Millevele: è stata bellissima (a parte quella maledetta calza del gennaker)!
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“Povero Daniele, per lui oggi sarà il battesimo del fuoco”, penso mentre molliamo gli ormeggi dal Porto Antico di Genova con il Grand Solei 39 Mirit. Daniele è brianzolo e non è mai salito su una barca a vela: il suo amico Gianluca ha deciso di portarlo a bordo in occasione della Millevele, la classica veleggiata genovese organizzata dallo Yacht Club Italiano. Piccolo problema: la tramontana soffia molto forte, anche a 25 nodi. “Culo basso, sempre, e tieniti a quei così lì, se si chiamano tientibene un motivo ci sarà!”, gli consiglia Gianluca. Oltre ai già citati, completano l’equipaggio mio padre Lucio (co-armatore, pensionato), Andrea (co-armatore, dentista), Marina e Lally.
“E’ una veleggiata, è una veleggiata, è una veleggiata. Non è competitiva”, ci ripetiamo in pozzetto come un mantra: abbiamo fatto un patto. Niente scelte estreme, siamo qui per divertirci, come la stragrande maggioranza degli oltre 180 equipaggi partecipanti, chi su barche più competitive, chi su scafi da crociera vecchio stile. Non siamo mica “tirati” come il Rodman 42 del mio collega Tommaso Oriani, il Cheyenne, anch’esso in acqua con a bordo il team di KPMG.
Fuori dalla diga foranea la tramontana si fa sentire: vicino a terra è molto rafficata ed è impegnativo lottare continuamente tra buoni e scarsi e cambi vertiginosi d’intensità. Ma è questo il bello.
Noi siamo nel gruppo verde, quello riservato a tutte le barche più lunghe di 11 metri: la veleggiata parte di fronte al Lido di Albaro (più o meno davanti a Boccadasse), c’è una boa da girare al largo di Sori e un’altra a Sturla prima di arrivare alla Foce, a pochi metri dall’ingresso del porto.
La linea di partenza è fissa, non sono previsti stocchetti di disimpegno per cui con la tramontana si parte mure a sinistra con vento al lasco, per poi andare verso la boa di sori, a 105°. Noi, a differenza del Cheyenne come mi ha raccontato Tommaso, autore di una partenza perfetta, ce la prendiamo comoda, optando per uno start tranquillo vicini alla barca comitato, nella mischia ma non troppo (“E’ una veleggiata, è una veleggiata, è una veleggiata”, mi ripeto al timone). La scelta, consigliata dal tattico Gabriele, paga. Navighiamo bene, liberi e veloci, siamo abbondantemente nella prima metà del gruppo: bravo Alain Jezequel, dopo quasi 40 anni la tua barca ‘tarella’ ancora.
VIDEO – LA PARTENZA
Decidiamo a metà lato di issare il gennaker, perché il vento è un pochino calato: l’issata con la calza è perfetta, ci gasiamo. Ci gasiamo di meno però quando scopriamo che la boa, data per 105°, pare in realtà essere più a terra e un po’ più vicina del previsto (anche il buon Oriani ha avuto la stessa impressione): è tempo di orzare e di preparare l’ammainata.
Ora, in tempi di frulloni hi-tech, noi abbiamo la cara vecchia calza. Che mannaggia si va a inceppare. Arriviamo in boa (per fortuna interni) assieme a una miriade di barche. Tutte pronte a bolinare, noi con la calza che non viene giù. Andrea, il prodiere, fa il possibile: ci ordina di mollare la drizza. Il gennaker scende di botto, come previsto, ma tutto in acqua. Sembriamo un peschereccio con le reti a strascico. Oltretutto siamo mure a sinistra, e chi è sottovento ci urla che vorrebbe virare. “E’ una veleggiata, è una veleggiata, è una veleggiata”, urliamo noi: come a dire “dai ragazzi, sfilateci da sotto e nun ce rompete, non vedete che siamo in difficoltà?”. In qualche modo, dopo aver perso almeno una decina di posizioni, riusciamo a rimetterci in bolla. Arrivare alla boa di Sturla è tutto sommato semplice, di bolina ma lavorando molto di carrello e randa, poi tagliamo il traguardo alla Foce. E’ stata una veleggiata brevissima, neanche un’ora per noi “crocieroni”. Figuratevi per il Kauris II con al timone Torben Grael, primo in reale dopo soli 35 minuti.
Abbiamo chiuso a metà classifica. Niente male, visto che abbiamo fatto di tutto per arrivare nelle retrovie! Diciottesimi di categoria (su quasi 50 barche): finita la regata chiamo Tommaso. Noi non l’abbiamo nemmeno visto, lui e il suo equipaggio con Cheyenne hanno chiuso al secondo posto. Invidia? Non ne ho avuto il tempo perché una volta tagliata la linea già troneggiava la focaccia in pozzetto, inondata di vino bianco!
Eugenio Ruocco
TUTTI I VINCITORI DELLA MILLEVELE
Gruppo Verde1: Kauris II – Giovanni Arvedi
Gruppo Verde2: Obsession – Iren – Rossello De Martini
Gruppo Verde3: Voloira IV – Francesco Zucchi
Gruppo Giallo4: L’Escargot – Fabio Costa – Cesare Iacobucci
Gruppo Giallo5: Tekno – Piero Arduino
Gruppo Giallo6: Lunetta – Paolo Pasquini
QUI TUTTE LE CLASSIFICHE DELLA MILLEVELE
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