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È stato un weekend intenso di regate quello appena trascorso, con diverse manifestazioni su e giù per lo stivale che hanno radunato migliaia di appassionati. Barche di tutti i tipi, dai piccoli 2.4 ai Maxi, andiamo a vedere come è andata.
VELEZIANA
Uno spettacolo da togliere il fiato con vele di tutte le dimensioni e di tutti colori che hanno affollato il bacino di San Marco a Venezia in occasione della XII edizione della Veleziana,organizzata dalla Compagnia della Vela con il patrocinio della Marina Militareedel Comune di Venezia. Dai supermaxi ai Dinghy 12’ fino alle Star e alle Vele al Terzo. Percorso costiero per le 200 imbarcazioni dagli 8 al 30 metri, provenienti da 10 nazioni, con partenza dalla Bocca di Porto del Lido di Venezia, ingresso in laguna espettacolare arrivo in bacino San Marco davanti all’Isola di San Giorgio, sede della Compagnia della Vela. La battaglia in acqua comincia puntuale alle 13.00 con una partenza regolare e con i supermaxi subito protagonisti: Golfo di Trieste (skipper Francesca Clapcich, tattico Giulia Conti, timoniere l’americana Sally Barkow) è subito prima alla boa di disimpegno seguita da Portopiccolo Tempus Fugit(skipperEnrico ZennaroeLudde Ingvall) con tutta la grande flotta di concorrenti che segue a distanza. I due supermaxi fanno letteralmente il vuoto alle loro spalle e si ingaggiano in serrato testa a testa che prosegue quasi fino al traguardo con l’equipaggio femminile di Golfo di Trieste, composto da 15 veliste provenienti da 6 nazioni, che taglia il traguardo al primo posto, conquistando la ‘line honours’ e la vittoria assoluta. Al terzo posto si è classificato Idrusa di Paolo Montefusco. www.compagniadellavela.org
VENICE OSPITALITY CHALLENGE
Rispetto alla Barcolana i 5 nodi che i maxi hanno trovato a Venezia sono sembrati quasi una “tempesta”. Il risultato però non è cambiato e la vittoria è andata sempre agli sloveni di Way of Life – The Gritti Palace dello skipper Gaspar Vincec. Secondo posto per le ragazze di Golfo di Trieste – Hilton Molino Stucky con l’equipaggio femminile capitanato da Francesca Clapcich. Al terzo posto Idrusa – Palazzina Grassi, con al timone l’olimpionico Paolo Montefusco. Come di consuetudine la formula di questa regata ha visto gareggiare quattordici Maxi Yacht abbinati all’alta hôtellerie veneziana. www.veniceospitalitychallenge.it
MONDIALE 2.4
Il mondiale dei 2.4 mR si è chiuso dopo una settimana ventosa e con 7 regate portate a casa dal Comitato di Regata in condizioni spesso difficili, soprattutto per il mare formato e il vento forte che ha costretto diversi concorrenti al ritiro anticipato. Mondiale comunque molto partecipato – 91 atleti da 15 nazioni. A loro agio in queste condizioni gli atleti nord europei che hanno presidiato le zone alte della classifica fin dalla prima prova, tra loro, consistente performance della velista inglese e super star della vela parallimpica Megan Pascoe, autrice di una serie di regate impeccabile (1,1,2,3,2,1) e che si laurea campionessa mondiale. Medaglia d’argento per il velista finlandese Marko Dahlberg, anch’egli protagonista di un ottimo campionato (2,2,1,1,7,4,5) e bronzo per Fia Fjelddahl (9,5,9,5,3,10,4) atleta portacolori del team svedese. Primo italiano in classifica è Antonio Squizzato che sconta un inizio difficile, ma che si riscatta con un campionato in crescita culminato con un primo posto nell’ultima regata. www.yachtclubitaliano.it
Si è svolto a Sebenico, in Croazia, il Campionato Europeo di Match Race, appuntamento organizzato dal D Marin Mandalina, già ospite del Campionato Mondiale ORC e di altri eventi di caratura internazionale. Al via i dodici migliori specialisti dell’uno contro uno provenienti del Vecchio Continente e tra questi anche Ettore Botticini, terminato in seconda posizione. Per il giovane timoniere toscano, da poco uscito dai ranghi Under, si è trattato di una delle prime occasioni di confrontarsi con l’elite overall del match race. “Sono stati quattro giorni di vento molto leggero e le regate si sono svolte utilizzando i Platu 25 e i J/70: era quindi di fondamentale importanza essere rapidi nel cambiare ‘modalità’ di conduzione, vista la grande differenza che c’è tra le due barche, dotate una di gennaker e l’altra di spinnaker. Gli abbrivi erano completamente differenti e da un match all’altro bisognava prestare molta attenzione a come interpretare le fasi di dial up – spiega Ettore Botticini – Siamo partiti bene, con un parziale di tre a uno, poi il secondo giorno il rendimento è diminuito a causa anche del programma a noi sfavorevole dal punto di vista delle lunghe attese. Dal terzo è scattato qualcosa e abbiamo cambiato passo, vincendo tutti i duelli del Round Robin che ci restavano, contro velisti forti come Presen e Zbroja“.
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Undicesimo giorno di Transat Café l’Or, con gli Imoca 60 che si avvicinano alle battute finali della regata e sono scesi sotto il muro delle 1000 miglia dal traguardo, e i Class 40 invece nel pieno di una scommessa strategica
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