Transat Jacques Vabre, si parte! Sarà la Transatlantica (sui foil) più veloce di sempre?

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La nuova Hugo Boss, si notano i particolari foil rotondi, quasi a C, differenti da quelli a triplo spigolo che vi mostriamo sotto con Charal

27 Class 40, 3 Multi 50, 30 Imoca 60, 4350 miglia da Le Havre (Francia) a Salvador de Bahia (Brasile) : sono questi i numeri della Transat Jacques Vabre che sta per partire, ultimo test della classe Imoca prima dell’attesissimo Vendée Globe 2020-2021.

In regata ci saranno solo due italiani, Giancarlo Pedote, skipper dell’Imoca 60 Prysmian Group (leggi QUI la nostra intervista della vigilia), e Pietro Luciani, alla sua seconda Jacques Vabre, che sarà il co-skipper di Catherine Pourre sul Class 40 Earendil. In acqua si sfiderà il top della vela oceanica mondiale, e ovviamente le luci sono puntate sugli Imoca 60 che vanno anche a caccia di un possibile record sul percorso. Difficile invece puntare subito al record di miglia nelle 24 ore, dato che la rotta non ha condizioni meteo particolarmente favorevoli a parte lungo le coste del Portogallo, ma mai dire mai.

IMOCA 60

Charal con i suoi foil a spigolo

Il livello in acqua è semplicemente siderale, con 5 nuovi progetti sulla linea di partenza e molti Imoca di penultima generazione che hanno aggiornato i foil aumentando almeno di un 20% le loro prestazioni. I nuovi progetti sono Hugo Boss (Alex Thomson in coppia con Neal Mc Donald), Charal (Jérémie Beyou in coppia con Christopher Pratt), Apivia (Charlie Dalin in coppia con Yann Elies, Arkea Paprec (Sebastien Simon e Vincent Riou), Advens (Thomas Ruyant con Antoine Koch, barca costruita dall’italiana Persico Marine).

Apivia
Advens
Arkea Paprec

I favoriti? Diciamo sulla carta Charal, perché è l’Imoca nuovo che naviga da più tempo. Un passo indietro tutti gli altri, che dovranno prima di tutto testare la tenuta e per questo motivo difficilmente potranno esprimere tutto il loro potenziale. I nuovi design si sono orientati, pur con differenze sensibili su alcune scelte da una barca all’altra, su quattro tendenze generali: foil di dimensioni XXL (variante a doppio spigolo per esempio quelli di Charal, rotondi e quasi a C quelli di Hugo Boss), svasatura del ponte esasperata per massimizzare l’assetto aerodinamico e ridurre le turbolenze sulle vele di prua, volumi nella parte bassa della prua sempre più potenti, pozzetti sempre più coperti per aumentare il comfort degli skipper. Uno skipper asciutto è infatti anche più efficiente e lucido, quindi più veloce.

CLASS 40

Il Class 40 Credit Mutuel di Ian Lipinski, forse il più estremo della flotta

Tra specialisti della classe e nuovi arrivi dal mondo Mini 650 anche tra i Class 40 il livello tecnico sarà altissimo. Anche su queste barche la tendenza diffusa è quella di creare volumi di prua sempre più potenti, praticamente scow, e quasi tutti i nuovi progetti hanno seguito questa strada. Occhi puntati su Ian Lipinski (vincitore di due Mini Transat) e Adrien Hardy a bordo di Crédit Mutuel (barca progettata da quel David Raison che introdusse gli scow nel mondo dei Mini). Ma attenzione anche a Banque du Leman con Simon Koster e Valentin Gautier (progetto Sam Manuard del 2019), Beijaflore di William Mathelin e Marc Guillemot, Lamotte della coppia Luke Berry e Tanguy Le Tourquais (progetto Manuard 2018), Leyot con Sam Goodchild e Fabien Delahaye.

Multi 50

Tre trimarani in gara, non ci sono barche di ultimissimo lancio, la più recente, del 2017, è Solidaires en Peloton di Thibaut Vauchel e Fred Duthil (foto). Ma attenzione ai ben rodati Gilles Lamiré e Antoine Carpentier su Groupe GCA  e Sebastien Rogues con Matthieu Souben su Primonial.

TRACKING QUI

Mauro Giuffrè

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