Come preparare cocktail, cappuccini e caffè in barca (con i consigli del barman-velista)
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Luca Gandolfi aveva due “pallini”: il primo era stare dietro al bancone di un bar a preparare cocktail per i suoi clienti e l’altro, folgorante, la barca a vela. Come un buon barman riesce a mixare gli ingredienti per creare drink perfetti, così ha fatto Luca con le sue passioni, inventandosi un nuovo lavoro. Il “Barman a Vela”. Di cosa si tratti e come ci sia riuscito ce lo racconta lui stesso in questa intervista, ricca di consigli utili e ricette facili facili per chi voglia realizzare cocktail da urlo in barca (e godersi un cappuccino in rada).
Ciao Luca, quanti anni hai e da dove vieni?
Al momento ne ho 36 ma questo è l’anno dei 37. Sono classe ’82, nato e cresciuto in provincia di Bologna sviluppando s e z parecchio spinte.
Come è nata la tua passione per la vela?
Casualmente. Una vacanza tra amici all’ avventura, improvvisata e organizzata in pochi giorni. Avevo 20 anni. Navigammo per due settimane tra Isola d’ Elba, Capraia e Corsica. Dopo qualche tempo iniziai a ricercare quelle sensazioni in maniera seriale. Non ho mai trovato una dimensione, un luogo, un contesto paragonabile alla barca a vela dove la sensazione di distacco da tutto quanto, la quotidianità, il lavoro, i pensieri, fosse così netta.
In cosa consiste, nello specifico, la tua attività di “barman-velista”?
L’ idea mi è nata da un mix di necessità, anche egoistiche, e idee tra cui cercare il modo di uscire più spesso in mare nonostante il poco tempo a disposizione che il mio primo lavoro mi lascia (lavoro come trainer per una nota torrefazione e viaggio spesso anche negli altri elementi: in aria e a terra). Di qui l’ idea di formulare dei week end dove coccolare gli ospiti unendo l’ altra passione e attività che col passare degli anni ho limitato sempre più: fare cocktail.
Non appena getto l’ancora al tramonto o entro in porto allestisco il pozzetto e mi metto all’opera. Ovviamente, purtroppo, quasi interamente solo per loro. Io mi concedo un solo drink molto leggero. Devo dire che è molto apprezzato anche il risveglio dove preparo caffè e cappuccino con attrezzi ad emulsione manuale. E’ una formula molto molto gradita da chi festeggia addii al nubilato, celibato e compleanni in barca. Ma vi assicuro, non solo.
Come ti sei attrezzato per “esercitare” anche a bordo in qualità di barman?
Questa è stata una delle “difficoltà”. Non possiedo una barca di proprietà, al momento, dove dedicare un parte mia fissa con tutto l’ occorrente. Preferisco non legarmi ad un posto unico e noleggiare in base alla zona che voglio navigare. Organizzo principalmente week end e mi muovo spesso sul Tirreno: Cinque terre, Liguria, Isola d’ Elba, Capraia.
Come si dice, di necessità virtù: ho quindi approntato un “kit” all’ interno di una borsa semirigida divisa in scomparti con tutti gli strumenti di cui necessito in modo che sia facilmente trasportabile e non occupi troppo spazio in barca (non uso cannucce e qualsiasi materiale di plastica per quanto possibile, nel caso ci sono molte varianti che adotto: cannucce edibili o compostabili per esempio). In realtà nei miei sogni visualizzavo una custodia elegante, come quella dei killer professionisti dei film, inquadratura che stringe sul dettaglio della cerniera che si apre. Clack. Via alle danze. Ma per ovvi motivi logistici e di spazio ho dovuto mettere a freno la fantasia.
La situazione più impegnativa in cui hai preparato un cocktail a bordo?
Premesso che in barca la priorità deve sempre essere focalizzata sulla sicurezza decido come muovermi in base alla situazione di riferimento. Ero all’ ancora in una nota rada dell’Elba e si era alzata un’ onda costante di 0,5 m circa, fastidiosa quanto basta, aggravata di tanto in tanto dal passaggio dei traghetti. Non ho allestito la solita postazione esterna, ho lasciato gli ospiti comodi in coperta e mi sono messo letteralmente a “surfare la barca” preparando i cocktail in dinette con tutte le bottiglie ben assicurate e stivate. Sono uscito grondante sudore ma vincente. E le onde fortunatamente di lì a poco si sono attenuate.
Che consigli daresti a chi, in barca, si vuole improvvisare barman?
Sicuramente di semplificarsi la vita: battezzare pochi ingredienti alcolici per volta, e poi farli ruotare per variare. Questo per non avere troppe bottiglie di vetro in giro e poi giocare molto con frutta fresca e agrumi diversi per fare twist su classici e meno classici come daiquiri, moscow mule, caipiroska…
Ci dai le ricette per tre cocktail facili da preparare in barca?
Solo perché siete voi a chiedermelo! Il consiglio principe è non esagerare mai con l’alcool. Il cocktail deve essere equilibrato, dissetante e non ci deve “mettere in difficoltà”. Detto questo già avendo un ron (o rhum o rum) e una vodka possiamo già formulare parecchie cose. Tre su tutte:
Mojito: solo succo di lime spremuto (no pestato), zucchero di canna bianco, foglie di menta appena “schiaffeggiate” per amplificarne il profumo, rum (possibilmente di distillazione cubana) e soda o acqua gassata (se avete la possibilità tenete una o due piantine in barca, è ornamentale, profuma e consente di avere la mente fresca).
Moscow mule: succo di lime (ma sostituirlo con altri agrumi come pompelmo rosa o bergamotto regala grandi soddisfazioni), vodka e ginger beer (ormai se ne trovato diverse in commercio, consiglio di cercare qualcosa non troppo dolce con il giusto carattere “zenzerato”).
Caipiroska: qui possiamo sbizzarrirci con la frutta fresca e matura che abbiamo a disposizione. Saranno sufficienti zucchero, lime spremuto, vodka, ghiaccio rotto anche manualmente e la frutta che si ha a disposizione. Negli anni ho provato versioni con: fragole, melone, cocomero, pesche, passion fruit e persino uva.
Anche un fresco e corroborante gin tonic con distillato italiano e carattere mediterraneo è sempre una scelta vincente. Qui mi diverto molto con le spezie che ho a bordo per richiamarne i botanicals.
Visto che lavori in torrefazione… hai anche qualche consiglio per caffellatte e cappuccino?
Certamente. Un’ottima alternativa alla moka per chi ama il caffè sono la french press (la caffettiera a stantuffo, utile anche per gli amanti del the e delle tisane) e l’aeropress (uno strumento per fare il caffè compatto e di recente invenzione). Due strumenti che occupano poco spazio e consentono di giocare molto con le dosi e i tempi di infusione per dare più o meno forza al nostro caffè, personalizzandolo. Hanno tra l’altro un’estrazione più controllabile rispetto alla nostra amata e vulcanica moka. Per il cappuccino è importante scaldare il latte senza eccedere i 65°(un termometro a sonda da cucina è piccolo, comodo e costa pochissimo nel caso) e poi sarà sufficiente emulsionarlo manualmente con un montalatte. Il piacere di un cappuccino in barca appena svegli in rada è impagabile.
Chi volesse contattarti, come può farlo?
Ho iniziato solamente con passaparola e contatto telefonico (392 3754130) poi ho aperto per gioco una pagina Facebook poco tempo fa. “Un barman a Vela” appunto dove pubblico foto e video mie o degli ospiti a bordo che condividono i momenti passati assieme. E i cocktail bevuti.
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