TEST La prima volta sui foil: così ho volato facile sul nuovo 69F
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Svegliato di buon’ora, preparo il caffè ancora assonnato, ma già gasato a palla per quello che mi aspetta, proverò per la prima vola una barca foilante, si chiama 69F e ricorda vagamente le nuovissime barche di Coppa America. Arrivo dopo poco più di tre ore a Malcesine, sul lago di Garda, tempo insolitamente nuvolo per un luglio caldo come quest’anno. Una buona brezza si avverte anche dal Fraglia Vela, dove è in corso di svolgimento la sempre interessante Foiling Week, un appuntamento che conta varie tappe nel mondo ed è nato in Italia, dove si sfidano i migliori regatanti “volanti” in circolazione e dove ci si può avvicinare a questo modo adrenalico di andare in barca.
69F appunto, una concept boat nata dall’idea del gotha dei regatanti italiani (Giorgio Benussi, Dede de Luca, “l’oriundo” Maciel Cicchetti) su progetto degli argentini Wilson e Marquinez.
Uscito in gommone, troviamo un vento abbastanza stabile non superiore ai 12 nodi, vedo il 69F volare stabile a mezzo metro di altezza a una velocità elevata (soprattutto se si è un velista dislocante come me) di 20 nodi circa. La barca è lunga 6,9 metri, larga intorno ai 3, pesca 1,7 pesa 360 kg e ha una superficie velica di 40metri quadrati.
COME VOLARE FACILE (PER DAVVERO)
Il veloce briefing prima di imbarcarmi concentra l’attenzione, oltre che sulle performance, sulla stabilità (cosa che mi rende incredulo conoscendo gente che cerca di sopravvivere su barche simili come i Moth o i Waszp), resa possibile dai due foil a “L” con il braccio ricurvo, la sottile pinna di deriva e il timone con profilo a “T”.
In effetti appena salito a bordo sembra tutto molto meno difficile del previsto e appena partiti mi dico “bello, ma quando si foila”? I due membri di equipaggio – Umberto de Luca e Simone Salvà- sembrano intercettare i miei pensieri e mi dicono “stiamo volando. Mavva- dico io alzando il sopracciglio, guarda il Velocitec, continuano…” 22 nodi, mmm in effetti stiamo volando! Mi gaso subito. Facciamo un paio di virate e abbozziamo una foiling jibe (strambata), il massimo da effettuare su questo tipo di imbarcazioni.
Al lasco poi, sembra quasi di poter prendere il tè con i biscottini. Tra un bordo e l’altro il tempo è volato e la conduzione, anche per un neofita come me, è risultata assolutamente abbordabile, e divertente allo stesso tempo. Comodissimo è il timone con il doppio stick. Un’esperienza diversa dal solito e che mi ha fatto entrare nel “nuovo” mondo delle derive e delle barche “che volano” in totale la barca è stata in acqua per 4 ore, percorrendo 51 nm con una velocità massima di 40 nodi. A queste andature il lago sembra poco più di una pozza d’acqua.
Come entrare nel mondo dell’69F? Giorgio Benussi, che è il project manager, ha in mente di creare una flotta di 6 barche interamente gestite, per massimizzare costi e tempi e, permettere a tutti di imparare (grazie all’69FAcademy) e di competere in un circuito “chiavi in mano” per neofiti, appassionati e professionisti dove i fruitori non dovranno fare altro che divertirsi!
Come? Visitate il sito https://69fsailing.com/
E leggete la prova intera sul numero di settembre del Giornale della Vela.
Tommaso Oriani
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