Attraversare il Pacifico su un 20 metri a vela in giunco: ci stanno provando (e c’è un italiano a bordo)
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Nella foto qui sopra sembra di essere sul set di Fitzcarraldo, il film del 1982 di Herzog dove Klaus Kinski ordina al suo “equipaggio” di trasportare via terra una nave da un fiume amazzonico a un altro passando per una collina.
In realtà lo scatto risale al marzo scorso e ritrae un varo: siamo sulla spiaggia di Arica, in Cile, e quella strana barca che vedete, lunga 20 metri, larga 6 e costruita in giunco con le tecniche tradizionali degli indigeni sudamericani, si chiama Viracocha III e in questo momento è in Polinesia Francese.
Salpata dalla costa sudamericana, porterà il suo equipaggio in Australia, dopo 8.000 miglia di navigazione. A bordo un equipaggio multietnico di otto persone, c’è anche un italiano che è stato “assoldato” dal Phil Buck, il capo della spedizione, come documentarista.
Si chiama Carlodavid Mauri e per lui l’esplorazione è una questione di famiglia. Più di 50 anni fa suo nonno Carlo (che aveva partecipato alle spedizioni del norvegese Thor Heyerdahl negli anni ’60 e ’70) partì dal porto marocchino di Sufi su una barca in papiro per attraversare l’Atlantico, riuscendo ad arrivare a meno di 500 miglia dalle Barbados e l’anno successivo raggiungendo i Caraibi.
Carlodavid ha 38 anni e si è imbarcato sul Viracocha dopo essere venuto a conoscenza della spedizione mentre visitava il museo Kon Tiki di Oslo, dedicato ad Heyerdahl.
Nei primi tre mesi (e 4.200 miglia di navigazione) ne sono successe di tutti i colori: albero spezzato, timone rotto, carenza di viveri. Da qui l’idea di riparare sull’isola di Hao, in Polinesia, per poi raggiungere Tahiti per rimettere a posto la barca. Solo così si potrà raggiungere l’Australia: prua e poppa, ha confessato Mauri a Repubblica, sono danneggiate e la barca ha assorbito acqua rallentando decisamente.
L’obiettivo dell’impresa è triplice. Dimostrare che era possibile per le popolazioni andine migrare verso le isole del Pacifico, portare a termine la navigazione più lunga della storia su una barca di questo tipo e monitorare lo stato di salute del Pacifico rilasciando in mare boe che raccolgono dati e li trasmettono al NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) e racogliendo campioni di microplastica.
Buck, moderno esploratore influenzato da Heyerdahl, è alla sua terza avventura via mare: con il Viracocha I, nel 2000, raggiunse la Polinesia da Arica, nel 2003 sul Viracocha II non riuscì, come si era prefissato, a raggiungere l’Australia (l’imbarcazione subì danni durante il varo) ma si fermò all’isola di Pasqua.
QUI LA PAGINA FACEBOOK DI VIRACOCHA III
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