750 miglia. È questa la distanza separa Ambrogio Beccaria e Geomag dall’arrivo della Mini Transat a le Marin. 750 miglia che lo separano dalla vittoria e dalla storia. Poco è cambiato rispetto all’ultimo aggiornamento, se non il vantaggio di Ambrogio sui suoi inseguitori. 75 miglia su Nico D’Estais, 77 su Benjamin Ferré e soprattutto 97 su Felix de Navacelle che è giunto secondo dietro Beccaria nella prima tappa ed era uno dei pericoli più seri alla vigilia della seconda.
Sul ritmo tenuto da Beccaria, sulle scelte tattiche e sulla capacità di navigare spesso più veloce dei suoi diretti concorrenti, è interessante l’intervento di Tanguy Le Turquais, specialista Mini e compagno di Ambrogio in occasione del Mini Fastnet, pubblicata sulla pagina facebook dell’italiano: “La sua velocità è assolutamente impressionante, vederlo secondo overall dopo una settimana di regata è una cosa folle! Non so se conosco la giusta spiegazione, ma penso che all’inizio della regata il vento fosse molto forte e non permettesse ai prototipi di accelerare abbastanza. Ambrogio ha sicuramente passato tanto tempo al timone della sua barca con una vela più grande rispetto ai ragazzi sui proto e quindi è riuscito a tenere velocità più alte della media. Sicuramente la vita a bordo di Geomag non è confortevole e Ambro timona veramente tanto“.
Inutile nasconderlo, in queste ultime 700 miglia che lo separano dal traguardo non ci sono grosse situazioni tattiche che possano innescare rimonte importanti da parte degli inseguitori. Si susseguirà un naturale elastico a seconda che le barche navighino mure a sinistra per guadagnare acqua verso sud o mure a dritta con una rotta più diretta verso il traguardo. Cosa deve temere allora l’italiano? Tutto il resto, ovvero la fatica della barca e quella dell’uomo. La barca dopo 2000 miglia nelle quali è stata messa alla corda è ovviamente esposta a inconvenienti meccanici che in questa fase sarebbero catastrofici. Al tempo stesso lo skipper non può essere fresco e può incombere in qualche calo di tensione o in scelte sbagliate. Quali? Per esempio non essere reattivo in uno dei temporali che ogni tanto si possono incontrare sulla rotta e farsi sospendere con troppa tela a riva. Insomma Ambrogio tra qualche giorno potrebbe anche decidere quindi di rallentare leggermente, non troppo certo, ma quel tanto che basta per preservare Geomag. L’appuntamento con la storia è sempre più vicino, occorre farsi trovare preparati.
Mauro Giuffrè
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