Narcoskipper portavano tonnellate di droga dal Marocco all’Italia in barca. Beccati!
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Il fenomeno dei “narcoskipper”, ovvero di chi decide di utilizzare barche (a vela e a motore) per il traffico di droga (ve ne abbiamo parlato QUI), non accenna a diminuire.
Ultimo, in ordine di tempo, il caso della banda composta da sei narcotrafficanti che importavano hashish di alta qualità in barca, dal Marocco alla Costa Azzurra per poi rifornire il mercato del centro e nord Italia. Sono stati tutti arrestati con l’accusa di aver importato oltre 1.100 chili di fumo e più di mezzo chilo di cocaina. Tra gli arrestati anche due importanti trafficanti pregiudicati, Francesco Massimiliano Cauchi e Marco Bruno Bernini.
COME SONO STATI BECCATI? GALEOTTO FU UN RADAR GARMIN
Tutto parte dal ritrovamento, in un box di via Padova a Milano, di una grande partita di hashish (11 milioni di euro di valore) e coca stipata in una doppia parete nel settembre del 2018.
Ma c’è un altro strano dettaglio. Il ritrovamento di un radar da barca Garmin, ancora nuovo e imballato. In quell’occasione vengono identificate tre persone, tra cui tale Silvestro Giannini, il cui nome viene collegato a una segnalazione dei Carabinieri di Savona.
E’ lui l’intestatario dell’Elizabeth G, barca battente bandiera olandese ormeggiata al Marina di Varazze (Savona), già tenuta sotto controllo dai Carabinieri per le sue navigazioni sospette, grazie a un GPS.
Un viaggio, soprattutto, viene monitorato con attenzione: quello partito nel luglio del 2018 da Varazze. Elizabeth G arriva ad Almerimar, nella Spagna del sud, dopo alcune soste sulla costa francese. Poi via, verso il Marocco, con una sosta in alto mare, non lontano da Gibilterra.
Secondo i giudici, è proprio in quel frangente che avveniva il trasbordo della droga (che veniva stipata in un vano artigianale a bordo della barca). La consegna, una volta che l’imbarcazione tornava in acque italiane, veniva eseguita nuovamente in alto mare, con il trasbordo su un gommone timonato da un membro della banda, Antonino Capone.
L’auto con cui il gommone era stato portato fino al Porto di Rapallo (da dove era salpato per raggiungere l’Elizabeth G) era intestata a Melissa Mirabella, compagna del succitato Cauchi.
Cauchi e Bernini, dicevamo, sono due narcoskipper recidivi. Avevano già messo in piedi un traffico di droga in barca, dal Marocco all’Italia, dal 2012 al 2014: quest’ultima impresa criminale altro non era altro che la riproposizione di uno schema già sperimentato, portato avanti con una nuova banda.
*Immagine di copertina “scherzosa” per alleggerire un fenomeno in realtà molto serio. E’ del celebre narcotrafficante Pablo Escobar il volto che abbiamo “appiccicato” su una delle foto tratte dal film “En Solitaire”, con Francois Cluzet nel ruolo di un velista oceanico.
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