TECNICA E’ il momento di salpare l’ancora! Come fare?
IL REGALO PERFETTO!
Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.
Ecco, situazione per situazione, come levare l’ancora in modo corretto e gestire le più comuni emergenze, in perfetta autonomia.
COME ALLENTARE LA TENSIONE DELLA CATENA
Su una barca lunga meno di 10 metri, con vento scarso o nullo, è facile recuperare a mano prima la catena e poi l’ancora. Se invece c’è vento o mare, senza verricello bisogna assolutamente allentare la tensione della catena innescando il motore in avanti per poter sollevare l’ancoraggio a mano. Prima di far partire il motore, aspettate che la barca, che oscilla prima da un lato poi dall’altro per effetto del vento, sia il più possibile prua al vento. Mettete il pilota in rotta poi date gas, quel tanto che basta per allentare la tensione della catena, e andate a prua a sollevare l’ancoraggio.
COME SOLLEVARE L’ANCORAGGIO E SISTEMARLO CON COMODO
-Mettersi vento in poppa per sistemare la vostra prua (motore a marcia indietro)
L’ancoraggio è uscito dall’acqua, l’ancora è a bordo, la catena è disposta alla rinfusa a prua. Non ripartite fino a quando non è tutto in chiaro! Se lo spazio libero per l’ancoraggio è limitato, bisogna stabilizzare la barca essendo sicuri di poter manovrare velocemente. Il miglior modo di farlo è mettersi col vento in poppa, la marcia indietro innestata, il timone bloccato in asse e la manopola del gas regolata in modo tale che la barca non si muova. La barca si mantiene nell’asse del vento ed è notevolmente stabile (come se fosse legata a un corpo morto). A questo punto si può tornare a prua e sistemare tutto.
-L’importanza di mettersi poppa al vento se l’ancora si smuove
Si può anche passare poppa al vento prima di aver fatto risalire completamente la catena. Per ruotare, la barca dev’essere però relativamente libera nei suoi movimenti: non basta essere a picco sull’ancora, questa deve essersi mossa dal fondo, la barca non dev’essere più ancorata.
Grosso modo ci si troverà quindi in questa situazione: tanta catena quanta è la lunghezza della barca, in più l’ancora in acqua. Entrambe pesano sulla prua della barca e rendono, in caso di vento, la manovra un po’ delicata: se si cerca di ruotare passando direttamente a marcia indietro, la barca si bloccherà velocemente di traverso al vento. Per questo bisogna operare in due tempi: prima a marcia in avanti per far girare la barca (l’ancora e la catena che pendono davanti, frenando, vi verranno in aiuto) e solo in un secondo momento mettere la marcia indietro, per ritrovarsi col vento di poppa. Un piccolo colpo in avanti per iniziare a virare e subito all’indietro. Non bisogna comunque tentare di mettersi poppa al vento fintanto che l’ancoraggio tiene la barca legata al fondo (prima di avere sollevato l’ancora). Il rischio, se anche ci si riuscisse a mettere col vento in poppa, è che una folata un po’ forte faccia partire la barca. A quel punto, se non valutate bene la vostra posizione, rischiate di ingarbugliarvi nel vostro ancoraggio, con la catena che si tende sotto la barca con l’elica che gira…
– Il salpancora “fai da te”
Si tratta di un uncino fissato all’estremità di una cima di lunghezza equivalente ai tre quarti della barca. Agganciate l’uncino a un anello della catena e passate l’altra estremità della cima su un winch delle scotte, poi recuperatene 5 metri; a questo punto bloccate la catena all’uscita del pulpito di prua con un secondo uncino o con un gancio, liberate l’uncino di trazione e sostituitelo davanti; recuperate altri 5 metri di catena e così via.
– Non cercate di far passare a forza l’ancora nel musone
Quando l’ancora arriva al musone pende in verticale e la trazione orizzontale esercitata dalla catena faticherà a farla raddrizzare di modo che l’asta dell’ancora si infili orizzontalmente nel musone. Non bisogna esercitare una forza di trazione orizzontale, ma una trazione verso l’alto e per questo bisognerà sollevare l’ancora a mano. La manovra è più semplice con un musone basculante, che esercita una trazione diagonale.
– Una cima di 75 centimetri legata alla testa dell’ancora
E’ spesso difficile liberare l’ancora dal musone per sistemarla: la prua della barca è appuntita, lo strallo e l’avvolgifiocco ci infastidiscono, siamo in equilibrio instabile. Tenete sempre legata una piccola cima alla testa dell’ancora, lasciando l’altra estremità libera per facilitare l’operazione: prima che l’asta si inserisca nel musone, bloccate la catena, prendete in mano la cima: a questo punto siete in una posizione comoda per issare l’ancora al livello del ponte (senza farla passare nel musone) e per farla scendere direttamente nel gavone. La cima può essere in fibra galleggiante (polipropilene): così non correrà il rischio di impigliarsi quando l’ancora è sul fondo.
LEVARE L’ANCORA DI NOTTE
Sollevare l’ancora non è semplice quando il vento raggiunge i 20 nodi e c’è un po’ di maretta, anche se si ha a disposizione un mulinello elettrico. Nelle righe seguenti vi proporremo una situazione che può capitare davvero a tutti. Sono circa le tre del mattino, si balla e ci si rende conto che il vento ha rinforzato fino a forza 4/5 e che crea una bella maretta; decidete quindi di rientrare in porto (vi eravate ancorati con 6/7 metri di fondo, 18 metri di catena cui si aggiungevano 10 metri di cima). Per sollevare l’ancora, vi comportate come al solito: motore, mulinello elettrico inserito, pilota automatico nell’asse del vento, un buon colpo di motore e correte a prua. Il ponte sfiora l’acqua quando arriva l’onda e la barca è già a 45 gradi del vento e a 90 gradi della cima. La staccate e subito vi trovate trascinati contro il fiocco avvolto. Lasciate allora filare circa 5 metri per legarla di nuovo. Siete costretti a ricominciare.
Mettetevi i guanti e ricominciate la manovra facendo avanzare un po’ di più la barca, fino ad essere perpendicolare all’ancora e date allora un po’ di gas. Anche se un po’ a fatica, dovreste riuscire a recuperare a mano i 10 metri di cima; la barca continua a mettersi a 45 gradi del vento. Rimettete la catena nella puleggia a prua, quindi nel salpancora. Non è facile perché si muove e tira con forza. Non dovete lasciarla filare quando la barca sale sull’onda e dovete approfittare dei momenti in cui scende per riprenderla! Il salpancora elettrico fa il suo lavoro, ma bisogna anche in questo caso approfittare dei momenti in cui la barca scende per recuperare la catena; soprattutto quando si avvicina il momento in cui tirare l’ancora fuori dall’acqua. Da lì in poi il gioco è fatto!
– Quando conviene… lasciare l’ancora
Immaginate di trovarvi d’estate, in una rada affollata. All’improvviso ecco un salto di vento che fa perdere presa a diverse imbarcazioni ancorate vicine a voi. È il momento di andarsene, ma manca il salpancora e il vento e il mare sono troppo forti per recuperare l’ancoraggio da soli. La salvezza sta nel mollare l’ancoraggio: prendete un parabordo (con scritto sopra il nome della barca) e una cima che sia un po’ più lunga della profondità dell’acqua. Mettete la cima tra la catena e il parabordo (in un punto qualsiasi della catena) e tagliate con un coltello la legatura. La catena a quel punto è libera e il tutto cade in acqua. Tornerete più tardi, con tutta calma, a recuperare l’ancoraggio.
NAVIGA INFORMATO!
Per rimanere aggiornato su tutte le news dal mondo della vela, selezionate dalla nostra redazione, iscriviti alla newsletter del Giornale della Vela! E’ semplicissimo, basta inserire la tua mail qui sotto, accettare la Privacy Policy e cliccare sul bottone “Iscrivimi”. Riceverai così sulla tua mail, due volte alla settimana, le migliori notizie di vela! E’ gratis e ti puoi disiscrivere in qualsiasi momento, senza impegno!
Condividi:
Sei già abbonato?
Ultimi annunci
I nostri social
Iscriviti alla nostra Newsletter
Ti facciamo un regalo
La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!
Può interessarti anche
La tua barca vibra o “fischia” dal bulbo? Tutta colpa di un fisico ungherese, ecco perché
Vi è mai capitato di sentire, a certe velocità, una vibrazione apparentemente inspiegabile e non individuabile che arriva dal “ventre” della barca? E’ una cosa che può capitare soprattutto alle chiglie di forma trapezoidale, ma non solo a quelle, con
La catenaria: cos’è, come si regola, quando serve e quando no
A tutti prima o poi, andando in barca, capiterà di sentire la frase: “hai dato un occhio alla catenaria?” o qualcosa di simile. Cosa sta a indicare quindi il termine “catenaria”? Non fatevi ingannare dall’assonanza perché non ha nulla a
Cosa trovi sul numero di novembre 2024 del Giornale della Vela
Finalmente! Il numero del Giornale della Vela di novembre 2024 (il numero 547, dal lontano 1975!) è in edicola e in digitale, scaricando la nostra app gratuita (qui se avete iOS, qui per Android). Ve lo raccontiamo in anteprima! Fatti un
Con questi prodotti fai splendere la tua barca senza inquinare
Nuncas è un’azienda italiana a conduzione familiare con una lunga storia nel settore della cura della casa. Recentemente ha fatto il suo ingresso nel mondo della nautica con la linea Nuncas Marine, presentata in anteprima all’ultimo Salone di Genova. L’azienda