quindi più problematica)


3.
Accendete la pompa di sentina (se per qualche motivo la pompa di sentina non dovesse funzionare, in equipaggio ridotto o in solitario dovrete rimandare la parte di rimozione dell’acqua – a questo punto con una pompa a mano – a un momento successivo e dedicarvi prima alle altre fasi).


4.
Lanciate subito un “Pan Pan” senza esitare, comunicando che avete un problema di acqua a bordo che sto cercando di risolvere ma che non sto affondando. E’ molto importante capire l’essenzialità di questa comunicazione e non sbagliarne il tempismo. Questa potrebbe essere l’ultima chiamata prima che l’acqua arrivi alle batterie (che si trovano nel punto più basso della barca). Da quel momento avrete condiviso il vostro problema con chi per mare ci lavora e vi potrà aiutare in caso la situazione degeneri e diventi ingestibile.


5.
Ora concentratevi sulla falla. In caso il problema sia stato generato da un colpo preso in navigazione, dirigetevi verso la zona che pensate sia stata colpita altrimenti, se la barca non ha preso colpi evidenti, andate direttamente sulle prese a mare e iniziate un lavoro di ispezione sequenziale da prua a poppa, risparmiando tempo ed essendo così sicuri di isolare mentalmente porzioni di barca. Bagni, trasduttori del log e dello speed, lavandini e per ultimo il vano motore.


6.
Potrete avere due tipologie di problemi sulla presa a mare: A. Presa a mare aperta e tubo staccato dalla fascetta (in quel caso chiuderete la presa a mare dedicandovi al ripristino del tubo dopo aver svuotato l’acqua dalla sentina). B. Presa a mare saltata sul passascafo (inutile chiudere la valvola).


7.
Nel caso della situazione B, recuperate vostra grab bag un cono turafalle e uno stick di pasta turafalle tricomponente. E’ importante avere entrambi perché il cono da solo, con la sua superficie liscia, non sarà perfettamente aderente al foro generato che è invece zigrinato, ecco che allora la pasta farà il resto.


8.
Staccate un pezzo di pasta turafalle, lavoratelo con un po’ di acqua e incastratelo energicamente a sigillare le fessure rimaste. In pochi minuti la pasta sarà completamente catalizzata e indurita.

CHI E’ LUCA SABIU
Luca Sabiu, 44 anni, è milanese di nascita e “cittadino del mare per adozione dall’età di 5 anni”. Comandante navi da diporto, istruttore con più di 200 allievi all’attivo, professionista oceanico e navigatore solitario da tempo in prima linea per la sensibilizzazione alla sicurezza in mare. Collabora con la Scuola Nautica Vivere la Vela, a capo del team d’eccellenza Mastersail: i suoi corsi di formazione alla navigazione d’altura sono un’esperienza unica a 360°.

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