Team New Zealand vara “Te Aihe”. Questo è il futuro della vela. FOTO

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Emirates Team New Zealand christen their first AC75 at their team base in Auckland 36th America’s Cup

Amici e amiche veliste, appassionati, ecco a voi il futuro della vela. Una barca che viene dal un’altra era, servirà del tempo per capirla, per comprendere un nuovo concetto di vela, che a tratti ci lascerà spiazzati ma che presto, quando su una barca simile ci sarà scritto Prada, sarà impossibile da ignorare.

Quello che vi mostriamo è il varo della barca numero 1, l’AC 75 del defender della Coppa America, Emirates Team New Zealand. Ci sono volute oltre 100.000 ore di lavoro per progettare e costruire la barca con un gruppo di circa 65 persone tra progettisti e costruttori. Per farlo è stato allestito uno stabilimento di produzione su misura del team sulla North Shore di Auckland.

Emirates Team New Zealand christen their first AC75 at their team base in Auckland
36th America’s Cup
Emirates Team New Zealand christen their first AC75 at their team base in Auckland
36th America’s Cup
Emirates Team New Zealand christen their first AC75 at their team base in Auckland
36th America’s Cup

I kiwi l’hanno chiamata Te Aihe, il delfino, e come il “giocoso” cetaceo questa barca si alzerà sull’acqua, non per saltare ma per volare. I paragoni con il muso di un sommergibile o meglio con quello ci un aereo non sono fuori luogo. L’aspetto aerodinamico del resto sulle future barche dall’America’s Cup sarà cruciale. L’opera morta diventa importante tanto quanto le parti immerse, potremmo dire che l’opera morta si fa opera viva.

Difficile fare valutazioni tecniche approfondite, servirà vederla navigare, ma certo si nota, almeno apparentemente una prima differenza con la foto “rubata” ad American Magic. La barca americana mostrava sezioni di prua decisamente più potenti di quella neozelandese: illusione fotografica? realtà? Non possiamo dirlo, certo è che le spie dei vari team in questa fase lavorano incessantemente per carpire qualche dettaglio tecnico. E poi la domanda è: Team New Zealand veramente sta sbandierando al mondo le immagini di qualcosa di sensibile? Difficile potere rispondere si, e realisticamente la vera barca è quella che deve ancora arrivare, come per altro trapela dalle dichiarazioni dei protagonisti.

La foto rubata ad American Magic

Il COO di Emirates Team New Zealand Kevin Shoebridge, che ha supervisionato lo sviluppo e il varo di numerose imbarcazioni nel corso degli anni, è stato particolarmente orgoglioso di assistere all’apparizione del Kiwi AC75 per la prima volta.

“Questa è un’occasione significativa per il team, non solo perché si tratta di un’altra barca nuova, ma anche perché, quando abbiamo vinto l’America’s Cup nel 2017, abbiamo dovuto trovare rapidamente un nuovo concetto di barca che avrebbe davvero continuato a spingere i confini dell’innovazione e della tecnologia nell’America’s Cup. Quindi, in un periodo di tempo relativamente breve da novembre 2017, quando abbiamo pubblicato il concetto, vederlo in carne ed ossa oggi è una testimonianza incredibile della volontà di tutto il team di spingere le cose dal concetto al design per costruire e allestire”, ha detto Shoebridge

Dan Bernasconi, a capo dell’ufficio design di Team New Zealand, è stato una figura centrale nello sviluppo dell’AC75 Class Rule prima di concentrarsi sul suo team di progettisti per il progetto specifico della barca di Emirates Team New Zealand.

“C’è un’enorme quantità di innovazione nel design e nella costruzione dell’AC75 – più di quanto abbiamo visto negli AC50 alle Bermuda” ha detto Bernasconi. “L’AC75 è un concetto completamente nuovo e ha presentato molte sfide in molti settori – ma è proprio per questo che la Regola è stata progettata per spingere lo sviluppo fino all’estremo”. Non siamo stati conservatori in nessun aspetto del nostro progetto; non ci vorrà molto tempo prima di impegnarci nella progettazione della nostra seconda barca, che alla fine probabilmente useremo nell’America’s Cup del 2021, quindi dobbiamo testare il maggior numero possibile delle nostre idee sullo yacht che stiamo varando oggi”.

A differenza degli altri principali Challenger, Emirates Team New Zealand ha concentrato lo sviluppo della loro prima barca interamente con un simulatore interno, invece di costruire una barca di prova su piccola scala per convalidare i concetti sull’acqua. Così, una volta che l’AC75 andrà in barca da nubile, sarà la prima volta che il team ha navigato collettivamente da quando ha vinto l’America’s Cup il 26 giugno 2017.

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